Valentich Baldassarre di Valentich regina nato il 15 settembre 1900 a Trieste. Macchinista, comunista. La madre, era originaria di Visinada, Compiuti i 14 anni, si reca a Budapest per frequentare la scuola macchinisti. Nel 1918 è inviato sul fronte italiano, dove si ammala di tubercolosi. Sembra che per qualche tempo sia stato internato in un campo di concentramento politico, perchè ritenuto irredentista italiano. Partecipa in seguito all'impresa dannunziana di Fiume ed aderisce ai fasci di combattimento, dai quali si allontana prima della marcia su Roma per la maturazione in lui di nuove tendenze politiche. Nel 1921 risiede per qualche periodo a Gorizia, occupato presso la Tipografia sociale, quindi rientra a Pola e vi rimane fino al maggio 1923. A Trieste, dove Sera trasferito per occuparsi presso il giornale 'Il Piccolo', frequenta i circoli comunisti. Nel 1929 venne arrestato per misura di sicurezza, perché visto in compagnia dl 'sovversivi". Nell'agosto dello stesso anno decide di espatriare clandestinamente; raggiunse Fiume e quindi Susak a nuoto. Passato a Vienna, viene arrestato, poiché privo di documenti. Liberato dopo qualche giorno, raggiunge la Svizzera. Successivamente visse in Francia c nel Lussemburgo, agendo sotto gli pseudonimi di “Remigio Benigni”, “Pratolongo”, “Giordani” e “Belli “. Nel 1934 la polizia fascista venne a conoscenza della sua residenza moscovita fin dal 1931, con lo pseudonimo di Dandolo Marco. Si sposta poi in Unione Sovietica, dove appena giunto, date le sue cagionevoli condizioni di salute, viene ricoverato in un sanatorio in Crimea. Dimesso si reca a Mosca trovando impiego come linotipista nella Tipografia di pubblicazioni estere per passare poi alle dipendenze del Commissariato per l’agricoltura in qualità di interprete. Dopo alcuni mesi, trascorsi lavorando per l'Ente sovietico per la costruzione di dirigibili, diventa capo-gruppo nella fabbrica di cuscinetti a sfere, impiantata a Mosca da una ditta italiana. Nel frattempo frequenta pure la scuola di ingegneria "Bubnov”. Allo scoppio della guerra civile in Spagna, decide di partire come volontario raggiungendo Albacete in data sconosciuta via Parigi, con un documento intestato a Marco Dandolo. Arruolato nella XII Brigata Internazionale, cade in combattimento poco tempo dopo sul fronte di Huesca.
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