Bollone Giovanni di Vincenzo e Bardina Maria, nato a Corio Canavese il 10 marzo 1903, antifascista. Di professione contadino e poi minatore nell’emigrazione. Espatriato in Francia intorno al 1910 con tutta la famiglia fin da bambino, con modalità non note. Vive a Tucquegnieux (Meurthe-et-Moselle) nel cuore di una grande zona mineraria, ricca di vasti giacimenti di carbone che si estendono sotto il territorio di almeno tre stati, Belgio, Francia e Lussemburgo. Renitente alla leva, non aveva mai risposto ai diversi richiami alle armi provenienti dall’ Italia e ai solleciti in tal senso che giungevano dal Regio Consolato d’Italia di Nancy. Partito volontario per la Spagna repubblicana in data non nota (probabilmente nella tarda estate del 1936) é dapprima arruolato nella Sezione Italiana (impropriamente nota come Colonna Rosselli) aggregata alla Colonna anarchica Ascaso della CNT-FAI, (poi, dopo la militarizzazione delle Milizie, 28. Divisione Ascaso), con cui Bollone combatte nel settore di Huesca, su uno dei fronti di Aragon. Dopo la citata militarizzazione delle Milizie ed il tentativo di dare vita al nuovo esercito popolare, viene trasferito all’artiglieria internazionale, che ha la sua base ad Almansa (Murcia), non lontano da Albacete. Fa parte del 4 Gruppo di Artiglieria Antonio Gramsci, 24 batteria, e ben presto il suo buon comportamento in battaglia gli vale la promozione a caporale. Dopo aver combattuto a Teruel ed Albarracin, viene sorpreso con la sua unità dall’offensiva fascista che nel marzo del 1938 opera lo sfondamento nel settore di Caspe (Aragon) per arrivare al Mediterraneo nei pressi di Vinaroz. Il 28 maggio 1938 viene ferito in combattimento al braccio e alla gamba ad Albacaser e rimane ricoverato in ospedale 63 giorni. Fino alla smobilitazione fa parte del 4. Gruppo di Artiglieria, 34. Batteria, che opererà in prevalenza sul fronte del Levante, dov’era giunto il 9 giugno del 1938. Il 17 novembre, dopo la smobilitazione ed il ritiro dai fronti dei volontari internazionali, è accantonato nel campo di smobilitazione di Puebla Larga (Levante). Inviato a Valencia al comando militare, ottiene l’autorizzazione a ritornare in Francia, ma riuscirà nell’ intento soltanto nella seconda metà del gennaio 1939 (forse il 24), al termine del recupero di buona parte dei volontari internazionali sparsi tra Levante, fronte del centro e fronti meridionali. L’operazione, abbastanza difficoltosa, viene affidata da Longo (Gallo) a Giuliano Pajetta (Giorgio Camen), che atterra a Valencia (il suo primo e periglioso viaggio in aereo) per rientrare nottetempo a Barcelona tempo dopo con oltre 3.000 volontari internazionali (combattenti e civili), tratti in salvo ed imbarcati a bordo di un paio di piroscafi requisiti allo scopo. Rientrato in Francia, riesce a sopravvivere alla guerra ed alla occupazione nazista. Dopo la Liberazione sposa la cittadina francese Madeleine Mercier. Anni dopo, ormai in pensione, la coppia si trasferisce da Tucquegnieux al mare, nella cittadina di St.Cristophe de Double (Gironde), non lontano da Bordeaux, dove Giovanni Bollone muore il 3 giugno del 1969.

Annotazioni: Biografia di Gianpaolo Giordana edita nel volume: Sul fronte di Gandesa, realizzata sulle seguenti fonti consultate: Archivio INSMLI – Milano (Fondo Archivio Aicvas), Archivio INSMLI – Milano (Fondo AICAVS, busta 16, fascicolo 86), Archivio Istituto Storico Regionale “Parri”. Archivio del Comune di Corio Canavese, Archives BDIC – Nanterre (MFM 880, Brigades Internationales)