Bonzano Biagio di Carlo e Torrese Barbara, nato a San Salvatore Monferrato (Alessandria) il 7 febbraio 1898. Operaio filatore, comunista. Nato in una famiglia di contadini poveri, il padre è un vecchio socialista molto stimato in paese. Frequenta la scuola fino alla terza elementare. A 11 anni con tutta la famiglia. composta da tre fratelli e tre sorelle, va ad abitare a Miagliano (Biella), dove il padre, il fratello maggiore Umberto e la sorella Rosina, entrano a lavorare nel cotonificio Poma. La mamma rimane a lavorare il piccolo pezzo di terra e Biagio si occupa di seguire le due sorelline e di accudire alla cucina. A 13 anni entra anche lui nel cotonificio Poma dove apprende il mestiere del filatore. A 15 anni passa alla ditta Gallo, dove per guadagnare di più lavora sempre al turno di notte. Nell’inverno 1912-1913 si iscrive alle scuole serali per migliorare la sua capacità di lettura. Nel 1914 muore la madre e la famiglia torna a lavorare la terra e Biagio si iscrive al circolo giovanile socialista. Chiamato alle armi nel 1917, parte per il fronte, ed è incorporato al fronte nel 12. Battaglione di Artiglieria. Tornato a casa in licenza nell’autunno 1918 confessa al padre di voler disertare, ma è convinto a desistere dal proposito. Alla fine della guerra viene adibito a guardia di un deposito di materiale bellico a Vicenza e si unisce ad una protesta per le condizioni di servizio e per il vitto insufficiente che viene punito con 15 giorni di arrest0. Congedato nel 1920 ritorna a lavorare la terra e partecipa attivamente al movimento delle Leghe contadine che puntano all’occupazione e all’utilizzo delle terre lasciate spesso incolte dei ricchi proprietari. Nel gennaio del 1921, con la scissione di Livorno, aderisce al PCd’I (Partito comunista d’Italia), divenendo segretario della Gioventù Comunista fino alla completa distruzione della Casa del popolo da parte dei fascisti. Preso di mira, minacciato di morte e bastonato dagli squadristi, per porre fine alle aggressioni decide di espatriare clandestinamente in Argentina giungendo a Buenos Aires il 6 gennaio 1923. Oltreoceano è molto attivo nel partito e nel sindacato dei tranvieri. Diventa membro del Comitato Centrale dei gruppi di lavoro fra gli italiani d’Argentina nonché promotore e organizzatore di agitazioni sindacali e di scioperi generali e nel 1934 viene eletto segretario dell’Aai (Alleanza antifascista italiana) che opera in clandestinità dopo il colpo di stato militare del settembre 1930. Si mantiene facendo il muratore e alla fine del 1935 partecipa allo sciopero di categoria durato tre mesi e culminato con tre giorni di sciopero generale per cui viene arrestato per alcuni giorni. Nell’autunno del 1936 chiede al Partito di poter andare volontario in Spagna, ma una irruzione della sezione speciale della polizia per la repressione del comunismo, con conseguente arresto di 5 settimane, ritarda considerevolmente la partenza. Bonzano arriva clandestinamente in Spagna con una nave salpata da Buenos Aires soltanto il 25 gennaio del 1937. Ad Albacete (Murcia), base logistica e sede di Comandi e del Commissariato delle Brigate Internazionali, Bonzano si arruola nella Compagnia italiana del Battaglione “Dimitrov” comandata da Carlo Penchienati, un torinese dai trascorsi fascisti che nell’autunno successivo riuscirà anche a diventare per breve tempo comandante della 12. Brigata Garibaldi. La compagnia fa parte della XV Brigata Internazionale “Lincoln" e Bonzano fa parte della 1. sezione, 1. gruppo. È ferito in combattimento alla spalla e all’avambraccio sinistro, il 12 febbraio 1937 in località San Martin de la Vega, sul fronte di Morata de Tajuña, durante la battaglia del Jarama. Rimane ospedalizzato fino al 5 maggio. Con molti altri superstiti della Compagnia italiana confluisce nel 3. battaglione della 12. Brigata “Garibaldi” e viene promosso caporale della sezione lanciabombe. Combatte a metà giugno in Aragona, nella mal preparata offensiva su Huesca; poi combatterà a Brunete alla metà di luglio, dove è promosso sergente, ed in autunno a Farlete e Fuentes de Ebro, entrambe in Aragona. Nell' ottobre del 1937 é nominato commissario politico del 3. Battaglione, incarico che manterrà al 21 aprile 1938. Nel frattempo il regime fascista provvede ad iscriverlo nel Bollettino dei Ricercati – Supplemento sovversivi (schedina n.838/ 1937). Nel febbraio del 1938 prende parte a un’offensiva sanguinosa ma sterile in Estremadura, lanciata a scopo preventivo nel tentativo di ritardare l’annunciata offensiva fascista in Aragona. Meno di un mese dopo le Brigate Internazionali, che erano state ritirate nelle retrovie sono richiamate d’urgenza in Aragona, dove arriva l’annunciata offensiva fascista e combattono duramente tra il 23 marzo e il 15 aprile nel tentativo di contenere il violentissimo attacco fascista in direzione del Mediterraneo e di evitare l’accerchiamento. Pressoché circondati nel settore di Caspe, i volontari internazionali reagiscono, lottano e riescono a sganciarsi, ma devono superare momenti difficilissimi effettuando una difficile ritirata verso il basso corso dell’Ebro. Grazie al buon comportamento sul campo, Bonzano é promosso aiutante nel comando del nuovo 4. Battaglione misto italo – spagnolo della “Garibaldi”. Confermato come commissario politico del nuovo battaglione il 21 aprile 1938, combatte infine nella battaglia dell’Ebro fino a fine settembre, quando viene ferito in combattimento nel corso della fase più acuta della controffensiva fascista. Alla fine di ottobre per decisione del governo repubblicano, i volontari internazionali vengono ritirati dai fronti e smobilitati. Bonzano viene portato nel campo di raccolta di Torellò in Catalogna e dopo la Despedida (la parata di commiato dalle popolazioni catalane), sono costretti all’inattività in improvvisati e precari campi di smobilitazione. Dopo il crollo del fronte catalano nel gennaio 1939, Bonzano con altri garibaldini riprende le armi nella ricostituita Agrupaciòn Internacional della XV Brigata Internazionale e combatte ancora tentando di rallentare l’avanzata franchista dopo la caduta di Barcellona (26 gennaio 1939) e consentire alle centinaia di migliaia di civili di portarsi in salvo in Francia. Bonzano esce dalla Spagna con gli ultimi volontari il 9 febbraio del 1939 e viene successivamente internato nei Campi di S.Cebriá de Rosselló/St.Cyprièn (Pirenei Orientali), di Gurs (Basses Pyrénées) ed infine del Vernet d’Ariège. In questi campi Bonzano occupa il ruolo di responsabile culturale e si rifiuta di arruolarsi nelle Compagnie di lavoro per stranieri. Dopo lo scoppio della guerra mondiale e l’occupazione della Francia da parte dei tedeschi, Bonzano è tradotto in Italia il 20 luglio del 1941 e tratto in arresto a Mentone occupata da truppe della 4. Armata del Regio Esercito. Viene portato ad Alessandria per esser sottoposto al giudizio della Commissione provinciale per il confino di Polizia, che lo assegna il 26 agosto 1941 a 4 anni di soggiorno sull’isola di Ventotene nell’ Arcipelago delle Pontine, interrotti solo da tre mesi di carcere a Santa Maria Capua Vetere, dopo il rapporto di un agente che lo aveva visto prendere appunti da un testo di economia politica. Liberato dal carcere il 18 ottobre 1943, viene liberato dall’arrivo degli Alleati. Bonzano decide di rimanere al Sud e viene nominato responsabile della federazione napoletana del Pci, sede difficile a causa delle componenti estremiste e bordighiste, prima nella zona rivierasca vesuviana poi nella sezione provinciale. Per lunghissimi anni é anche attivo nella CGIL del capoluogo campano. Raggiunta l’età della pensione ritorna a vivere a San Salvatore Monferrato. Muore ad Alessandria il giorno 8 gennaio del 1975. Il Partito Comunista intitolerà alla sua memoria la sezione di San Salvatore Monferrato.

Annotazioni: Biografia di Gianpaolo Giordana aggiornata ad aprile 2017 realizzata sulle seguenti fonti consultate: Archivio INSMLI – Milano (Fondo Archivio Aicvas), Archivio ISR.AL – Alessandria (Fondo UPI, busta 7, fascicolo 29), Archivio INSMLI – Milano (Fondo Aicvas, busta 16, fascicolo 87),Archivio Centrale dello Stato – Roma (Casellario Politico Centrale, busta 745, fascicolo 78443), Archivo General Militar – Avila (E), armario 005, legajo 276, carpéta 007, Archivio del Comune di San Salvatore Monferrato , Archives BDIC – Nanterre (MFM 880/1, Brigades Internationales).