Amedeo Filippo nato il 2 febbraio 1891 a Torino. Falegname, socialista. Nato in una famiglia poverissima, è costretto sin da giovane a lavorare come falegname. Iscritto giovanissimo al Partito Socialista si impegna nel sindacato ed è per molti anni segretario dapprima della sezione torinese e poi della Federazione nazionale dei lavoratori del legno. E’ anche membro del Comitato Esecutivo della Camera del Lavoro di Torino, dove aderisce al sindacalismo rivoluzionario. Richiamato alle armi, combatte nella guerra in Libia dal 1911 al 1912. Di nuovo richiamato nella I guerra mondiale, prosegue la sua attività antimilitarista, rifiuta per due volte le proposte per una medaglia al valore e subisce processi per propaganda contro la guerra. Partecipa attivamente ai moti del biennio rosso ed è arrestato nel 1920 per aver partecipato all’occupazione della fabbrica per la quale lavora dal ritorno dalla guerra, lo stabilimento meccanico Garavini; partecipa anche agli aspri conflitti tra capitale e lavoro che scoppiarono con la smobilitazione e il rientro dei reduci. Mentre è in prigione, nel 1921 è candidato alle elezioni politiche ed eletto deputato può uscire di cella. Nella lotta politica di quegli anni si schiera con la tendenza massimalista di Giacinto Menotti Serrati, Arturo Vella e Olindo Vernocchi ed è poi rieletto nel 1924. Di fronte all'assassinio di Matteotti, Amedeo propende per una soluzione rivoluzionaria e, a fianco di Piero Gobetti, dà vita al Comitato delle opposizioni, sorto a Torino. Nell'estate del 1925, dopo il fallimento dell’Aventino, Amedeo si dedica all’organizzazione clandestina del partito, in Piemonte, nelle fabbriche, dove aveva i maggiori contatti. Nel 1926 la sera stessa del 9 novembre, giorno in cui entrano in vigore le leggi sulla pubblica sicurezza, per Amedeo è disposto l’arresto. Per sfuggirvi, si imbarca clandestinamente su uno piroscafo ed emigra in Francia a Marsiglia, dove costruisce contatti con il Centro Socialista di Parigi da cui riceve l’incarico di organizzare il movimento politico e sindacale nel sud-est della Francia. L'incarico comporta l’estensione di questo movimento da Mentone a Marsiglia, dalle Bocche del Rodano all’Isère. Membro attivo della Lega dei diritti dell’uomo trasformato in un efficace strumento di assistenza e di integrazione dei numerosi emigrati italiani. Nel ‘36 combatte nella guerra civile in Spagna a fianco di Nenni e De Rosa nelle Brigate Matteotti fino alla sconfitta della Repubblica. Rientrato in Francia in data ignota, nel 1943 è arrestato dalla Gestapo mentre tenta di passare il confine italiano e consegnato alla polizia italiana. Rilasciato il 26 luglio 1943 a seguito dell’assalto delle carceri da parte della popolazione, riprende ad operare tra le fila socialiste. Dopo l’armistizio è nuovamente arrestato e portato alle carceri di Susa, ma successivamente liberato. Tra gli organizzatori della Resistenza a Torino, dopo la Liberazione è eletto segretario della Federazione Socialista di Torino, membro della Consulta Nazionale e Consigliere Comunale. Eletto alla Costituente non fa in tempo ad assumere la carica, poiché muore per un malore improvviso a Torino il 18 giugno 1946. Visto il forte contributo dato nella lotta antifascista, al suo funerale laico, uno dei primi ad essere celebrato nel secondo dopoguerra, partecipa una folla immensa per rendergli omaggio. Il 28 giugno 1946, il dirigente socialista è commemorato dai rappresentanti di tutti i partiti democratici. Alcide De Gasperi, allora Presidente del Consiglio e ministro degli affari esteri, si associa commosso all'elogio di Filippo Amedeo "che ha dedicato tutta la sua vita alla causa della libertà del popolo lavoratore".
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