Belmondo Davide di Giovanni Battista e Riffero Maria, nato a Matìës/Mattie (Torino) il 17 maggio 1907, comunista. Muratore nato in una famiglia di contadini antifascisti, nel primo dopoguerra é tenuto d’occhio dall’ Ovra per l’attività sovversiva e per appartenenza al Partito comunista d’Italia, per cui viene arrestato. Chiamato a prestare il servizio militare nel biennio 1927-28 é mitragliere nel Battaglione Exilles (3. reggimento Alpini). Congedatosi il 29 novembre del 1929, pochi mesi dopo espatria legalmente in Francia, dove trova lavoro e si stabilisce in Costa Azzurra. Cinque anni dopo, nel 1934, viene espulso dalla Francia a causa del suo impegno politico (il decreto di espulsione gli verrà revocato soltanto nel 1946, dodici anni dopo). Trova momentaneo rifugio in Spagna ma presto deve rientrare illegalmente in Francia. Nel corso del 1935 si iscrive alla Cgt (Confédération générale du travail) ed è possibile che l’anno successivo sia già volontario in Spagna al momento dello scoppio della guerra civile. È ipotizzabile che fin dall’estate del 1936 Belmondo abbia fatto parte di una milizia popolare spontanea e che soltanto dal 25 novembre abbia poi fatto parte del Battaglione italiano Garibaldi, con cui combatte alla Città Universitaria. Poi, sempre per la difesa della capitale Madrid, semiaccerchiata, combatte ancora a Casa de Campo, Las Rozas, Boadilla del Monte, Mirabueno ed a Morata de Tajuña (battaglia del Jarama, 7-22 febbraio 1937). E’ancora in azione nella vittoriosa battaglia di Guadalajara (8-23 marzo del 1937. Viene promosso sergente per il buon comportamento tenuto sul campo ed in primavera fa parte della 12. Brigata Inter-nazionale Garibaldi (1. Battaglione, 1. Compagnia, 1. Sezione). Dopo l’offensiva di giugno su Huesca (Aragon), sostanzialmente fallita e conclusasi con pesanti perdite umane), è di riposo con tutta la Brigata a Castelnau. A questo punto si ammala e soffre di seri problemi polmonari. Dovrebbe essere evacuato e tuttavia non può partire dal momento che per ovvii motivi non può far ritorno in Italia; convive suo malgrado con la malattia, poiché il ritorno in Francia è impedito dall’incombente decreto di espulsione. Costertto a rimanere in Spagna, dopo aver saltato la “battaglia di Brunete (a metà luglio) partecipa ad una nuova offensiva in Aragona: il 27 agosto, durante l’attacco a Farlete, viene gravemente ferito all’addome. Subito operato nelle retrovie, in un ospedale da campo delle Brigate Internazionali, deve subire un successivo intervento all’ospedale di Barbastro. Dopo una lunga permanenza in un convalescenziario delle Brigate Internazionali di Benicàssim nel Levante, le notizie su Belmondo si ingarbugliano fino a divenire piuttosto contraddittorie. Malgrado il rischio del carcere e della conseguente e definitiva espulsione dalla Francia, le sue condizioni di salute ne suggeriscono un ritorno oltre i Pirenei, ritorno suggerito anche dalla possibilità di tornare con un convoglio della CRI/Croce Rossa Internazionale in partenza per Nizza (Alpes Mari-times – Côte d’Azur). Poco prima della partenza viene accettata la sua domanda d’adesione al Partito comunista spagnolo ed a settembre del 1938 riceve la Tessera n.252723 dal Comitato di Castellon de la Plana. In Italia intanto giunge la notizia della sua presenza in Spagna e il regime ordina l’iscrizione nel Bollettino dei Ricercati (successivamente ribadita il 6 febbraio 1941 con l’inserimento nel Supplemento Sovversivi). A guarigione avvenuta viene internato in un campo non noto. Invitato a rimpatriare dalla Commissione Italiana di Armistizio, nell’ ottobre del 1940 ottiene un salvacondotto da un Regio Consolato d’Italia del Sud-Ovest francese e parte con mezzi propri verso il confine franco-italiano. Qualcosa però non lo convince in questa operazione e, quando è ormai giunto a pochi metri dal posto di confine, subo-dora il tranello e torna sui suoi passi evitando così la inevitabile cattura. Invece di tornare al campo di internamento si dà alla macchia e vi rimane quando, nel 1942 s’unisce alla Resistenza transalpina, combattendo in una formazione di Ftp (Francs tireurs et partisans), organizzati da Partito comunista francese, in collaborazione con la MOI (Main d’Oeuvre Immigré). Sopravvissuto alla guerra, ottiene un giusto riconoscimento per la sua lotta nel maquis. Si stabilisce a Nizza dove prende contatto con gli ex compagni, veterani della guerra di Spagna, che all’epoca sono attivi e molto bene organizzati grazie al lavoro del friulano Vincenzo Marchetti a Montauban ed a quello del verbanese Carlo Bacca nel Nizzardo e in Costa Azzurra. Belmondo muore a Nizza il 23 dicembre del 1987.

Annotazioni: Biografia di Gianpaolo Giordana aggiornata ad agosto 2017 realizzata sulle seguenti fonti consultate: Archivio INSMLI – Milano (Fondo Archivio Aicvas), Archivio INSMLI – Milano (Fondo Aicvas, busta 13, fascicolo 77), Archivo General de la Guerra Civil Española – Salamanca (E), Archivio Centrale dello Stato/Casellario Politico Centrale – Roma (busta 472, fascicolo 13594), Archivio del Comune di Mattie, Bollettini delle Ricerche (in ACS – CPC), Archives BDIC–Nanterre (MFM 880/37, Brigades Internationales, Fonds 545,inventaires 472/473 473)