Boccalatte Anacleto di Gaspare Luigi e Iuli Adele, nato il 14 agosto 1907 a Cuccaro Monferrato (Alessandria). Calderaio, comunista. Lascia il Monferrato da bambino con la famiglia, che si trasferisce prima a Conegliano e poi a San Pier d’Arena (Genova). Assunto alle Officine Ansaldo intorno alla prima metà degli anni ‘20, vi trova i primi contatti con il Partito comunista. Arrestato nel corso del 1927 per attività comunista a Genova, é deferito al Tribunale speciale per la difesa dello stato. Il 20 ottobre del 1927 é processato e condannato a 3 anni di carcere. Riesce a tornare in libertà poco più di tre anni dopo, a fine ottobre del 1930. Pochi mesi dopo, all’inizio del 1931, riesce ad espatriare clandestinamente in Francia e si stabilisce a Nizza (Alpes Maritimes – Côte d’Azur), al 117 di rue Cyrille Besset. In Italia l’espatrio clandestino gli vale l’inevitabile iscrizione nel Bollettino delle Ricerche. Partito volontario per la Spagna repubblicana il 20 ottobre del 1936, dopo un primo frettoloso periodo di istruzione nei dintorni di Albacete (Murcia) é inserito nella 1. compagnia del Battaglione italiano Garibaldi, comandata da Guido Picelli, dove viene nominato Commissario Politico. Nella prima decade di novembre è trasferito d’urgenza con la sua unità sul fronte di Madrid dove prende parte al fallito attacco al monastero fortificato in vetta al Cerro de los Angeles (Cerro Rojo), Combatte poi in tutti altri scontri per la difesa della capitale, da Casa de Campo a Pozuelo de Alarcòn, Boadilla del Monte, Ciudad Universitaria e Majadahonda. All’inizio di gennaio del 1937 è gravemente ferito al ventre (e più leggermente a una mano) a Mirabueno. È lui a rilasciare a un giornale spagnolo del 1938 la testimonianza ufficiale della morte, in battaglia, del suo comandante Guido Picelli, testualmente riportata dalla "Gazzetta di Parma" del 2 agosto 2010 come segue: «Il 4 gennaio [1937] riprendemmo l’avanzata. Assieme al Battaglione polacco, marciammo alla conquista del Monte di San Cristobal. Su una piccola altura [El Matoral] – dopo qualche chilometro di marcia – sorprendemmo una compagnia di fascisti che si rifugiò nelle trincee costruite sulla cresta. Pacciardi ordinò al grosso delle truppe di fermarsi mentre la nostra prima sezione si trovava in un posto avanzato. Brevi secondi di riflessione: dovevamo proseguire o ritirarci? Noi ci trovavamo in basso; se il nemico fosse arrivato prima di noi sulle alture della collina, ci avrebbe falciati tutti con il fuoco delle sue mitragliatrici. Decidemmo di proseguire, costasse quello che costasse. A marcia forzata, ci slanciammo all’attacco, ed inviammo un agente di collegamento a Pacciardi per dirgli che facesse proseguire il grosso della truppa. Così fu fatto. Picelli, coraggioso e gagliardo come sempre, alla testa dei militi della nostra compagnia, ci guidava all’attacco ... Fu lui che ci fece rimarcare che su una cresta che dominava una parte delle alture dove ci trovavamo, vi era un nido di mitragliatrici. Dette subito l’ordine di piazzare una mitragliatrice pesante per non essere preso ai fianchi. Io e Picelli con tre o quattro volontari andammo a piazzare la mitragliatrice. Ma prima che ci raggiungesse il grosso della compagnia fummo scoperti e fatti segno a scariche nemiche. Picelli cadde colpito a morte. Accorsero i porta-feriti, ma le scariche di mitragliatrice impedirono il trasporto del nostro capitano. Fummo costretti a metterlo nella barella ed attendere la notte per trasportare la sua salma. Così cadde Guido Picelli, eroe purissimo». Boccalatte riceve le prime cure in ospedale a Guadalajara ed è poi lungodegente nel convalescenziario di Benicàssim, sulla costa del Levante. Ottenuto suo malgrado un riconoscimento di invalidità, a guarigione avvenuta è destinato a lavori di ufficio al Comando delle Brigate Internazionali, a Madrigueras (Murcia) e poi a Barcellona dove è impiegato nella Delegazione di Barcellona nel controllo dei volontari italiani in arrivo. Infatti, sia il Commissariato generale che la Delegazione delle Brigate Internazionali erano stati trasferiti nella capitale catalana poco prima della dura sconfitta di primavera nel settore aragonese di Caspe, quando le Brigate Internazionali, a costo di pesanti perdite devono rompere l’accerchiamento prima di affrontare una difficilissima ritirata verso il basso corso dell’Ebro. Boccalatte lascia la Spagna il 2 febbraio del 1939, nei giorni della caduta del fronte catalano sotto la spinta franchista. Fa ritorno a Nizza mentre in Italia, quasi contemporaneamente, viene iscritto anche nel Bollettino delle Ricerche – Supplemento Sovversivi (schedina n. 0811/1939). Controllato dalla polizia francese (ma anche da quella collaborazionista di Vichy, viene arrestato il 5 agosto del 1943 e rinchiuso in un campo di internamento dov’è costretto a rimanere fino alla Liberazione della Francia. Rientrato in Italia nel dopoguerra, vive nuovamente a Genova. In contatto con la Fratellanza Garibaldina, successivamente con l’AICVAS e con i compagni veterani di Spagna, muore a Genova il 18 gennaio 1979.

Annotazioni: Biografia basata su informazioni raccolte da Gianpaolo Giordana aggiornate ad aprile 2017, sulle seguenti fonti consultate: Archivio INSMLI – Milano (Fondo Archivio Aicvas), Archivio INSMLI – Milano (Fondo AICVAS, busta 16, fascicolo 85), Archivio del Centro Ligure di Storia Sociale – Genova , Archivio Centrale dello Stato – Roma (Casellario Politico Centrae, busta 681, fascicolo 9821) , Archives BDIC – Nanterre (MFM 880/37, Brigades Internationales, Fonds 545, documents 473), Archivio del Comune di Cuccaro Monferrato