Granata Giuseppe di Giovanni e Galli Rosa, nato il 9 ottobre 1894 a Miradolo Terme (Pavia). Cameriere d'albergo. Già nel 1921 è implicato in scontri con i fascisti, venendo schedato dalla polizia. Negli anni successivi secondo la polizia è in Francia clandestinamente lavorando in diversi alberghi. Rientrato in Italia, l’11 giugno 1926 viene condannato dal tribunale di Pavia ad un anno di reclusione di cui sconta solo sei mesi. Coniugato con Rat Margherita. L’anno successivo espatria di nuovo clandestinamente in Francia a Pugny-Chatenod (Savoia), dove lavora come cameriere e nel 1929 si trasferisce ad Algeri. Da lì passa a Montecarlo, Lione e Chambery, lavorando sempre in strutture alberghiere. Nel luglio del 1932 si reca in Spagna, prima a Vigo in Galizia e poi a Barcellona, insieme all’antifascista Paolo Biscaglia. Qui frequenta gli ambienti anarchici e prende parte agli scontri di Barcellona a seguito degli scioperi convocati a seguito del fallito colpo militare del generale Josè Sanjurjo. Sul finire dell’anno viene espulso su richiesta del consolato italiano, perché privo di passaporto. A seguito di questo provvedimento viene inserito nel Bollettino delle Ricerche per il provvedimento di “perquisire, vigilare e segnalare”. Rientrato in Francia sempre senza documenti, vive a Tolosa e si imbarca su navi passeggeri, che navigano fra Tunisi, l'Italia e la Francia, lavorando come cameriere di bordo. Il 18 marzo 1935 viene fermato dalla Gendarmeria francese perché senza documenti e segnalato al consolato italiano a Nizza che ne dispone il rimpatrio. Stabilitosi a Milano, il 6 maggio 1937 Granata si allontana per recarsi attraverso al Svizzera a Parigi, da dove si porta in Spagna dove raggiunge il battaglione Garibaldi con il quale opera sui vari fronti rimanendo ferito a Farlete il 29 agosto 1937. Nel Rubrica di Frontiera il provvedimento è mutato in arresto. Rimane al fronte sino al ritiro delle Brigate Internazionali, ma è probabile che abbia lasciato in precedenza le truppe per vivere a Barcellona da civile, stabilendosi a casa di una giornalaia barcellonese col nome di Josè Maria Granado. Il 26 giugno 1940 viene infatti arrestato a Barcellona dalla polizia franchista e portato al carcere di Pueblo Nuovo il 25 giugno 1940. Successivamente è internato ai lavori forzati nel campo di concentramento di Miranda de Ebro, dove rimane dall’aprile del 1941 al giugno 1943. Rilasciato viene espulso dalla Spagna. Si imbarca su un piroscafo diretto in Argentina dove resta fino alla fine della seconda guerra mondiale, quando rientra in Italia. Muore a Pavia il 27 gennaio 1954. Il Consiglio Regionale Lombardo insignisce Giuseppe Granata di Medaglia d’Oro alla memoria, attribuita in occasione del quarantesimo anniversario della Guerra Civile Spagnola.