Alfredo Boschi
Nome: Alfredo
Data di nascita: 19 aprile 1889
Luogo di nascita: Massa Marittima (Massa Marittima)
Data di morte: 1952
Luogo di morte: Issoire-Le-Broc ()
Professione: Operaio
PROFILO BIOGRAFICO
Boschi Alfredo, di Sabatino e Baldini Rosa, nato il 19 aprile 1889 a Massa Marittima (Grosseto). Operario, comunista. A undici anni spezza i solfuri misti alle bocche dei pozzi minerari di Massa Marittima, poi è falegname. Aderisce alla Federazione giovanile socialista, diventandone vicesegretario nel 1907. Scrive articoli per la “Gioventù socialista” e “l'Avanguardia!” che il 10 novembre 1907 pubblica un suo articolo:” …la scuola ci fu matrigna, ma noi non abbiamo la pomposa pretesa – come voi ironicamente dite – di conoscere a fondo tutte le teorie, tutte le dottrine, tutte le investigazioni sociologiche e scientifiche che sussidiano i geni o chi si avanza verso le alte vette della perfettibilità umana. Noi siamo andati al socialismo dalla via del cuore e da quella del bisogno. Questa nuova fede ci sprona, ci stimola allo studio, e noi, spinti da questa forza, fuggiamo dalla bettola, dal bagordo e dedichiamo quel tempo a leggere giornali e libri ove apprendiamo quali sono i nostri diritti da conquistare, i nostri doveri da compiere. E non facciamo questo per mire ambiziose, no, lo facciamo per renderci utili a noi e alla società. L’opera nostra sarà sempre rivolta al bene della classe lavoratrice alla quale noi apparteniamo…” Nel 1913 si trasferisce a Follonica per lavorare alle fonderie (in un reparto di modellisti) e qui, nel 1915, assiste a un convegno contro la guerra. Sposa Allegri Sofia dalla quale ha due figli, Siria e Sirio e comincia a collaborare al “Risveglio”, il foglio socialista di Grosseto, che viene stampato a Follonica, nella Poligrafica di Calab Ferrini. Molto stimato dai compagni di fatica e di idee, che apprezzano le proposte intelligenti e concrete, che egli presenta alle riunioni della piccola Lega metallurgica e ai convegni e alle conferenze socialiste, Alfredo assiste, nel gennaio del1915, al convegno follonichese contro la guerra, che si chiude con l’approvazione di un ordine del giorno, che minaccia la sciopero insurrezionale se l’Italia dichiarerà guerra all’Austria, e nei mesi seguenti ha, sulle pagine de “Il risveglio”, aspre polemiche con gli interventisti. Chiamato alle armi alla fine del 1916, torna a Follonica dopo l'armistizio e nel 1919 nel corso di un’ “adunanza numerosissima”, che presiede insieme al segretario della sezione socialista Aldo Salvestrini viene eletto capo della locale Lega proletaria dei combattenti, dei mutilati e dei reduci di guerra per cui tiene numerosi discorsi pubblici. L'8 e il 9 gennaio 1920 interviene al 2° congresso della Camera confederale del Lavoro di Grosseto e presenta un ordine del giorno che ne riafferma l'indirizzo rivoluzionario, auspicando l'adesione alla Terza internazionale. Delegato al Congresso socialista di Livorno del 1921 che sancisce la scissione del Partito Comunista d’Italia, viene eletto segretario della sezione comunista di Follonica e membro del direttivo provinciale del PCI. Allontanato da Follonica dai fascisti al principio di luglio di quell’anno (anche il fratello Natale, anarchico militante, è aggredito), il ventitré luglio 1921 il “Giornale del Tirreno”, un foglio reazionario, che esce a Piombino scrive che:” Il Fascio ha poi imposto l’allontanamento immediato e definitivo del capo dei comunisti Boschi Alfredo perché stava organizzando squadre per affrontare i fascisti locali e formando arditi del popolo”. Boschi si rifugia a Tivoli e poi a Torino, dove è assunto come falegname alla Fiat. A Torino, nel dicembre del 1924, è sottoposto a perquisizione personale e domiciliare e ne vengono realizzati i rilievi segnaletici e fotografici. Nel febbraio 1925 la Prefettura di Torino procede alla schedatura di Boschi che viene descritto alto 1.70, corporatura robusta, capelli castani, colorito bruno roseo, fronte media diritta. Alla Fiat, è membro della commissione interna del Lingotto e il 15 febbraio 1925 rappresenta gli operai torinesi al Convegno sindacale metallurgico di Milano; in seguito, è eletto consigliere della Mutua interna operai Fiat (4 aprile 1925), di cui diverrà presidente. La polizia segnala che:” Riceve e legge giornali sovversivi e fa attiva propaganda “con discreto profitto fra gli operai incitandoli ad iscriversi nelle organizzazioni sindacali di classe… Prende parte a tutte le manifestazioni del partito cui è iscritto ed a Follonica fu ritenuto uno dei maggiori organizzatori delle agitazioni sovversive, che ebbero luogo colà negli anni 1919-1920”. Nel giugno 1925 si reca a Roma per conferire con i dirigenti del PCI, mentre il 3 luglio 1925 polemizza su “l'Unità” con il foglio socialdemocratico “La giustizia”. Il 22 novembre 1926, solo diciassette giorni dopo l’approvazione delle leggi eccezionali, è assegnato dalla Commissione provinciale di Torino a 5 anni al confino, ma sfugge all’arresto perché si è già rifugiato in Francia, a Parigi in rue Grands-Champs, 84. Per mantenersi a Parigi, va per qualche tempo a lavorare nei i mercati e porta in automobile la pasta dai magazzini dei grossisti alle botteghe al dettaglio. Nel 1927 fa parte di una delegazione in visita alle fabbriche russe, su invito del governo sovietico. Nel frattempo, in Italia, il Ministero dell'Interno telegrafa ai prefetti italiani di provvedere al suo fermo e alla perquisizione in caso di rimpatrio (circolare del 14 luglio 1927) e la Scuola Superiore di Polizia trasmette al Ministero 120 sue foto da spedire ai prefetti e ai posti di frontiera. Tornato dalla Russia a Parigi, Boschi si trasferisce nel 1928 a Bagnolet (Seine Saint Denis), dove gestisce un negozio di frutta. Nei primi mesi del 1934, invece, risulta abitare a Le Broc par Issoire (Puy-de-Dômee) lavorare in una fabbrica di Clermont-Ferrand (Puy-de-Dome) (sarà licenziato presto per rappresaglia sindacale). Nel settembre del 1934 è a Liginiac (Corrèze) e fa il muratore per l'impresa Ballot. Nel 1935, il Bollettino delle ricerche gli assegna la scheda 0323, in cui la Questura di Torino chiede che venga immediatamente arrestato qualora dovesse rientrare in Italia. Nell’ottobre 1936, gli informatori fascisti scrivono che è a Marsiglia (Bouche du Rhone), dove sarebbe giunto dalla Spagna, e si occuperebbe del reclutamento di volontari. Nel novembre, invece, la Divisione di polizia politica lo segnala diretto in Spagna per arruolarsi personalmente. Se ne perdono le tracce fino al marzo 1938, quando, in occasione del viaggio del Führer in Italia, la Questura di Grosseto richiede ai comuni della provincia l’aggiornamento dello schedario dei sovversivi: la stazione dei Carabinieri di Massa Marittima riferisce sul comunista Boschi, emigrato prima del 1923 per Follonica, e le indagini sul suo conto evidentemente riprendono. Nel 1938 viene così rintracciato in Francia, dove lavorerebbe nelle Officine Condamine di Clermont-Ferrand. Il 20 novembre 1938 la sua foto compare sul Bollettino delle ricerche e nel gennaio 1939 è confermata la sua iscrizione alla Rubrica di frontiera per il provvedimento di arresto, come comunista. Rimasto in Francia dopo lo scoppio della guerra, Boschi partecipa alla lotta di liberazione nelle file dei Francs Tireurs Partisans , insieme con la figlia Siria ed al genero Maxime Concordet, un socialista di sinistra. Stabilitosi definitivamente in Francia nel dopoguerra, torna in Italia per qualche giorno nel 1946 dove una foto lo ritrae in piazza a Follonica. Muore a Issoire-Le-Broc (Puy-de-Dôme) nel 1952.
Annotazioni: Un diplomatico, il dott. Ettore Pettinari, fa sapere (nel dicembre 1936) che sotto il nome di Alfredo Boschi si celerebbe Mazzino Chiesa, un comunista di Livorno, arruolato nella Colonna Italiana, ma la notizia sembra priva di fondamento. Informazioni biografiche tratte dalla banca dati ISGREC: http://gestionale.isgrec.it/sito_spagna/ita/grossetani/boschi_ita.htm, ULR consultata il 2 maggio 2022LEGATE A QUESTA BIOGRAFIA
Bibliografia
- Gli antifascisti grossetani nella guerra civile spagnola / di Fausto Bucci ... \et al.! ; collaborazione di Claudio Carboncini, Bruno Ferrini e Luca Verdini. - Follonica : La ginestra, 2000. - 236 p. : ill. ; 22 cm.. - (Quaderni Virginia Gervasini ; 5). - [BNI] 2001-7622., p. 95-109.
- Radio Maremma Rossa per una memoria storica locale R/esistenziale, https://www.radiomaremmarossa.it/biografie-r-esistenti/alfredo-boschi/
Fonti archivistiche
Bibliografia nascosto
Altri riferimenti
Documenti
Fotografie
Alfredo Boschi
Nome: Alfredo
Data di nascita: 19 aprile 1889
Luogo di nascita: Massa Marittima (Massa Marittima)
Data di morte: 1952
Luogo di morte: Issoire-Le-Broc ()
Professione: Operaio
PROFILO BIOGRAFICO
Boschi Alfredo, di Sabatino e Baldini Rosa, nato il 19 aprile 1889 a Massa Marittima (Grosseto). Operario, comunista. A undici anni spezza i solfuri misti alle bocche dei pozzi minerari di Massa Marittima, poi è falegname. Aderisce alla Federazione giovanile socialista, diventandone vicesegretario nel 1907. Scrive articoli per la “Gioventù socialista” e “l'Avanguardia!” che il 10 novembre 1907 pubblica un suo articolo:” …la scuola ci fu matrigna, ma noi non abbiamo la pomposa pretesa – come voi ironicamente dite – di conoscere a fondo tutte le teorie, tutte le dottrine, tutte le investigazioni sociologiche e scientifiche che sussidiano i geni o chi si avanza verso le alte vette della perfettibilità umana. Noi siamo andati al socialismo dalla via del cuore e da quella del bisogno. Questa nuova fede ci sprona, ci stimola allo studio, e noi, spinti da questa forza, fuggiamo dalla bettola, dal bagordo e dedichiamo quel tempo a leggere giornali e libri ove apprendiamo quali sono i nostri diritti da conquistare, i nostri doveri da compiere. E non facciamo questo per mire ambiziose, no, lo facciamo per renderci utili a noi e alla società. L’opera nostra sarà sempre rivolta al bene della classe lavoratrice alla quale noi apparteniamo…” Nel 1913 si trasferisce a Follonica per lavorare alle fonderie (in un reparto di modellisti) e qui, nel 1915, assiste a un convegno contro la guerra. Sposa Allegri Sofia dalla quale ha due figli, Siria e Sirio e comincia a collaborare al “Risveglio”, il foglio socialista di Grosseto, che viene stampato a Follonica, nella Poligrafica di Calab Ferrini. Molto stimato dai compagni di fatica e di idee, che apprezzano le proposte intelligenti e concrete, che egli presenta alle riunioni della piccola Lega metallurgica e ai convegni e alle conferenze socialiste, Alfredo assiste, nel gennaio del1915, al convegno follonichese contro la guerra, che si chiude con l’approvazione di un ordine del giorno, che minaccia la sciopero insurrezionale se l’Italia dichiarerà guerra all’Austria, e nei mesi seguenti ha, sulle pagine de “Il risveglio”, aspre polemiche con gli interventisti. Chiamato alle armi alla fine del 1916, torna a Follonica dopo l'armistizio e nel 1919 nel corso di un’ “adunanza numerosissima”, che presiede insieme al segretario della sezione socialista Aldo Salvestrini viene eletto capo della locale Lega proletaria dei combattenti, dei mutilati e dei reduci di guerra per cui tiene numerosi discorsi pubblici. L'8 e il 9 gennaio 1920 interviene al 2° congresso della Camera confederale del Lavoro di Grosseto e presenta un ordine del giorno che ne riafferma l'indirizzo rivoluzionario, auspicando l'adesione alla Terza internazionale. Delegato al Congresso socialista di Livorno del 1921 che sancisce la scissione del Partito Comunista d’Italia, viene eletto segretario della sezione comunista di Follonica e membro del direttivo provinciale del PCI. Allontanato da Follonica dai fascisti al principio di luglio di quell’anno (anche il fratello Natale, anarchico militante, è aggredito), il ventitré luglio 1921 il “Giornale del Tirreno”, un foglio reazionario, che esce a Piombino scrive che:” Il Fascio ha poi imposto l’allontanamento immediato e definitivo del capo dei comunisti Boschi Alfredo perché stava organizzando squadre per affrontare i fascisti locali e formando arditi del popolo”. Boschi si rifugia a Tivoli e poi a Torino, dove è assunto come falegname alla Fiat. A Torino, nel dicembre del 1924, è sottoposto a perquisizione personale e domiciliare e ne vengono realizzati i rilievi segnaletici e fotografici. Nel febbraio 1925 la Prefettura di Torino procede alla schedatura di Boschi che viene descritto alto 1.70, corporatura robusta, capelli castani, colorito bruno roseo, fronte media diritta. Alla Fiat, è membro della commissione interna del Lingotto e il 15 febbraio 1925 rappresenta gli operai torinesi al Convegno sindacale metallurgico di Milano; in seguito, è eletto consigliere della Mutua interna operai Fiat (4 aprile 1925), di cui diverrà presidente. La polizia segnala che:” Riceve e legge giornali sovversivi e fa attiva propaganda “con discreto profitto fra gli operai incitandoli ad iscriversi nelle organizzazioni sindacali di classe… Prende parte a tutte le manifestazioni del partito cui è iscritto ed a Follonica fu ritenuto uno dei maggiori organizzatori delle agitazioni sovversive, che ebbero luogo colà negli anni 1919-1920”. Nel giugno 1925 si reca a Roma per conferire con i dirigenti del PCI, mentre il 3 luglio 1925 polemizza su “l'Unità” con il foglio socialdemocratico “La giustizia”. Il 22 novembre 1926, solo diciassette giorni dopo l’approvazione delle leggi eccezionali, è assegnato dalla Commissione provinciale di Torino a 5 anni al confino, ma sfugge all’arresto perché si è già rifugiato in Francia, a Parigi in rue Grands-Champs, 84. Per mantenersi a Parigi, va per qualche tempo a lavorare nei i mercati e porta in automobile la pasta dai magazzini dei grossisti alle botteghe al dettaglio. Nel 1927 fa parte di una delegazione in visita alle fabbriche russe, su invito del governo sovietico. Nel frattempo, in Italia, il Ministero dell'Interno telegrafa ai prefetti italiani di provvedere al suo fermo e alla perquisizione in caso di rimpatrio (circolare del 14 luglio 1927) e la Scuola Superiore di Polizia trasmette al Ministero 120 sue foto da spedire ai prefetti e ai posti di frontiera. Tornato dalla Russia a Parigi, Boschi si trasferisce nel 1928 a Bagnolet (Seine Saint Denis), dove gestisce un negozio di frutta. Nei primi mesi del 1934, invece, risulta abitare a Le Broc par Issoire (Puy-de-Dômee) lavorare in una fabbrica di Clermont-Ferrand (Puy-de-Dome) (sarà licenziato presto per rappresaglia sindacale). Nel settembre del 1934 è a Liginiac (Corrèze) e fa il muratore per l'impresa Ballot. Nel 1935, il Bollettino delle ricerche gli assegna la scheda 0323, in cui la Questura di Torino chiede che venga immediatamente arrestato qualora dovesse rientrare in Italia. Nell’ottobre 1936, gli informatori fascisti scrivono che è a Marsiglia (Bouche du Rhone), dove sarebbe giunto dalla Spagna, e si occuperebbe del reclutamento di volontari. Nel novembre, invece, la Divisione di polizia politica lo segnala diretto in Spagna per arruolarsi personalmente. Se ne perdono le tracce fino al marzo 1938, quando, in occasione del viaggio del Führer in Italia, la Questura di Grosseto richiede ai comuni della provincia l’aggiornamento dello schedario dei sovversivi: la stazione dei Carabinieri di Massa Marittima riferisce sul comunista Boschi, emigrato prima del 1923 per Follonica, e le indagini sul suo conto evidentemente riprendono. Nel 1938 viene così rintracciato in Francia, dove lavorerebbe nelle Officine Condamine di Clermont-Ferrand. Il 20 novembre 1938 la sua foto compare sul Bollettino delle ricerche e nel gennaio 1939 è confermata la sua iscrizione alla Rubrica di frontiera per il provvedimento di arresto, come comunista. Rimasto in Francia dopo lo scoppio della guerra, Boschi partecipa alla lotta di liberazione nelle file dei Francs Tireurs Partisans , insieme con la figlia Siria ed al genero Maxime Concordet, un socialista di sinistra. Stabilitosi definitivamente in Francia nel dopoguerra, torna in Italia per qualche giorno nel 1946 dove una foto lo ritrae in piazza a Follonica. Muore a Issoire-Le-Broc (Puy-de-Dôme) nel 1952.
Annotazioni: Un diplomatico, il dott. Ettore Pettinari, fa sapere (nel dicembre 1936) che sotto il nome di Alfredo Boschi si celerebbe Mazzino Chiesa, un comunista di Livorno, arruolato nella Colonna Italiana, ma la notizia sembra priva di fondamento. Informazioni biografiche tratte dalla banca dati ISGREC: http://gestionale.isgrec.it/sito_spagna/ita/grossetani/boschi_ita.htm, ULR consultata il 2 maggio 2022
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