Bettas Valet Giuseppe di Giuseppe e Acomas (forse Acomasso o Accomasso) Margherita, nato a Ciriè (Torino) il 19 febbraio 1907, comunista. Di professione operaio chimico. Chiamato a prestare il servizio militare in artiglieria nel 1927, poco dopo avere ottenuto il congedo, nel 1930, espatria clandestinamente in Francia. Si stabilisce inizialmente a Grenoble (Isère), ma successivamente deve trasferirsi a Parigi per motivi professionali. Nella capitale è attivo nel Soccorso Rosso Internazionale e nell’Upi (Unione popolare italiana), l’organizzazione di massa promossa dal Partito comunista fra gli italiani emigrati. È in possesso di una Carte d’Identité (Travailleurs Industriels – n. 37AA52923), rilasciatagli dalla Prefettura dell’Isère; lavora all’Entreprise Zublin & Perire di Parigi ed é iscritto alla Cgt (Confédération générale du travail), sindacato di orientamento filo-comunista. Attivo nella sezione organizzazione, per questo motivo è anche sorvegliato dalla polizia francese. Bettas Valet parte volontario per la Spagna repubblicana solo nella primavera del 1938 con uno degli ultimi contingenti di volontari destinati alle Brigate Internazionali. Dal 17 maggio fa parte della 12. Brigata Internazionale Garibaldi, 3. battaglione, 1. compagnia. A luglio prende parte all’offensiva repubblicana lungo il corso dell’Ebro, inizialmente vittoriosa. Il 5 settembre successivo nel corso della violentissima controffensiva fascista, é ferito gravemente alla spalla destra, con anchilosi all’articolazione e lesione del plesso brachiale, sui bassi ma aspri rilievi della Serra de Caballs (Tarragona). Ricevute le prime cure all’Ospedale da campo n. 62 (nelle immediate retrovie), dopo una degenza in un altro ospedale il 30 settembre é ricoverato alla Clinica delle Brigate Internazionali di Mataró (Catalogna). Risale a quel periodo una indagine politico-statistica voluta dal Commissariato delle Brigate Internazionali fra i feriti lungodegenti: Bettas Valet viene definito buon combattente benché ancora debole politicamente. Ancora ospedalizzato l’11 novembre del 1938, lascia la Spagna all’inizio della retirada. Internato nei campi francesi di Argelès-sur-Mer e di S. Cebriá de Rosselló/St.Cyprién (entrambi nei Pirenei Orientali), il 23 agosto viene liberato grazie all’intervento dell’ambasciata sovietica in Francia e riesce ad imbarcarsi alla volta dell’Unione Sovietica che aveva accolto la richiesta d’ingresso per un folto gruppo di mutilati della guerra civile. Per l’intera durata della 2ª guerra mondiale vive e lavora in URSS, dove può mettere le sue competenze professionali al servizio della produzione bellica sovietica. Alla fine della guerra mondiale nel novembre 1946, fa richiesta con altri a Paolo Robotti, funzionario del PCI, di poter rientrare in Italia. Farà ritorno in Italia soltanto il primo aprile del 1947. A Cirié sposa Maria Serafina Drovetti e continua a vivere al paese natio, dove muore il 12 settembre del 1974.

Annotazioni: Biografia di Gianpaolo Giordana edita nel volume; Sul fronte di Gandesa, realizzata sulle seguenti fonti consultate: Archivio INSMLI – Milano (Fondo Archivio Aicvas), Archivio Istituto Storico Regionale “Parri” – Bologna, Archivio Centrale dello Stato – Roma (Casellario Politico Centrale, busta 407, fascicolo 69555), Archives BDIC – Nanterre (MFM 880/37, 880/44, Brigades Internationales, fonds 545/472, fonds 545/474 e fonds 545/3, 723), Archivio del Comune di Cirié – Stato Civile.