Repossi Giacinto di Pietro e Chiesa Anna, nato a Torino il 20 febbraio del 1894, anarchico. Di professione giornalaio edicolante (con la moglie Antonietta Teresa Barattero gestisce un’edicola in Torino). Non abbiamo informazioni sulla sua situazione militare ma sappiamo che era padre di due figli, uno dei quali di nome Aldo. Espatriato clandestinamente in Francia nel corso del 1927, da un valico sovrastante Bardonecchia, viene segnalato per breve tempo a Lione (Rhône). In seguito si trasferisce a Parigi (vive all’ Hotel Georges, al 2 di rue Voltaire) ed infine a Villejuif (Val-de-Marne) non lontano dalla capitale dove abita in rue Pasteur ed infine al 165 di rue de Sciaronne. Per vivere Repossi si adatta a lavoretti precari e poco duraturi, di rado più di due o tre mesi, ma ope-ra in prevalenza come imbianchino, pittore e decoratore. L’espatrio clandestino gli vale la inevitabile iscrizione in Rubrica di frontiera per l’arresto (poi retti-ficato in perquisizione e segnalazione) ed in breve tempo, anche la iscrizione nel Bollettino dei sovversivi ricercati dall’Ovra. Anni dopo, nel 1941, viene iscritto una seconda volta in Rubrica di Frontiera per l’arresto. Parte volontario per la Spagna nella estate del 1936, non si sa esattamente la data. Non si sa in quale colonna si sia arruolato o su quali fronti abbia combattuto. Fino a non molto tempo fa in nessuno degli elenchi di combattenti repubblicani fin qui consultati, era mai emerso il suo nome: la presenza in Spagna era conosciuta, benché in termini piuttosto vaghi, ma soltanto all’interno del movimento libertario. La conferma ci viene da due righe riprodotte da un nuovo lunghissimo elenco conservato nell’archivi di Salamanca che ne testimonia almeno la sicura presenza in Spagna. Alla pagina 318 si legge: “Foglio 318: Repossi Giacinto–Nato a Torino (Italia). 42 anni. Libertario. Arruolato nel febbraio del 1937”. Non sappiano in quale momento della guerra civile egli sia ritornato in Francia, né i motivi di un ritorno peraltro sicuro. Viene infatti arrestato a Parigi dai nazisti nell’ottobre del 1940. Deportato in Germania all’inizio del 1941, dal 1º febbraio è rinchiuso nel Landgerichtsgefängnis de Trier (?) e dal 3 maggio nel SS Sonderlager di Hinsert. Rimpatriato via Brennero nel febbraio del 1942, giunge senza altri danni a Torino. Ripresi i contatti con i compagni del movimento, riesce a trovare un lavoro alle Officine RIV di Via Nizza. Arrestato un’altra volta, nel marzo del 1944 (probabilmente per la partecipazione agli scioperi) il 20 marzo viene deportato nel campo di concentramento di Mauthausen in Baviera (matricola n.59095), al Kommando di Wien-Schvechat. Vi muore il 30 maggio del 1944, alle 4,30 del mattino per deperimento organico e insufficienza circolatoria. (Le informazioni relative alle due distinte deportazioni ed alle cause della morte sono desunte da un documento del Service International de Recherches – Comité International de la Croix- Rouge).
Annotazioni: Biografia di Gianpaolo Giordana aggiornata ad aprile 2017, realizzata sulle seguenti fonti consultate: Archivio Centrale dello Stato – Roma (Casellario Politico Centrale, busta 4285), Archivio Centrale dello Stato – Roma (Polizia Politica, busta 1111), Archivio privato Tobia Imperato – Torino, Archivo General de la Guerra Civil española – Salamanca, Sección Guerra Civil; Necrologio con fotografia in: Era Nuova, Torino, 21 luglio 1945
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