Martini Rigoletto nato il 16 luglio 1907 ad Empoli (Firenze). Contadino, comunista. Nato in una famiglia mezzadrile di Santa Maria a Ripa, non va oltre la seconda elementare e trascorre la propria adolescenza nel duro lavoro dei campi. Militante dell’organizzazione comunista, nel 1930 espatria in Francia dove lavora per il Centro Estero del Partito Comunista. Inviato a Mosca frequenta per due anni la scuola leninista e dal 1932. Alloggia con Togliatti all’Hotel Lux e svolge anche compiti di vigilanza, temutissimo per la sua durezza inquisitoria nei confronti dei compagni dissidenti all’epoca delle purghe staliniane. Compie varie missioni clandestine in Italia per organizzare la lotta contro il fascismo. Allo scoppio della guerra civile in Spagna accorre come volontario, ma non è noto il ruolo e le attività svolte. Rientrato in Francia diviene membro del Comitato Centrale del Partito Comunista col nome di battaglia di “Tuti” e gli vengono affidati importanti incarichi come quello di ristabilire nel 1940 i collegamenti con l’Italia. Inviato in Jugoslavia nel 1941, per prender contatti con Tito, è arrestato e rinchiuso in un campo di concentramento, da cui riesce a fuggire. Nel giugno dello stesso anno rientra in Italia, ma appena passata la frontiera a Fiume, è nuovamente arrestato. Nel 1942 il Tribunale Speciale lo condanna a 25 anni di reclusione ed è avviato alle carceri di Civitavecchia. Vi giunge gravemente malato, forse di tifo, muore dopo 3 settimane di degenza nell’infermeria del carcere il 22 giugno 1942. Antonio Pesenti, pure lui in prigione, ebbe modo di conoscerlo e di apprezzarne le doti di dirigente. L’economista comunista ne racconta con grande partecipazione nel libro “La cattedra e il bugliolo” edito nel 1972 da “La Pietra”. Il Comune di Empoli gli ha dedicato una via.