Neri Ermanno di Emanuele e Carli Elisa, contadini, nato il 21 giugno 1898 a Sassofortino (Grosseto). Frequenta le scuole elementari. Richiamato alle armi va al fronte. Nel gennaio 1918 in licenza, partecipa alle proteste contro la guerra e il militarismo di Roccatederighi ed è condannato a 2 mesi di carcere per resistenza alle forze dell'ordine. Congedato, aderisce durante il biennio rosso a un circolo di impronta socialcomunista e prende parte alle agitazioni proletarie di Sassofortino, Roccatederighi, Montemassi, Roccastrada e Sticciano. Forse partecipa nell’ottobre del 1920 anche alla all’attacco della fattoria Pierazzi a Civitella per impedire lo sfratto di un mezzadro. L’edificio degli agrari viene “espugnato” e le bandiere rosse e rosso-nere, issate sulla struttura dal massimalista Adolfo Catoni e dall’anarchico Davide Bartaletti. Dopo la selvaggia strage di nove persone, perpetrata dagli squadristi a Roccastrada nel luglio 1921, Neri emigra in Francia, ad Auboué (Meurthe-et-Moselle), dove lavora come manovale in una miniera di ferro. In seguito si sposta a Branville, Calais, Bastia (dal 1924 al 1931) dove prepara il carbone di legna e nel 1931 a Marsiglia. Lavora nel bacino carbonifero di Calais, e scarica le navi nel porto di Marsiglia. Trasferitosi in data imprecisata nel Var, dal 1932 al 1937 vi svolge un'intensa attività anarchica che non sfugge ai fascisti. Il 27 agosto 1936 il prefetto di Grosseto lo segnala a Lavandon (Var) come accanito oppositore del fascismo ed il 15 settembre 1936 ne chiede l’iscrizione alla Rubrica di frontiera come sovversivo da perquisire e segnalare. Nel 1938 Neri è in Spagna arruolato nelle milizie rosse spagnole, ma viene arrestato in data imprecisata insieme a Carlo Montresor, Enrico Crespi, Dante Armanetti, Salvatore Fusari e altri compagni di fede, ed è incarcerato fra i dissidenti nelle carceri repubblicane. Al principio dal 1939, il Comitato anarchico italiano pro Spagna, con sede a Parigi, si occupa del suo caso in collaborazione con la Lidu di Barcellona di Giaele Franchini e ne ottiene il rilascio poco prima della caduta di Barcellona. Tornato in Francia il 7 febbraio 1939, Neri viene nuovamente incarcerato nel campo di Argeles (dove aderisce al gruppo anarchico “Libertà o morte”); trasferito nel campo di Gurs, vi resta fino alla resa della Francia. Dopo la capitolazione francese, Neri entra in Belgio e il 17 giugno 1940 si presenta al Consolato italiano di Bruxelles, per essere rimpatriato: sarà arrestato al Brennero il 24 successivo e tradotto a Grosseto. Interrogato il 29 giugno, il 7 luglio 1940 nega ogni addebito, sostenendo: “Non sono mai stato in Spagna né prima né durante la guerra svoltasi colà. Escludo di aver fatto parte del gruppo libertario “Libertà o morte”. Ho sentito parlare al primo campo di concentramento della vedova Angeloni che non ho mai conosciuta”. Non viene creduto e deferito alla Commissione provinciale di Grosseto che lo lo assegna a 5 anni di confino per attività antifascista all'estero. Dopo essere stato schedato dalla Prefettura di Grosseto ed esser stato sottoposto a visita medica, Neri parte per Ventotene il 12 luglio. Nel 1942, tuttavia, è ricoverato per qualche mese all'ospedale di Napoli per l'aggravarsi dell'eczema contratto nei campi di internamento francesi. Tradotto di nuovo a Ventotene nell'agosto del 1942, il direttore della Colonia, dott. Marcello Guida, fa sapere ai superiori che “il confinato Neri – antifascista schedato e pericoloso – in colonia non ha dato segni di ravvedimento e si è sempre affiancato ai peggiori sovversivi”. Neri viene rilasciato l'11 o il 23 agosto 1943 e inviato a Sassofortino con foglio di via obbligatorio e l'obbligo di presentarsi a Grosseto entro 3 giorni. Riferisce su di lui il maresciallo dei carabinieri di Roccastrada il 30 agosto 1943, ma da allora Neri si rende irreperibile e, nel marzo 1944, il questore di Grosseto richiede ai prefetti della RSI di effettuare ricerche, finalizzate all'arresto e alla traduzione nel campo di concentramento di Bagno Ripoli. I tentativi di catturarlo sono infruttuosi e Neri riprende il suo posto nel movimento anarchico clandestino, fondando i due gruppi libertari di Roccatederighi e Ribolla e partecipando al gruppo di Piombino. Ancora attivo nel dopoguerra, viene sorvegliato dalle forze dell'ordine fino al 1967: nel novembre 1947 risulta aver versato un contributo a “Umanità nova”; nell'estate del 1948 promuove il restauro del movimento a Francisco Ferrer a Roccatederighi distrutto dai fascisti nel 1921; nel novembre 1948 e, di nuovo, nel gennaio 1949 versa 200 lire pro vittime politiche. Viene sorvegliato dalla polizia fino al 1967. Non si conosce il luogo e la data del decesso.
Annotazioni: Scheda biografica che include dati raccolti da Ilaria Cansella e Francesco Cecchetti per la banca dati ISGREC sui volontari antifascisti toscani in guerra di Spagna: http://gestionale.isgrec.it/sito_spagna/ita/grossetani/neri_ita.htm (URL consultata il 1° maggio 2021)
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