Biondi Francesco di Vincenzo e De Luca Rosina, nato a Belvedere Marittimo (Cosenza) il 25 luglio o settembre 1900, barbiere, anarchico. Nel 1921 emigra in Argentina e si stabilisce a Buenos Aires, dove rimane per circa dieci anni lavorando come barbiere. Nel 1932 si reca a Parigi e qui prende subito contatto con gruppi antifascisti e anarchici. Vive assieme a due fuorusciti italiani noti alle autorità, Luigi Abbruzzetti e Giuseppe Giorlando. A causa della sua attività politica, il 21 febbraio 1935 viene colpito, insieme ad altri, da decreto di espulsione, ma continua a risiedere nella capitale francese dove mantiene stretti contatti con l’ex deputato socialista Oddino Morgari. Nei mesi successivi partecipa a diverse riunioni organizzate da una ventina di compagni di fede per fare il punto sulla richiesta di sospensione dei provvedimenti di espulsione, che vengono prorogati in quasi tutti i casi. Agli incontri partecipano, tra gli altri, Ernesto Bonomini, Emiliano Raniero Cecili, Antonio Cieri, Savino Fornasari, Rivoluzio Gilioli, Virgilio Gozzoli, Bruno Gualandi, Rodolfo Gunscher, Umberto Marzocchi, Leonida Mastrodicasa, Antonio Moscardini, Corrado Perissino, Italo Ragni e Umberto Tommasini. Il 4 marzo 1936, però, B. viene allontanato definitivamente dalla Francia e, non potendo ottenere dal console italiano il rinnovo del passaporto per ritornare in Argentina, si sposta a Barcellona. Anche qui si inserisce rapidamente nell’ambiente anarchico e diviene membro attivo della sezione catalana del “Soccorso rosso internazionale”; nel luglio successivo viene quindi iscritto nel “Bollettino delle ricerche” e in “Rubrica di frontiera” per il provvedimento di arresto. Mentre Biondi si trova in Spagna avviene il pronunciamiento franchista; in un rapporto di un confidente della polizia del 19 luglio 1936 si legge: «In soli due giorni e cioè dal mattino del 17 alla sera del 18 corrente sono stati armati 100.000 individui nella sola Barcellona. Tutti gli inscritti alla Fai (Federazione Anarchica Iberica) sono andati a ritirare un moschetto, due pistole, 10 bombe a mano, 100 cartucce. Molti hanno fatto il prelevamento due tre ed anche fino a sei volte. Tutti gli iscritti ai vari gruppi comunisti e alla POUM (Partito Operaio Unificazione Marxista) hanno fatto lo stesso. I nostri connazionali rispettive donne non hanno mancato al rifornimento di armi. È stata una vera gazzarra. L’ Arsenal di Montjuich è stato vuotato. È inutile che io passi in rassegna i connazionali, ripeto, tutti i sovversivi si sono recati a rifornirsi. Notiamo i più accaniti, Calligaris, Biondi, Carletti, Di Bartolomeo, Tomasello, Martini, Zarantonello, Stefanini, Raiteri, Licchetti, ecc. Uno di questi giorni verrà a Barcellona un certo Faraboli di Tolosa, personalità dell’antifascismo italiano, emigrato. Egli farà il viaggio appositamente per fare il salvataggio del Carletti e del Foico (sospettati com’ebbi a dire di tradimento dei compagni)». Ai primi del 1938 Biondi si trasferisce a Marsiglia, dove viene arrestato per infrazione al decreto di espulsione. Liberato il 18 febbraio 1939, raggiunge clandestinamente Tunisi; da lì, dopo due mesi, rientra a Marsiglia e aderisce al movimento di “Giustizia e Libertà”. Il 7 settembre 1939 ottiene il passaporto per il rimpatrio e parte per l’Italia, ma il 12 successivo viene arrestato al confine di Ventimiglia a causa di un mandato di cattura per diserzione che pendeva su di lui dal 1923. Si ignorano luogo e data di morte.
Annotazioni: Scheda biografica elaborata da K. Massara per il Dizionario Biografico on line degli Anarchici Italiani URL https://www.bfscollezionidigitali.org/entita/15153-biondi-francesco?i=10 consultata il 5 maggio 2022.
Commenti