Lucchetti Arturo nato nel 1890 ad Arcola (La Spezia). Giunge in Spagna intorno al 1934. Meccanico-elettricista, socialista. Segretario della sezione socialista di Arcole è legato alla corrente massimalista del partito. Nel 1921 è attivo nel movimento degli Arditi del Popolo, che si oppone agli squadristi e collabora col quotidiano “Avanti!”. Nel 1925 vistosi strettamente sorvegliato dalla polizia che lo ha schedato come socialista pericoloso, espatria illegalmente stabilendosi nel Principato di Monaco, dove lavora come elettricista. Il 9 ottobre 1928 è arrestato con Sandro Pertini a Cap d’Ail (Nizza) per l’istallazione di una postazione abusiva di telegrafica senza fili. Ricevuta la notizia la polizia italiana perquisisce senza esito la sua casa ad Arcola. Nel 1930 è inserito nel Bollettino delle Ricerche. L’anno successivo l’ impresa di trasporti da lui avviata con l’ex deputato Francesco Ceccotti, chiude per fallimento. Successivamente Lucchetti si sposta a Bruxelles, poi in Spagna a Barcellona dove fonda un fantomatico “Gruppo anarchico Reprobi” ed infine a Tolone. Nel 1935 si segnala per l’accesa propaganda contro la guerra d’Abissinia. Nel giugno 1936 torna a Barcellona da dove inizia a collaborare come agente dell’OVRA ed allo scoppio della guerra civile aderisce al POUM (Partido Obrero de Unificaciòn Marxista), un piccolo partito marxista antistalinista, Contemporaneamente si impegna per la costituzione a Barcellona di una sezione del Partito Socialista Italiano. Legato a Camillo Berneri, ne sabota più volte l’attività. Staccatosi dal POUM tenta più volte di entrare nel PSUC (Partito Socialista Unificato di Catalogna), che riunisce nella regione i comunisti ed i socialisti. Nell’archivio Nenni è conservato il carteggio ricevuto da Lucchetti con i seguenti contenuti: da Barcellona, il 9 ottobre 1936, comunica che stanno entrando nella Colonna in formazione che porta il nome di Fernando De Rosa, parecchi compagni già reduci dal fronte. Juliàn Gorkin (dirigente del POUM), sarà a Parigi a fine mese per partecipare come delegato a un comizio. Fornisce anche informazioni sulle condizioni di salute della sua compagna e chiede di poter testimoniare sulla situazione tramite l’ “Avanti!”. In un’altra lettera del 25 dicembre, 1936 da Marsiglia chiede di controllare se nell'elenco dei morti o feriti della Brigata Internazionale, appare il nome di Umberto Salvatori. Si lamenta anche per la severità dei francesi ai controlli di frontiera verso i combattenti anche feriti che ritornano e che sono costretti ad attraversare le montagne e chiede intervento di Nenni per addolcire la severità delle autorità. IL 12 febbraio 1937 da Barcellona, comunica che Umberto Salvatori che Nenni aveva indicato come scomparso, è ancora in vita e combattente a Madrid come choffeur. Poiché la sua compagna ha fatto delle transizioni e vendite a nome del Salvatori, ritenuto morto, chiede a Nenni di concedergli qualche giorno di licenza per regolare quanto fatto dalla compagna. Il 7 agosto 1938 racconta da Nimes che ha incontrato il compagno Fugazza, espulso dal partito la cui notizia dell’espulsione è stata pubblicata sull' ”Avanti!”. Ritiene l’espulsione irregolare perchè avvenuta senza interrogatorio e senza regolare commissione di inchiesta con diritto alla difesa. Spiega della necessità di persone avere oneste come Amedeo e Faraboli a Barcellona e non come Masetti che ha commesso a suo avviso "porcherie". Rientrato in Francia ai primi di febbraio, il 12 febbraio 1939 scrive da Perpignan, informando che pervengono notizie allarmanti dai campi di concentramento francesi. Le notizie riportate da Pacciardi sono a suo avviso superate, poiché nei campi si muore. A St. Cyprien dormono per terra in 25.000 "ammonticchiati", ad Argelès stessa situazione. Chiede che Nenni provveda a confortare i compagni per non farli sentire abbandonati. Infine il 14 febbraio 1939 comunica da Perpignan, 1939 che la situazione nei campi è migliorata, ma alla sede della Federazione giungono i compagni che si lamentano e chiedono aiuto. Per potersi muovere meglio chiede un biglietto di raccomandazione a Nenni da consegnare ai compagni francesi, in modo da potersi muovere con loro. Il 21 marzo 1941 invia in Italia un dettagliato memoriale dell’attività spionistica svolta ed infine rimpatria su richiesta del direttore capo della Divisione Polizia Politica. Nel 1946 in suo nome è pubblicato nella lista degli agenti dell’OVRA. Il suo successivo ricorso viene respinto.
Annotazioni: La presenza di questo volontario è confermata da Pietro Pavanin nella scheda compilata nel RGASP, Fondo 545, Archivio 6, Fascicolo 498, pag 5, IMG 0068-0069
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