Amerio Felice di Luigi e Compagnoni Clara, nato ad Asti il 17 marzo 1901, anarchico. Di professione Imbianchino-decoratore e disegnatore. Già attivo nelle file del movimento anarchico fin dal primo dopoguerra, si batte negli scontri contro le prime squadracce fasciste, per difendere le sedi dei movimenti democratici e antifascisti così come le tipografie che stampano i loro giornali. Per queste ragioni viene arrestato alla fine del 1921: processato, viene condannato a 2 anni e 6 me- si di carcere. Nel corso della detenzione presta il servizio militare di leva nella prigione militare di Gaeta, in una Compagnia di disciplina. Scontata la pena può far ritorno ad Asti. Dove il 10 maggio del 1926 sposa la concittadina Albina Elia. Sorvegliato dalla polizia in modo asfissiante, incarcerato ‘preventivamente’ ogni volta che in città soggiornano membri di Casa Savoia o gerarchi del regime, nel corso del 1931 riesce ad espatriare clandestinamente in Francia (presumibilmente insieme alla moglie) da un valico in prossimità di Ventimiglia, sfruttando opportunamente una gita al mare. Si stabilisce a Grenoble (Isère), al 26 bis di rue Emile Guignard, dov’è attivo nella LIDU Lega internazionale dei diritti dell’uomo oltreché nel movimento libertario. Come conseguenza inevitabile dell’espatrio clandestino, ma anche perché il regime lo considera un potenziale attentatore, Amerio viene iscritto in Rubrica di Frontiera per l’arresto. Nel frattempo, con l’aiuto di compagni fidati, riesce a organizzare l’espatrio clandestino della piccola figlioletta rimasta temporaneamente affidata alle cure di una delle nonne: le carte di polizia ci dicono che il ricongiungimento sia avvenuto attraverso un valico delle Alpi Marittime, con la bambina trasportata a spalle dal passeur dentro una gerla. Da Grenoble, dove ha trovato lavoro come imbianchino, parte volontario per la Spagna repubblicana nel gennaio del 1937. Un documento della Polizia Politica fascista ne segnala il 25 di quel mese il transito da Perpignan (Pirenei Orientali) dove al pari di numerosi compagni di differenti fedi politiche, trova ospitalità presso il noto anarchico italiano Giuseppe Pasotti, che assicura anche ai volontari l’assistenza logistica necessaria per l’attraversamento clandestino del confine pirenaico franco-catalano. La data segnalata dalla Polizia fascista è con tutta probabilità errata. Un altro documento manoscritto, infatti, datato Barcelona 15 gennaio 1937, elenca i miliziani antifascisti che devono partire domani 16 gennaio 1937 per il fronte, incorporandosi nella Colonna Francisco Ascaso. Il documento reca un timbro ovoidale con le scritte “Milicias Antifascistas – Columna F. Ascaso – Grupo italiano – Barcelona”. Non abbiamo certezze, ma è probabile che abbia combattuto sul fronte aragonese di Huesca, almeno fino al maggio del ’37. Durante un permesso in Francia trova il tempo per spedire una breve lettera alla madre: «Cara Mamma […] da circa sei mesi vivo di una vita intensa, di una lotta di un combattimento che fu il sogno di tutta la mia vita, ho visto molti compagni cadere, io mi sono guadagnato il nome di Salamandra, una folle di cose, di fatti di informazioni avrei da dirti sugli innumerevoli episodi vissuti, ma che vale? È meglio che tu non le conosca. Ti domando scusa di non poter chiudere questa lettera con più vaste informazioni, dovendo spostandomi immediatamente da Grenoble, ti prometto che prima di ripartire per il fronte ti scriverò – la mia partenza essendo prevista verso il tre o il quattro gennaio – saluti e auguri a voi tutti. Tuo figlio Felice. Lascia la Spagna (probabilmente a seguito dei tragici scontri tra comunisti e anarchici a Barcellona nel maggio 1937) e non sappiamo se negli anni successivi al suo ritorno in Francia sia stato internato in qualche campo. Sopravvissuto alla 2. Guerra mondiale ed alla occupazione nazista, dopo la Liberazione della Francia vengono restituite a lui ed alla sua famiglia la naturalizzazione e la cittadinanza francese revocate nel 1939 dai governi di destra e poi dal regime collaborazionista di Vichy. Rimane definitivamente a vivere a Grenoble, lavorando sempre come decoratore. Negli anni ’50 era ancora attivo nel movimento anarchico e antimilitarista. Muore a Grenoble, probabilmente all’inizio degli anni ’90.

Annotazioni: Biografia di Gianpaolo Giordana aggiornata al febbraio 2017 realizzata sulle seguenti fonti consultate: Archivio INSMLI – Milano (Fondo Archivio Aicvas), Archivio Centrale dello Stato - Roma (Casellario Politico Centrale, busta 100, fascicolo 26201 con fotografia), Archivio ISR.AL – Alessandria (Fondo UPI, busta 16), Archivio Anagrafe e Stato Civile del Comune di Asti