Beaux Reanto Lodovico di Bartolomeo e Gardiol Giuseppa Virginia, nato a San Germano Chisone (Torino il 24 gennaio 1904. Falegname, correttore tipografo, socialista massimalista e poi comunista dal 1926. Nato in una famiglia numerosa valdese di San Germano (alcune sorelle e altri tre fratelli: Clemente di orientamenti libertari, Luigi e Carlo comunisti). Inizia presto a lavorare ed all’età di 12 anni è assunto come manovale alle Officine RIV di Villar Perosa. Un anno dopo, appena tredicenne, prende parte alle manifestazioni per il pane e contro la guerra. Operaio meccanico, è attivo nel sindacato ed aderisce al Partito socialista massimalista di Giacinto Menotti Serrati. Nell’ estate del 1924, poco dopo il delitto Matteotti, subisce violenze e minacce da parte dei fascisti. Ricercato dall’Ovra, è costretto all’espatrio e il 7 aprile del 1926 valica con regolare passaporto il confine con la Francia. Raggiunta Marsiglia (Bouches-du-Rhône), si imbarca per l’Argentina per raggiungere i fratelli Carlo e Luigi, emigrati lì in precedenza. A Buenos Aires lavora come meccanico-autista. È attivo nel gruppo italiano del Partito Comunista argentino, nel sindacato dei trasporti ed in un paio di associazioni democratiche degli emigrati italiani, le Società Operaie Il Risveglio e Lìber Piemúnt. Accusato dalle autorità argentine di attività sovversiva nell’ambito dell’Aai (Alleanza antifascista italiana) viene più volte arrestato nel corso del 1933. L’inizio del 1934 lo vede detenuto, sottoposto a torture nei locali di una commissione speciale contro il comunismo. Dopo alcuni mesi di reclusione, il 26 marzo del 1934 viene espulso dall’Argentina e lascia il paese a bordo di un piroscafo Cabo San Tomé, diretto in Europa. Ottenuta tramite il Soccorso Rosso la cittadinanza catalana, parte per l’Europa, ma all’arrivo, il 24 giugno, mentre è ancora a bordo nel porto di Barcellona (Catalogna), viene tratto in arresto dalla polizia spagnola e dopo due mesi di carcerazione preventiva nella Carcel Modelo, alla fine di agosto viene espulso dalla Spagna ed accompagnato alla frontiera pirenaica. Sempre nel 1934 è incluso del Bollettino delle Ricerche e nella Rubrica di Frontiera per il provvedimento di arresto. In Francia trova un contatto con il PCd’I, lavora con i gruppi di lingua italiana e conosce Luigi Longo “Gallo”, che lo indirizza al giornalismo come redattore del “Grido del Popolo” e di “Azione Popolare” ma, nonostante il lavoro, continua ad essere un irregolare, senza documenti. Il 29 ottobre del ‘34 viene fermato a Tolosa: tratto in arresto poiché privo di documenti, é processato, condannato a due mesi di carcere, 5000 franchi di multa e 10 anni di interdizione di soggiorno. Scontata la pena, nel gennaio del 1935 viene espulso dalla Francia e accompagnato al confine con la Spagna dove entra illegalmente. Da quel momento vive in clandestinità a Barcellona fin all’inizio della guerra civile. Dal 20 luglio é sul fronte di Madrid, nelle file del 5. Regimiento de Milicias Populares ed è componente della commissione culturale e politica. Poi, nel settembre 1936 entra a far parte della Centuria italiana Gastone Sozzi, inserita nel “Batallón Espartaco”, Columna catalana Llibertat (costituita dal PSUC/Partit Socialista Unificat de Catalunya) e dall’UGT/Unión General del Trabajo). Successivamente è collaboratore ed interprete di Gallo e di André Marty alla base delle Brigate Internazionali di Albacete (Murcia). Più volte impegnato sul fronte di Madrid con i combattenti italiani del Garibaldi, scrive per Milicia Popular e per altri giornali antifascisti. Con la nascita dell’Esercito Repubblicano, seguita alla militarizzazione delle colonne miliziane, Renato Beux è uno dei responsabili della Comisión Central de Propaganda alle dirette dipendenze del Comisario General del Esercito de Tierra, il dirigente comunista spagnolo Francisco Anton. Richiamato dal Tornato in Francia nel febbraio del 1938, trova lavoro come operaio alle Usines Tous les Coussinets, nei dintorni di Parigi, ma è anche redattore de “La Voce degli Italiani” (giornale della Upi (Unione popolare italiana), il solo quotidiano realizzato dalla emigrazione politica italiana in Francia e all’estero, diretto da Giuseppe Di Vittorio e successivamente da Mario Montagnana . Il 1939 lo vede svolgere attività politica e sindacale semi-clandestina anche nelle difficili condizioni seguite al patto Ribbentrop-Molotov. Continuerà nella più totale clandestinità anche dopo la disfatta francese del giugno 1940 e l’occupazione tedesca. Attivo fin dalle fasi iniziali della Resistenza francese con i Volontaires Garibaldiens , organizzati dalla sezione italiana della MOI (Main d’Oeuvre Immigré), Beux viene arrestato nel gennaio 1941 e detenuto per tre mesi alla Caserme des Tourelles, e poi viene deportato in Polonia, dov’è destinato al lavoro obbligatorio per i tedeschi. Riesce tuttavia ad evadere ed a tornare in Francia a fine ottobre dello stesso anno. Dal marzo del 1942 alla Liberazione fa parte di unità combattenti FTP (Francs Tireurs et Partisans) attive nel circondario della capitale francese. Alla Liberazione della Francia decide di rimanervi stabilmente. L’anno successivo, poco dopo la Liberazione in Italia, ritorna dopo quasi vent’ anni a San Germano Chisone, per veder genitori e familiari: un ritorno ancora da clandestino poiché nel 1945 erano ancora in vigore le disposizioni d’arresto alla frontiera (Rubrica di Frontiera e Bollettino dei sovversivi ricercati dall’Ovra). E’ stato membro dell’Esecutivo del Comitato Italiano di Liberazione come rappresentante del Partito Comunista e redattore capo dell’organo CNL “Italia Libera” fino allo scioglimento dell’organizzazione e la proibizione del giornale. Negli oltre trentasette anni successivi torna spesso in Italia per brevi periodi di vacanza, mentre in Francia è attivo nell’Associazione dei Garibaldiens e nell’Aver (Amicale des anciens volontaires en Espagne républicaine). Intrattiene inoltre regolari rapporti e corrispondenza con i vecchi compagni italiani della FEGS (poi AICVAS). Muore in ospedale a Bry-sur-Marne, nelle vicinanze di Créteuil (Val-de-Marne), il 31 ottobre 1982.

Annotazioni: Biografia di Gianpaolo Giordana aggiornata a maggio 2017, realizzata sulle seguenti fonti consultate: Archivio INSMLI – Milano (Fondo Aicvas, Busta 15, fascicolo 82), Archivio INSMLI – Milano (Fondo Archivio Aicvas), Archivio del Comune di San Germano Chisone, Archivio Centrale dello Stato, Roma (Casellario Politico Centrale, busta 559, fascicolo 35997) ,Archives ACER-AVER (Amicale des Anciens Volontaires en Espage Républicaine), Ivry-sur-Seine, Archivio del Centro Studi “Piero Gobetti” – Torino, = Preziose informazioni ci son giunte in momenti successivi dalla sorella Anglesine Beux Coucour- de (nel 2001) e dalla nipote prof.ssa Annalisa Coucourde (nel 2008) , = Una video – intervista, realizzata a Paris il 24 febbraio 1976 da Paolo Gobetti, è tuttora conserva-ta all’ANCR (Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza) di Torino