Passadori Guido di Maurizio e Ulio Teresa, nato il 26 gennaio 1909 a Vigevano (Pavia). Disegnatore meccanico, socialista. Il padre è un commerciante di vini e la madre una tessitrice. Secondo la sua testimonianza, svolge il servizio militare come ufficiale di complemento nei bersaglieri, terminando il servizio nel 1930. Riprende allora gli studi diplomandosi in enologia a Conegliano e due anni dopo in disegno tecnico. E’ allora assunto all’Alfa Romeo di Arese (Milano) nel reparto aviazione, ma viene licenziato in quanto non in possesso delle tessera del Partito Fascista. Assunto alla Isotta-Fraschini svolge attività antifascista. Allo scoppio della guerra d’Abissinia, fa stampare numerosi volantini contro la guerra che vengono distribuiti nelle fabbriche. Nuovamente licenziato torna a Vigevano. Allo scoppio della guerra civile spagnola, organizza l’ascolto clandestino della radio repubblicana spagnola. Il 17 marzo 1937, a seguito dell’arresto di altri antifascisti, si reca in Francia con un passaporto ottenuto grazie a conoscenze in Questura, con l’intenzione di recarsi in Spagna. Da Modane (Savoia) si porta a Parigi il 18 marzo 1937 e contatta Bruno Buozzi in quanto conosce la moglie che è di Vigevano. Buozzi garantisce per lui ed il Comitato d’aiuto alla Spagna che organizza la sua partenza il 2 maggio 1937 per la Spagna, via Marsiglia. Prima della partenza redige una lettera-testamento alla moglie Piera da aprire in caso cada in Spagna, che affida alla moglie di un compagno: “Carissima e amata Piera, quando leggerai queste righe io non sarò più tra i vivi, ma sappi che sono morto per il mio ideale, tu sai quanto io abbia sempre odiato i fascisti, […], come fui perseguitato nel lavoro perché non in possesso della tessera del partito e come sono fuggito dall’Italia disperato, con il cuore straziato dal dolore, per dover abbandonarvi tutti specialmente te che ti amo tanto, ricordati sempre di me! Non dimenticarmi, domani potrai odiarmi, quando saprai che avrei potuto averti con me, ma non ho potuto, l’amore per la libertà di un popolo oppresso è stato più forte di me. Non ho saputo resistere, un giorno la nostra patria sarà libera, tu vedrai tornare i reduci spagnoli, li vedrai sfilare e allora comprenderai e sarai fiera di me. Dirai sei morto, ma sei vivo, sarai ancora tra noi perché apparterrai a quei giovani che hanno combattuto per la libertà della loro patria. So che facendo questo passo non vengo meno al tuo amore, non puoi odiarmi né compiangermi. Son certo che anche tu ti metterai tra le file e saprai continuare la mia opera fino alla fine e questo farà di te una donna grande. Non piangere, sii forte e lotta per questa libertà, lotta finché avrai un alito di fiato, finché avrai forza. Quando verrai meno, ricorda il mio sacrificio e questo di darà la forza di continuare. […]. Saluta per me mamma e papà, Dante e tutti gli amici e digli che il mio corpo riposa in terra di Spagna”. Nel primo tentativo viene fermato il 12 maggio 1937 dalla polizia francese e detenuto un mese nel carcere di Perpignano. Riuscito finalmente a raggiungere la Spagna il 18 giugno 1937, privo di documenti, con l’aiuto del Comitato di Perpignano. Dal centro di addestramento di Madrigueras scrive al fratello Guido che lavora all’aeroporto di Roma, annunciandogli di essere in Spagna ed incitandolo all’impegno politico per abbattere il regime fascista. Gli raccomanda inoltre a non credere alla propaganda che non vuole ammettere la sconfitta italiana di Guadalajara. E’ arruolato il 23 agosto 1937 nella Brigata Garibaldi, 2. Battaglione, 1. Compagnia. Il 13 ottobre 1937 è ferito agli occhi sul fronte dell’Ebro ed il 29 novembre risulta ricoverato all’ospedale di Valencia. Rientrato in servizio a alla base di Quintanar de la Repùblica, viene dichiarato inabile al servizio al fronte e mandato in licenza. Tenta allora di espatriare con un passaporto svedese falso, ma è arrestato a il 19 febbraio 1938 a Barcellona. Messo sotto inchiesta da Edoardo D’Onofrio, che lo sospetta di essere un agente dei servizi italiani, molte delle sue dichiarazioni sulla pregressa attività antifascista sono ritenute prive di conferma. Liberato alla caduta del fronte catalano riesce a passare in Francia. Rientrato in Italia in data ignota, muore a Vigevano il 24 gennaio 1949.
Annotazioni: Notizie biografiche tratte dal dossier su questo volontario in RGASPI. F. 545. op. 6. D. 525
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