Albini Giulio di Rocco e Guenza Caterina, nato a Premia (provincia di Novara oggi Verbania, Cusio, Ossola), in Frazione Passo il 28 ottobre 1899, comunista. Di professione scalpellino, boscaiolo ma all’occorrenza anche contrabbandiere, combatte in un reparto di assaltatori nel corso della prima Guerra mondiale. Nel maggio del 1937, espatria clandestinamente direttamente dall’Italia per andare volontario nella Spagna repubblicana. Entra in Spagna il primo luglio 1937. Dopo un periodo di addestramento nelle campagne intorno ad Albacete (Murcia), principale base delle brigate Internazionali e sede dei Comandi e del Commissariato, da luglio fa parte della 12. Brigata Internazionale Garibaldi, 2. Battaglione, 2. Compagnia. Non appena segnalato in Spagna, sempre nel 1937, viene iscritto in Rubrica di Frontiera per l’arresto; l’anno successivo viene anche inserito nel Bollettino delle Ricerche, Supplemento Sovversivi ricercati dall’Ovra. Tra l’estate del 1937 e la primavera dell’anno successivo combatte in luglio a Farlete (Aragona) e in ottobre a Fuentes de Ebro (Aragona); poi combatte ancora a Campillo nel corso dell’offensiva diversiva del febbraio 1938 in Extremadura. Un mese dopo, le Brigate Internazionali sono bruscamente richiamate da un periodo di riposo e inviate d’urgenza in Aragona, per cercare di contenere lo sfondamento fascista in direzione del Mediterraneo: Albini, che ora fa parte del 2. battaglione, 3. compagnia, prende parte ai combattimenti nel settore di Caspe ed alla difficilissima ritirata verso il basso corso dell’Ebro. L’estate lo vede impegnato nella battaglia dell’Ebro (luglio-ottobre) come caporale mitragliere: é ferito in combattimento nel settembre 1938 sulla quota 467 (Sierra de Caballs), nel corso della violenta controffensiva fascista. Dopo il ritiro dai fronti dei volontari delle Brigate Internazionali si trova in un campo di smobilitazione nel Nord della Catalogna. Dopo la caduta senza combattere di Barcellona (26 gennaio del 1939), Albini riprende con altri le armi e fa parte dell’Agrupación de Fuerzas Internacionales (15. Brigata Internazionale, commissario politico Giuliano Pajetta), che combatte ancora per ritardare l’avanzata fascista verso la frontiera pirenaica e proteggere la ritirata di civili e sbandati. Rientra in Francia tra gli ultimi, il 10 febbraio, quando i fascisti controllano già buona parte della frontiera franco-catalana. Internato inizialmente nella Fortezza di Mont Louis (Pyrénées Orientales), pochi mesi dopo viene trasferito nel campo di Gurs (Basses Pyrénées). Ne esce il 25 marzo 1940, precettato in una CTE (Compagnies de Travailleurs Etrangers) incaricata di lavori di consolidamento alle fortificazioni lungo le frontiere francesi di terra e di mare. Riesce ad evadere e tempo dopo, in contatto con il Partito, raggiunge a Chateauroux (Hautes-Alpes) dove incontra un altro veterano di Spagna, il friulano Domenico Tomàt. I due si impratichiscono sul territorio delle Alpi Marittime, al confine con la provincia di Cuneo. Dall’autunno del 1942, grazie alla complicità ed all’aiuto di un paio di famiglie di montanari-contrabbandieri che vivono sugli opposti versanti, tracciano e tengono aperto un percorso clandestino che consentirà ai dirigenti comunisti, ancora in libertà nella Francia occupata e collaborazionista (tra i quali Antonio Roasio, Giorgio Amendola, Giuliano Pajetta, Celeste Negarville, Felice Platone e Agostino Novella), di rientrare in Italia in tempo utile per l’organizzazione degli scioperi del marzo 1943 e per indirizzare politicamente e militarmente la lotta di Liberazione ormai prossima. Nel febbraio del 1944 Albini rientra in Italia attraverso il confine svizzero: per alcuni mesi è partigiano in una formazione garibaldina dell’Ossola; poi, dalla tarda primavera fa parte della 4. Brigata Garibaldi “Cuneo” (Comandante Vincenzo Modica “Petralia¨ e Commissario politico Leo Lanfranco ¨Carlo¨) operante nelle Valli Po, Infernotto e Luserna. All’inizio di aprile del 1945, alla vigilia della Liberazione, raggiunge infine in Val di Susa i garibaldini della 15. Brigata d’assalto Garibaldi “Bruno Peirolo”. Dopo la Liberazione torna a vivere in famiglia a Premia. Si impiega come cuoco nei cantieri ossolani della Società Edison. Muore a Premia il 27 gennaio del 1964.

Annotazioni: Biografia di Gianpaolo Giordana aggiornata al febbraio 2017, realizzata sulle seguenti fonti consultate: Archivio INSMLI – Milano (Fondo Archivio Aicvas), Archivio INSMLI – Milano (Fondo Aicvas, busta 8, fascicolo 62), Archivio Istituto Storico Regionale “Parri” – Bologna, Archivio Centrale dello Stato – Roma (Casellario Politico Centrale, busta 52, fascicolo 138544), Archivio familiare Marcella e Remo Albini – Domodossola, Archivio del Comune di Premia (VCO), Archivo General Militar de Ávila (Spagna), Archives BDIC – Nanterre (MFM 880/1, Brigadas Internacionales, Fonds 545/ 6-14) e (MFM 880/ 37, Brigadas Internacionales, Fonds 545/ 472-3). Nella Scheda Marchetti viene indicata una doppia data di nascita: il 25 ottobre 1899 e il 28 ottobre 1898.