Golosio Domenico di Antonio e Biggio Anna, nato il 19 ottobre 1910 a Mamoiada (Nuoro). Ottico e fotografo, anarchico. Schedato dalla polizia come anarchico pericoloso, amico di Emilio Lussu e Dino Giacobbe. Nel luglio 1933 emigra in Francia con passaporto turistico e il mese seguente raggiunge il fratello Pietro Golosio, anarchico, a Madrid. Nel luglio 1934 manifesta idee sovversive in una lettera ai famigliari e il 18 febbraio 1936 è arrestato per diffusione di volantini antifascisti. Liberato dopo la vittoria del Fronte Popolare, allo scoppio della guerra è arruolato nel 5° Reggimento e partecipa alla difesa di Madrid e alla battaglia di Navacerrada a nord di Madrid, a Casa de Campo (Madrid), Majadahonda ed Arganda sul fronte del Jarama. Ferito nel marzo del 1937 a Guadalajara al bacino e al rene. Ricoverato all’ospedale di Murcia, è inviato, dopo la guarigione, nella base delle Brigate Internazionali di Albacete. Sospettato di preparare, con il fratello Pietro, un agguato a un corriere italiano, per impadronirsi della corrispondenza destinata ai diplomatici fascisti di Salamanca, è incorporato nella XII Brigata “Garibaldi” col grado di tenente di stato maggiore e commissario politico. Partecipa all’ultima offensiva repubblicana sull’Ebro ed il 12 settembre 1938 è ferito al braccio ed al fianco. Nel dicembre del 1938 è inserito in Italia nel Bollettino delle Ricerche e nella Rubrica di Frontiera per il provvedimento di arresto. Dopo la smobilitazione dei volontari stranieri decisa dal governo spagnolo nel settembre 1938 esce dalla Spagna nel febbraio 1939 ed è internato in Francia nei campi di St. Cyprien e Gurs da cui evade a maggio. Spostatosi a Parigi, scrive al Ministero dell’Interno, nell’aprile 1940, di essere emigrato in Spagna fin dal 1933 e che, al momento dello scoppio della Guerra Civile, era stato costretto a lavorare nelle industrie di guerra. Arrestato a Limoges (Alta Vienne) in ottobre e rinchiuso nei campi francesi di Argelès-sur-Mer e di Rivesaltes, è imprigionato a Fresnes (Valle della Marna) nel novembre 1942. Tradotto in Italia è arrestato al Brennero il 13 febbraio 1943 e interrogato a Nuoro e a Sassari, dove racconta di aver conosciuto nella penisola iberica Dino Giacobbe, Cornelio Martis, fucilato dai comunisti, Pietrino Sale, Andrea Scano ed Emilio Suardi. Si offre persino di collaborare con la polizia fascista chiedendo per questo di essere rimandato in Francia, ma non viene creduto. Ancora incarcerato a Sassari, viene rilasciato il 14 agosto 1943. Arrestato dai nazisti e torturato, viene in seguito deportato in Germania. Rientrato in Italia si stabilisce a Milano.