Gilioli Onofrio di Ferdinando e Federzoli Matilde, nato l’8 agosto 1882 a Novi (Modena). Calzolaio, anarchico. Sposato con Maria Pelliciari, è il padre di nove figli che chiama con i nomi di Rivoluzio, Libero, Siberia, Equo, Protesta, Sovverte, Scintilla, Ribelle e Feconda Vendetta. Attivo nei movimenti anarchici e sindacalisti riceve il periodico anarchico di Bologna “L’Agitatore”, partecipa alle lotte organizzate dalla Camera del Lavoro e nel febbraio 1912 è indicato come appartenente al «partito sindacalista». In effetti, in questo periodo è attivo nelle lotte sindacali che infiammano il paese, come lo sciopero, durato sei mesi, dei mezzadri e dei bovari di Rovereto, uno dei conflitti più importanti avvenuti nella pianura modenese nel periodo giolittiano. Durante la guerra è impiegato in un calzaturificio militare a Crocetta Trevisana. Tornato a Rovereto, prosegue l’attività politica fino agli inizi del 1921 quando, bersagliato dai fascisti, decide di emigrare nel nord della Francia, raggiungendo il figlio Rivoluzio espatriato clandestinamente nel giugno 1920 perché implicato in un furto di mitragliatrici. Rientra a Modena nel gennaio 1922, per poi ripartire per la Francia con tutta la famiglia e stabilirsi nel 1924 nella zona di Parigi, a Fontenay-sous-Bois (Valle della Marna). Viene iscritto alla Rubrica di frontiera e al Bollettino delle ricerche prima per vigilanza, poi per arresto. Nella casa dei Gilioli, che è anche luogo di incontro di gruppi anarchici e del Comitato pro vittime politiche, trovano ospitalità, anche per lunghi periodi, diversi anarchici italiani, tedeschi e russi. Nel luglio 1929 la polizia politica trasmette un appunto confidenziale in cui Gilioli si dice disposto a mettere una certa somma a disposizione di chi commette un attentato politico. Nel 1933 entra a far parte del Consiglio Federale della Federazione Anarchica dei profughi Italiani. Nel febbraio 1937 entra in Spagna dove si trovano già i figli: Equo, Siberia e Rivoluzio. Dopo un breve periodo di permanenza al posto di frontiera di Portbou, svolge mansioni di collegamento tra Francia e Spagna muovendosi in continuazione tra i due paesi. Ritorna in Francia dopo gli scontri di Barcellona del maggio 1937, che contrappongono gli anarchici ed il POUM al governo autonomo catalano, ma mantiene comunque contatti con la resistenza spagnola. Nell’ottobre 1940 è inserito nella lista dei sovversivi pericolosi fornita dalla polizia italiana a quella tedesca, affinché sia arrestato e tradotto in Italia, ma la famiglia Gilioli si è nel frattempo trasferita a sud, nel territorio di Vichy. Dopo la fine della guerra ritorna con la famiglia a Parigi, dove continua a risiedere, rientrando in Italia solo per brevi visite. Muore nella sua casa di Fontenay-sous-Bois nel 1968.