Berrina Giovanni di Francesco e Breone Luigia, nato il 14 maggio 1913 a Mamoiada (Nuoro). Operaio. Espatria in Francia con i genitori tra il 1915 ed il 1917. Espulso dal paese per vari reati, non ottempera al decreto. Di nuovo arrestato nel 1935 viene finalmente rimpatriato dal consolato. A dicembre dello stesso anno è arruolato per gli obblighi di leva nel 45. Reggimento di Fanteria di stanza a Sassari. Allo scoppio della guerra civile in Spagna, chiede di essere arruolato nei legionari del Corpo Truppe Volontarie inviati dal fascismo in Spagna. Inserito Nella II Divisione Penne Nere del Corpo Truppe Volontarie, VII Gruppo “Banderas”, 2. Batteria di accompagnamento, nel marzo 1937 durante la battaglia di Guadalajara diserta (o viene catturato) e assegnato in qualità di interprete al deposito delle Brigate Internazionali a Valencia, dove accetta di svolgere propaganda antifascista tra i prigionieri italiani. Poi passa ai reparti repubblicani in Catalogna e chiede e ottiene di essere mandato al fronte nella Brigata Garibaldi, partecipando all’ultima grande offensiva repubblicana sull’Ebro. Nel settembre 1938 è ferito negli ultimi combattimenti dei volontari internazionali. Dopo il ritiro dei volontari internazionali, deciso dal governo repubblicano nel settembre 1938, è avviato al campo di smobilitazione di Torellò. In dicembre è segnalato alle autorità italiane per avere espresso l’intenzione di attentare alla vita del re e del capo del Governo. Successivamente rientra in Francia ed è iscritto in Italia nel Bollettino delle Ricerche e nella Rubrica di Frontiera per il provvedimento d’arresto. Dopo il crollo della Francia nel 1941 è detenuto nelle carceri di Saint-Pierre a Marsiglia. Richiesto dalla CIAF (Commissione Italiana per l’Armistizio con la Francia di essere rimpatriato) Tradotto in Italia è condannato all’ergastolo per tradimento. Nessuna ulteriore notizia.