Berard Guido di Lorenzo e Vecchio Francesca, nato Pinerolo (Torino), Di professione cameriere. Espatria clandestinamente in Francia col torinese Celestino all’inizio del 1937 da un valico della Val Roya sovrastante Saorge (Val Roya), ma é fermato dalla Gendarmerie e condotto a Nizza dove, al termine di uno stringente interrogatorio l’alternativa offerta è tra carcere e arruolamento nella Legione straniera. Evitata di misura (e non si sa come) la dura esperienza legionaria, prima di proseguire per la Spagna repubblicana deve trascorrere un breve periodo nascosto a Marsiglia (Bouches-du-Rhône). Entra in Spagna dalla fine di marzo del 1937: raggiunta Albacete (Murcia), principale base delle Brigate Internazionali, il 14 aprile fa già parte di un reparto della 12. Brigata Garibaldi. Inizia così un lungo periodo, caratterizzato dall’indefessa ricerca d’ogni possibile pretesto per non essere inviato al fronte. Tra un lavoro di scritturale nelle retrovie ed un ricovero in ospedale Berard riesce ad arrivare al momento del ritiro e della smobilitazione dei volontari internazionali. Passa infatti da un ricovero in ospedale a Tarragona all’Hospital de Sangre di Cambrils, poi da quest’ultimo a quello di Montjuic e ad un altro ancora, nel gennaio del 1939, per cui Berard riesce ad approdare indenne al campo di smobilitazione di Torelló, nel nord della Catalogna, a pochi passi dai Pirenei. Qui fiutando tempestivamente il non lontano collasso finale, ai primi di febbraio riesce a valicare la frontiera con la Francia. Non sfugge però ai controlli della Gendsarmerie che lo ferma, lo trattiene per qualche giorno ed infine lo interna nel campo di Argelès-sur-Mer (Pirenei orientali) a partire dal 6 di febbraio. Di fatto è uno dei primissimi internati dei Champs du Mépris. Poi viene trasferito anche Gurs (Basses Pyrénées) e vi deve rimanere fino al 26 marzo del 1940, in attesa di un rimpatrio che arriva ad inizio aprile. Arrestato al valico di Pont-Saint-Louis a Mentone il 7 aprile del 1940 é trasferito a Torino dove, sottoposto ad interrogatorio, rilascia ai funzionari della Regia Questura una lunghissima e circostanziata dichiarazione in cui, oltre a rilasciare una professione di fede fascista, si presta ad identificare altri 75 combattenti italiani, della Garibaldi e di altre formazioni. La commissione provinciale per il Confino di polizia, malgrado la collaborazione di Berard lo assegna a cinque anni di confino: quattro li trascorre a Ventotene, l’ultimo tra Ustica e Renicci di Anghiari (Arezzo). Dopo essere stato liberato, presumibilmente nell’estate del 1943, riesce a sopravvivere al conflitto in corso ed all’occupazione nazista. Si nasconde in Piemonte, tra Gera Lario e Saluggia. Poco prima della Liberazione, il 24 marzo del 1945, sposa a Torino Sofia Savio. Trasferitosi stabilmente nel capoluogo subalpino dall’aprile del 1949, vive del lavoro di merciaio. La sua personale e discutibile vicenda presenta non pochi punti oscuri, come quello (secondo alcune non chiarissime carte di polizia), che lo vorrebbe emigrato in Centro America nei primi anni ’50 del 1900. Ni si hanno ulteriori notizie.

Annotazioni: Biografia di Gianpaolo Giordana aggiornata al giugno 2017, realizzata sulle seguenti fonti consultate: Archivio INSMLI – Milano (Fondo Archivio Aicvas),Archivio INSMLI – Milano (Fondo Aicvas),Archivio Istituto Storico Regionale “Parri” – Bologna,Archivio Comune di Pinerolo,Archivio Centrale dello Stato – Roma (Casellario Politico Centrale) Archivio Centrale dello Stato – Confinati Politici. In una delle Schede Marchetti allegate si dichiara che Berard Guido potrebbe coincidere con Bernard Guido, ma non se ne ha la certezza. Nella nostra banca dati non risulta presente nessun combattente con il nome Bernard Guido.