Bergonzini Pietro di Ferdinando e Cavazzuti Rosa, nato il 20 febbraio 1883, a Modena. Fabbro, anarchico. Verso la fine del 1904 diserta dal 25. Reggimento fanteria di Torino. Il Tribunale militare della stessa città lo condanna in contumacia a quattro anni di carcere per «diserzione con complotto ed alienazione di effetti militari e di armamento». Emigra in Francia in data imprecisata lavora a Lione nella Maison du Peuple, svolge attività sindacalista e antimilitarista e frequenta ambienti anarchici. Viene espulso dalla Francia prima nel 1912 e poi nel 1915 per propaganda in favore della pace, ma tali provvedimenti vengono ritirati per la intercessione di alcuni deputati. Nel luglio 1915 chiede il lasciapassare per venire in Italia fingendo di essere richiamato alle armi, ma in realtà fugge in Spagna, a Barcellona, dove cambia diverse residenze e lavori. Risulta sposato con la francese Luisa Berenguer. In Italia viene iscritto nel Bollettino delle ricerche e nella Rubrica di frontiera prima per «rintracciare e vigilare» e poi per arresto. Nel 1931 risulta tesserato alla Fai (Federaciòn Anarquista Iberica) e frequenta i suoi dirigenti. Il Consolato generale in data 13 giugno 1936 scrive che ha aperto un’officina a Barcellona. Durante la guerra si arruola con i miliziani della Sezione italiana di Carlo Rosselli e Camillo Berneri, aggregata alla Sezione italiana della Colonna Ascaso della CNT-FAI e combatte sul fronte di Huesca in Aragona. Nel 1939 viene arrestato in Spagna e tradotto il 28 settembre 1939 da Barcellona a Genova e da qui a Torino dove subisce il processo per il reato di diserzione, ma viene poi prosciolto per avvenuta prescrizione dell’azione penale. Ritorna a Barcellona, dove aveva lasciato la famiglia e l'officina, nel 1940. Poi se ne perdono le tracce.