Fabrizi Francesco nato il primo aprile 1904 a Cingoli (Macerata). Calzolaio, comunista. A diciotto anni rimasto solo e senza lavoro (dopo la licenza elementare ha imparato il mestiere di calzolaio), decide di espatriare, anche perché è perseguitato politicamente poiché simpatizza per il neonato Partito comunista. II 15 agosto 1922 passa clandestinamente il confine a Bardonecchia con un amico che aveva dei parenti in Francia. Si reca nella provincia di Nancy (Meurthe-et-Moselle) e trova lavoro nelle miniere di Piennes dove resta per più di anno. Costretto per malattia ad abbandonare il lavoro in miniera, nel 1924 passa in Lussemburgo e precisamente a Differdange lavorando presso le locali acciaierie. Malgrado questo suo peregrinare, Fabrizi non abbandona il suo interesse politico, frequenta elementi antifascisti, s'impegna come autodidatta a migliorare la sua cultura politica, non disdegna di menare le mani quando capita l'occasione. Il 29 aprile 1929 presso la sua abitazione avviene uno scontro a fuoco tra fascisti e antifascisti. Arrestato viene rilasciato per mancanza di prove. Decide a questo punto, il primo febbraio 1930, di rientrare in Francia, anche perché il lavoro pesante mette a repentaglio la sua salute. Si stabilisce a Rosselange (Mosella) e apre un piccolo negozio da calzolaio. Diventa esponente di primo piano della cellula comunista del luogo, svolge attiva propaganda e continua nei suoi scontri con i fascisti. Nel maggio 1933 dopo un'ennesima lite viene denunciato alla polizia, condannato a 16 franchi di multa e all' espulsione dal territorio francese. Per nulla intenzionato a lasciare la Francia si appella alla LIDU (Lega Italiana per i Diritti dell’Uomo), riuscendo a rimanere in Francia a Florange (Moselle), dove diviene sostenitore del Soccorso Rosso. Risulta che si sia arruolato nell'ottobre 1936 in Spagna con lo pseudonimo di “Giapponesi” nel Battaglione Garibaldi e passa poi alla Brigata Garibaldi. E’ presumibile che partecipi a tutte le battaglie che coinvolgono la Garibaldi, Jarama (febbraio 1937), Huesca (giugno 1937) Brunete (agosto 1937) Fuentes del Ebro (ottobre 1937) Extremadura (febbraio 1938) e (marzo 1938), dove la Brigata Garibaldi è chiamata a contrastare una violenta offensiva franchista che porterà i repubblicani a ritirarsi sulla sponda sinistra dell’Ebro e i nazionalisti a raggiungere il 15 aprile 1938 il Mar Mediterraneo a Vinaroz, dividendo in due il territorio repubblicano. Partecipa anche all’ultima offensiva repubblicana dell’Ebro (luglio-novembre 1938). A seguito del ritiro dei volontari internazionali, deciso dal governo repubblicano a fine settembre 1938, mentre ancora si combatte la battaglia dell’Ebro, Fabrizi è avviato ad un campo di smobilitazione. Esce dalla Spagna al crollo del fronte catalano nel febbraio 1939 sarebbe stato internato prima nel campo di Argeles-sur-Mer poi a Gurs infine al Vernet. Nel suo periodo di internamento è schedato come estremista politico e non come ex-miliziano. Negli atti della polizia politica non risulta mai essere stato in Spagna, ma la stessa polizia ammette di non sapere nulla sulla sua condotta nel periodo della guerra spagnola. A seguito dello scoppio della II guerra mondiale e la resa della Francia, Fabrizi è tradotto in Italia il 13 maggio 1941 e incarcerato a Macerata. Interrogato nega tutti gli addebiti mossi nei suoi confronti e nega di essere stato in Spagna, ma viene ugualmente assegnato al confino per cinque anni per attività antifascista all’estero. Viene liberato a seguito della caduta del fascismo nell’agosto 1943 e partecipa alla guerra di Liberazione. Muore a Civitanova Marche (Macerata) il primo febbraio 1985.
Annotazioni: Scheda biografica redatta da Roberto Lucioli per il volume Gli antifascisti marchigiani nella guerra di Spagna (1936-1939) [Ancona]: ANPI Marche/Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nelle Marche, stampa 1992
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