Gianotti Amedeo di Bartolomeo e Gatti Cecilia, nato a Torino il 20 maggio del 1906, socialista, comunista ed infine anarchico. Esercita la professione operaio in uno stabilimento FIAT (come verniciatore e successivamente falegname). Dopo una iniziale parentesi di giovanile militanza socialista, si avvicina alle posizioni comuniste e aderisce alla sezione giovanile del Partito Comunista della Barriera di Casale. Non si hanno notizie sull’assolvimento del servizio militare. Dopo persecuzioni da parte dei fascisti, espatria clandestinamente in Francia nel corso del 1928 (o dell’anno successivo) perché ricercato, si stabilisce a Bastia in Corsica ove ritrova il suo amico Bosco Pierino, che sarà anche lui volo9ntario in Spagna. Nel 1934 partecipa ad un viaggio di tre settimane in URSS, organizzato dal partito. La breve esperienza sovietica lo spinge a mutare radicalmente i propri orientamenti e ad avvicinarsi all’anarchismo. Politicamente assai attivo, anche in ragione del vecchio espatrio clandestino viene iscritto in Rubrica di frontiera per l’arresto e poi nel Bollettino dei sovversivi ricercati dall’Ovra. Privo di documenti validi, viene fermato ed espulso dalla Francia (anche per le sollecitazioni della Regia ambasciata d’Italia a Parigi). Da così inizio ad un girovagare disordinato. Ad Orano in Algeria, è arrestato nell’ottobre del 1935 con altri anarchici ed accusato di aver assaltato una banca. Processato è assolto ed espulso dall’Algeria agli inizi del 1936. Si porta in Corsica, e poi a Barcellona (che essendo privo di documenti deve lasciare in tutta fretta), e poi a Bruxelles (dov’è ospite di uno dei molti anarchici italiani rifugiati in Belgio). Il suo girovagare ha termine alla fine di luglio del 1936, quando parte volontario da Marsiglia per la Spagna repubblicana insieme al compagno Agostino Barison. Incorporato quasi subito nella Sezione italiana di Carlo Rosselli e Camillo Berneri aggregata alla Colonna Ascaso della CNT-FAI. Viene impegnato sul fronte di Huesca (Aragona). Combatte soprattutto a bordo di un blindato artigianale, un autocarro rinforzato con lastre d’acciaio condotto dall’anarchico vercellese Giovanni Barberis (José Gomez) di Santhià. Il 28 agosto una granata fascista colpisce in pieno il mezzo incendiandolo. Alcuni dei presenti nel mezzo muoiono carbonizzati sul posto, Barberis e Gianotti vengono ricoverati in gravissime condizioni all’Ospedale di Lèrida (Catalogna), con ustioni su gran parte del corpo. Moriranno entrambi pochi giorni dopo, Gianotti l’8 ottobre del 1936. La famiglia riceve un sussidio da parte del Soccorso Rosso Il giornale di “Giustizia e Libertà” del 9 ottobre 1936 riporta: “Nel momento di andare in macchina apprendiamo che all’ospedale di Lérida è deceduto – in seguito alle gravissime ustioni riportate in seguito alle azioni del primo settembre verso le porte di Huesca – il compagno Giannotti [sic]. Il valoroso militante anarchico – del quale la morte era stata annunciata per errore subito dopo il combattimento [Giustizia e Libertà dell’11 settembre 1936] - ha confermato, durante i giorni passati all’ospedale, le sue doti di coraggio di cui aveva dato, sul fronte, mirabile prova. Gianotti era nato a Torino nel 1904. Emigrato in Francia per sfuggire alle vendette del regime, continuò la lotta in difesa della sua idea. Ciò che gli fruttò nel 1934 un decreto di espulsione, particolarmente sollecitato dall’ambasciata italiana. Lascia una moglie ed un bambino, a cui esprimiamo la nostra dolorosa e fiera solidarietà.” Il suo nome è citato da Randolfo Pacciardi tra i caduti nel suo libro “Il Battaglione Garibaldi” e in “Garibaldini in Ispagna” pubblicato nel 1937 dal Commissariato delle Brigate Internazionali.

Annotazioni: Biografia di Gianpaolo Giordana aggiornata al aprile 2017, realizzata sulle seguenti fonti consultate: Archivio INSMLI – Milano (Fondo Archivio Aicvas), Archivio INSMLI – Milano, Fondo AICVAS (Busta 32, fascicolo 132), Archivio Centrale dello Stato – Roma (Casellario Politico Centrale, Busta 2398), Archivio Centrale dello Stato – Roma (Polizia Politica, Busta 589), Archivio Tobia Imperato – Torino. Nella Scheda Marchetti viene indicato come anno di nascita il 1906.