Bettini Celso di Odoardo e Guerzoni Carolina, nato il 3 marzo 1909 a Castelmassa (Rovigo). Agricoltore, socialista. Non da origine a segnalazioni di carattere politico. Il padre agricoltore socialista detto “Raban”, emigra in Francia nell’ottobre 1923 e acquista la cittadinanza francese nel marzo 1931. Nel 1933 la famiglia si riunisce a Chambly (Oise). Celso Bettini, durante la permanenza a Castelmassa non da adito a censure politiche. Emigra in Francia il 26 dicembre del 1933, raggiungendo il padre. Chiamato alla leva il 27 ottobre 1928, viene rimandato al 31 gennaio 1930, ma essendo già in Francia, non si presenta e viene dichiarato renitente. Acquisita la naturalizzazione francese, svolgerà il servizio nel paese d’adozione. Entrato in Spagna in data ignota, la sua presenza è segnalata nel 1937 come sergente della XIV Brigata Internazionale. Ferito in combattimento viene fatto rientrare nel 1937 in Francia dove nell’estate 1938 risiede a Chambly. Il 15 novembre 1937, viene iscritto nel Bollettino delle Ricerche (schedina 01770) e nella Rubrica di Frontiera per il provvedimento dell’arresto come combattente in Spagna. Il 27 maggio 1938 tiene un comizio sulla lotta del popolo spagnolo. Dopo l’occupazione della Francia da parte dei tedeschi so porta a Saint-Denis ed entra nella Resistenza. Catturato dalla polizia di Vichy e condannato a un anno di prigione. Incarcerato alla Centrale d’Eysses, è coinvolto in un fallito tentativo di evasione il 18 febbraio 1944. Il 18 giugno 1944 è deportato da Compiegne in Germania nel campo di Dachau, matricola 730906 e successivamente trasferito a Krotten. Riesce a sopravvivere alla prigionia e ritorna a Saint-Denis. Sua sorella Bici sposa Marcel Declémy, un attivista comunista di Chambly e prende parte alla Resistenza. Il 26 marzo 1956, undici anni dopo la caduta del regime fascista, viene disposta dalle autorità italiane la revoca delle ricerche “per cessati motivi”.