Campolonghi Luigi di Agostino Campolonghi e Agnoloni Marianna, nato a Pontremoli il 14 agosto 1876. Giornalista e scrittore, socialista. Cresce in una facoltosa famiglia e viene iscritto dal padre al collegio Maria Luigia di Parma, da cui viene espulso nel 1894 per avervi condotto propaganda rivoluzionaria; a quell'espulsione ne seguono altre due, sempre per lo stesso motivo. In quegli anni a Pontremoli si costituiscono un Circolo operaio, nel 1887, e successivamente una Cooperativa di produzione e di lavoro, a cui aderisce Campolonghi. Da questa esperienza nasce nel 1898 il giornale socialista locale “La Terra”, un periodico apertamente schierato in difesa della popolazione rurale di cui diviene direttore. Per sfuggire agli arresti della repressione dopo i moti del 1898 è costretto a fuggire in Francia, dove rimane tre anni adattandosi ad esercitare i mestieri più disparati per guadagnarsi da vivere, ma continuando al tempo stesso nella sua azione di propaganda delle idee socialiste, soprattutto fra i lavoratori italiani. Prosegue così nella sua attività di giornalista, fondando il foglio socialista “L'Emigrante” e inizia a scrivere sul “Le Petit Provençal” di Marsiglia, collaborò all’Avanti! e diviene corrispondente del “Secolo” di Milano e dei due giornali genovesi “Il Caffaro” e “il Giornale”. La battaglia da lui condotta in difesa dell'organizzazione sindacale degli scaricatori di porto in occasione dello sciopero di Marsiglia del 1901, gli costa alla fine l'espulsione dalla Francia per attività sovversiva. Dopo un breve periodo in Spagna, a Barcellona, rientra quindi in Italia e si stabilisce a Savona, dove assume la carica di Segretario della prima Camera del Lavoro cittadina e di Direttore del giornale La Voce dei Lavoratori e poi de Il Diritto. Trasferitosi nel 1904 a Genova, diviene dapprima redattore responsabile del giornale “Il Lavoro”, che era stato fondato a giugno del 1903 e poi, nel 1907, direttore della rivista anticlericale La Fionda. Nel 1910 riprende la collaborazione con “il Secolo” di Milano, che lo invia dapprima a Barcellona per seguire il processo all'anarchico Francisco Ferrer (poi fucilato solo perché colpevole di essere un pedagogista anticlericale), e poi a Parigi, come corrispondente sia per quel giornale che per il Messaggero di Roma. A Parigi Luigi Campolonghi iniziò anche a collaborare al Le Petit Parisien, perfezionando la conoscenza della lingua francese. Nella capitale d'Oltralpe egli fissa definitivamente la sua residenza a partire dal 1915. Con lo scoppio della prima guerra mondiale, incoraggiato da Leonida Bissolati, si occupa attivamente del comitato France-Italie, svolgendo opera di sensibilizzazione a favore dell'alleanza tra Francia e Italia e per sostenere la causa interventista compiendo una serie di conferenze in tutta la penisola. Dopo l’avvento del fascismo nel 1922, assume una netta posizione antifascista. Nel 1923 Campolonghi rientra in Italia per dare le dimissioni dal “Secolo” e dal “Messaggero”, ormai sotto il pieno controllo del regime fascista, e torna per l'ultima volta, a Pontremoli, la città che gli aveva dato i natali. Rientrato in Francia, si stabilisce in Guascogna, nell'esilio di una fattoria nei pressi del castello di Douazan, presso Nérac, da dove inizia a combattere una strenua battaglia antifascista i collaborazione dei fuoriusciti italiani. Allo scoppio della guerra civile spagnola si reca in Spagna come corrispondente del periodico antifascista “Il Grido del Popolo”. Nella cronaca del suo viaggio pubblicata nei numeri 3 e 10 aprile 1937, narra del suo arrivo nella Catalogna repubblicana, l’incontro con gli italiani arruolati nel Battaglione della Morte, le vicende della Sezione Italiana della Colonna Ascaso, del Battaglione Matteotti e il viaggio a Madrid dove incontra il Battaglione Garibaldi dove incontra tra gli altri Giambattista Canepa e Giorgio Braccialarghe. Rientrato in Francia, nel 1939 Campolonghi si impegna per la costituzione di un Comitato Nazionale Italiano volto ad organizzare una legione di combattenti pronti a lottare contro il fascismo: un'iniziativa, questa, che è vista con sospetto dalle autorità francesi. Nel 1940 viene colpito da una grave forma di emiplegia. A Bordeaux si recano a fargli visita, tra gli altri, Giuseppe Saragat e Randolfo Pacciardi. Nel 1943, Luigi Campolonghi rientra in Italia, trovando rifugio a Settimo Vittone (Torino), dove muore il 21 dicembre 1944.
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