Bicutri Ernesto di Salvatore e Cassinelli Francesca, nato a Casale Monferrato il 14 gennaio 1900, comunista. Di professione manovale. Espatriato in Francia nel corso del 1929 (località e modalità non note), non tarda ad aderire al Partito comunista francese. Parte volontario per la Spagna repubblicana nell’ aprile del 1937, poco dopo la vittoriosa conclusione della battaglia di Guadalajara. Raggiunta Albacete (Murcia), principale sede logistica e organizzativa delle Brigate Internazionali, nonché sede dei comandi e del Commissariato Generale delle stesse, ed arruolato nelle forze armate repubblicane é inviato a Madrigueras (Murcia) il 6 aprile per partecipare a un corso sulle trasmissioni. Terminato un breve periodo di istruzione, entra a far come telefonista della 12. Brigata Internazionale Garibaldi, 3. Battaglione. Combatte in Aragona (fronte di Huesca) nella offensiva di metà di giugno, che si conclude con nessun vantaggio territoriale e pesanti perdite garibaldine. A metà luglio combatte nella battaglia di Brunete (o del Guadarrama); a settembre a Farlete, ancora in Aragona. E’ probabile abbia partecipato nell’autunno, a tutti gli altri combattimenti della Brigata, da Belchite e Fuentes de Ebro (Aragona) e poi nel febbraio del 1938 alla fallimentare offensiva in Extremadura. Infine combatte ancora una volta in Aragona nella primavera del 1938 (violentissima offensiva fascista, cui seguono durissimi combattimenti difensivi nel settore di Caspe, con le Brigate quasi circondate, che riescono a porsi in salvo salve solo grazie alla successiva e drammatica ritirata verso il basso corso dell’Ebro. Promosso sergente, combatte ancora la battaglia finale tra luglio e ottobre del ‘37, l’ultima offensiva repubblicana sul fronte dell’Ebro, nella zona antistante Corbera e Gandesa. Ritornato in Francia nell’autunno del 1938, dopo la sconfitta, la smobilitazione ed il ritiro dai fronti dei volontari internazionali, nel febbraio del 1939 é internato in un campo non noto da cui riesce ad uscire, ancora nel 1939, arruolandosi in un Gte (Groupement de travailleurs etrangers), destinato a lavori di fortificazione lungo le frontiere e le coste settentrionali della Francia. Dopo la disfatta transalpina (del giugno 1940) Bicutri cade in mano ai tedeschi che lo deportano in un Lager in Germania. Già in precarie condizioni di salute, viene infine rimpatriato il 14 settembre del 1941. La commissione provinciale alessandrina per il confino di Polizia lo assegna per 2 anni a Ventotene, ma il soggiorno sull’isola sembra non giovargli: colpito da una forma di tubercolosi acuta, si vede negare da Marcello Guida, direttore della Colonia confinaria e futuro questore di Milano, cure più efficaci sulla terraferma. Poco prima del decesso il compagno di confino Sandro Pertini tenta di intercedere a suo favore presso il Ministero degli Interni. (cfr. testo lettera in Sandro Pertini. Dal confino alla Resistenza. Lettere 1935-1945 a cura di Stefano Caretti, Lacaita, Manduria, 2007, pp. 108-109). Bicutri purtroppo si aggrava e quando infine, dopo reiterate insistenze le necessarie terapie sono autorizzate é tardi: trasportato in ospedale a Napoli, Bicutri vi muore il 25 (o il 28?) maggio del 1942, quindici giorni dopo il tardivo ricovero.

Annotazioni: Biografia di Gianpaolo Giordana aggiornata a giugno 2017, realizzata sulle seguenti fonti consultate: Archivio AICVAS – Milano-(Serie I-documenti personali), ACS/CPC – Roma (busta 637, fascicolo 78658) , Archive BDIC – Nanterre (MFM 880/37, Brigades Internationales, Fonds 545/ 473), Archivio del Comune di Casale Monferrato, (Anche in: “Anagrafe degli antifascisti confinati a Ventotene” dal 1927 al 1943, GE, inedito). In una delle Schede Marchetti allegate si ipotizza che Bicutri Ernesto coincida con Bietri Ernesto, allo stato attuale delle ricerche non abbiamo elementi sufficienti per confermare o smentire questa tesi. Si segnala anche come data di morte di Bicutri Ernesto il 1 giugno 1942.