Bono Antonio di Giuseppe e Margarita Agnese, nato a Busca (Cuneo) il 23 febbraio 1894, anarchico. Di professione muratore. Non abbiamo informazioni relative ad una sua partecipazione alla prima guerra mondiale. Sappiamo però che espatria in Francia con modalità non note), nell’immediato primo dopoguerra, presumibilmente all’inizio del 1919, ma ignoriamo dove si sia stabilito. Già ricercato dall’Ovra era stato iscritto in Rubrica di frontiera per l’arresto, molto probabilmente a causa di un precedente espatrio clandestino. Parte volontario per la Spagna in data non nota (quasi certamente nei primi mesi del 1937). Il suo nome è citato in un elenco di combattenti senza partito che tuttavia non indica la data di arrivo in Spagna nè la/le unità di cui fa parte. Una seconda lista di volontari italiani, conservata in un importante archivio spagnolo, elenca un Boni Antoni nato il 27 febbraio del 1894 e arrivato in Spagna il 27 gennaio del 1936. Se si tratta della stessa persona (cosa probabile ma tutt’altro che certa, stanti numerosi casi di omo-nimia e l’uso invalso di false generalità e di nomi di copertura), vi sono due possibilità: o Bono risiedeva in Spagna già mesi prima dell’inizio della guerra civile (cosa per nulla sorprendente stante la grande capacità di attrazione che Barcellona e la Catalogna esercitavano su gran numero di anarchici, libertari e refrattari di mezzo mondo), oppure vi era arrivato proprio il 27 gennaio del 1937. Non avendo certezze al riguardo sappiamo che il 24 gennaio 1938, circa un anno dopo il possibile suo possibile arrivo, Bono lascia Spagna ed arriva in Belgio con altri sette anarchici, tutti provenienti da Barcelona (tra questi anche l‘italiano Aldo Gavardi). Il gruppo transita per Bruxelles e conta di proseguire il viaggio attraverso l’Olanda, avendo come destinazione finale la Svezia. Gli otto sono muniti di alcuni lasciapassare piuttosto atipici, loro rilasciati dal governo autonomo catalano e vistati dal consolato olandese di Barcelona. Dichiarano alle autorità di frontiera di essere in licenza di convalescenza e di voler raggiungere il paese scandinavo per un periodo di riposo e di cure. Le indagini condotte con una certa discrezione dalle autorità consolari italiane in Belgio, riferiscono che gli otto, oggetto di una sorveglianza piuttosto blanda durante l’attraversamento della Francia, si siano comportati in modi sospetti più di una volta, tentando più volte la fuga, cosicché (é la conclusione cui giunge la fonte consolare) la ipotesi che l’autorizzazione catalano-olandese al viaggio in Svezia possa esser un pretesto per liberarsi di persone indesiderate apparve fin dall’inizio piuttosto credibile. In Italia pertanto, data la segnalazione consolare e la provenienza del gruppo, Bono e i suoi compagni sono inseriti nel Bollettino dei sovversivi ricercati dall’Ovra. In conclusione non sappiamo se gli otto indesiderabili siano mai riusciti ad arrivare in Scandinavia, ma la cosa appare ben poco probabile. Antonio Bono, viene catturato dai tedeschi al momento della invasione nazista e del tracollo francese del 1940 (non sappiamo se nel nord della Francia, in Olanda o in Belgio) Bono viene deportato nel campo di concentramento tedesco di Mauthausen, matricola 3188, dove muore il 12 settembre del 1941 in una camera a gas del castello di Harteim.

Annotazioni: Biografia di Gianpaolo Giordana aggiornata ad aprile 2017, realizzata sulle seguenti fonti consultate: Archivio INSMLI – Milano (Fondo Archivio Aicvas), Archivio Istituto Storico Regionale “Parri” – Bologna, Archivio Centrale dello Stato/Casellario Politico Centrale – Roma (busta 738, fascicolo 138312), Archivio dello Stato Civile del Comune di Busca, Archives BDIC – Nanterre (MFM 880/1, Brigades Internationales, Fonds 545, Inventaire 6/1034).