Ginesi Umilio di Domenico e Teresa Venì, nato l’8 dicembre 1898 a Vezzano Ligure (Spezia). Operaio meccanico, anarchico. Dopo aver conseguito la licenza elementare abbandona gli studi. Frequenta fin da giovane ambienti sovversivi e presto si accosta alle idee anarchiche. Chiamato alle armi nel 1918, diserta e il 13 marzo il Tribunale di guerra di Modena lo condanna a tre anni di carcere. Rilasciato grazie all’amnistia del 2 settembre 1919, partecipa, alla Spezia, il 4 giugno 1920, all’assalto alla polveriera di Vallegrande e viene arrestato quattro mesi dopo, insieme al fratello Enrico, ritenuto comunista, con l’accusa di aver malmenato e sequestrato, il 25 settembre, due carabinieri. Rinchiuso nelle prigioni di Sarzana e Genova, protesta contro la detenzione, partecipando a due scioperi della fame, e il 17 giugno 1921 è tradotto davanti alla Corte d’assise di Chiavari, per rispondere dell’aggressione. Assolto il 18 giugno, insieme a tutti gli altri imputati, tre giorni dopo deve ripresentarsi, per l’assalto alla polveriera di Vallegrande, davanti alla stessa Corte, che lo condanna, il 23 giugno, a otto anni e nove mesi di detenzione e a un anno di vigilanza speciale per banda armata e insurrezione contro i poteri dello Stato. I giudici infliggono 11 anni e otto mesi di detenzione e due anni di vigilanza a Giuseppe Cozzani e cinque anni di detenzione a Raimondo Giraffa. Rilasciato il 13 settembre 1925, G. emigra clandestinamente in Francia in ottobre, assieme al fratello Enrico, e nel marzo del 1926 si guadagna da vivere a La Seyne-sur-Mer, facendo il muratore. Il 20 aprile è schedato. La Prefettura della Spezia ne ricorda i corposi precedenti politici e ne sottolinea la “cattiva fama”, l’assidua presenza alle manifestazioni sovversive, la capacità di far propaganda fra i compagni di fatica e la risolutezza “nell’azione rivoluzionaria”. Alla fine del 1927 viene iscritto nella “Rubrica di frontiera” e nel novembre 1928 “professa, con sempre maggiore accanimento, le idee anarchiche, delle quali è attivo propagandista. Trattandosi di anarchico capace di commettere azioni delittuose”, il console di Marsiglia ne sollecita l’arresto, qualora rimpatriasse. Nel primo semestre 1933 G. è incluso fra i sovversivi attentatori, nella prima metà del 1935 G. è collegato a Francesco Barbieri e nel dicembre 1936 varca i Pirenei, insieme a Luigi Fossi, Vasco Fontana e Adelmo Godani, per arruolarsi in una Colonna di miliziani anarchici. Ancora in Spagna al principio del 1938, torna in Francia e dopo lo scoppio della Seconda Guerra mondiale viene incarcerato nel Forte di Sainte-Cathérine e internato nel campo di sorveglianza speciale del Vernet d’Ariège fino al 17 luglio 1940. Tradotto in Italia con il secondo scaglione di connazionali rimpatriati dalla Francia, è arrestato a Sanremo il 20 luglio e portato alla Spezia. Interrogato il 14 agosto, nega di essere stato in Spagna e di aver conosciuto Fossi e Fontana e afferma di aver incontrato Boccardi soltanto quando era incarcerato a Sainte-Cathérine; dice infine di ignorare se Godani “abbia partecipato alla guerra di Spagna, perché costui un tempo si trasferì in Algeria ed è mutilato di una gamba”. Ritenuto “pericoloso nelle contingenze belliche”, viene internato a Ustica e a Pisticci fino al settembre 1943. S’ignorano data e luogo di morte.
Annotazioni: Scheda biografica redatta da F. Bucci et al per il Dizionario Biografico on line degli Anarchici Italiani URL https://www.bfscollezionidigitali.org/entita/13596-ginesi-umilio?i=5 consultata il 5 maggio 2022
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