Martinotti Celestino di Domenico e Cotto Virginia, nato ad Asti il 29 luglio del 1895, antifascista. Di professione muratore. Coniugato con Giuseppina Maria Bobba (sposata con il solo rito civile nel Municipio di Asti l’11 giugno del 1914). Anni dopo, al termine della 1. Guerra Mondiale, ma non abbiamo notizie della sua partecipazione, vive con la moglie nella città natale. La coppia lascia Asti nel corso del 1924 per espatriare legalmente in Francia, muniti entrambi di regolari passaporti rilasciati della Regia prefettura astigiana. I due si stabiliscono a Meudon (Seine-et-Oise), oggi Hauts-de-Seine), non lontano dalla capitale. Per ragioni non note ma certamente correlate alla sua militanza antifascista, ben presto Martinotti viene iscritto in Rubrica di frontiera per il provvedimento dell’arresto. Non abbiamo alcuna notizia sulla sua vita e sul suo impegno politico nel periodo compreso tra 1924 e 1936 quando, alla fine di agosto, decide di partire volontario per la Spagna repubblicana. Si arruola inizialmente in un reparto imprecisato, impegnato sui fronti ancora piuttosto mobili intorno a Madrid (forse con una unità del 5º Regimiento de las Milicias Populares). Combatte con buona probabilità sui crinali della Sierra de Guadarrama. Dalla fine di ottobre è trasferito al costituendo Battaglione italiano Garibaldi (12 Brigata Internazionale), con cui partecipa a tutto il ciclo di combattimenti difensivi intorno alla capitale, dall’attacco al monastero fortificato in cima al Cerro de los Ángeles (Cerro Rojo) fino alla battaglia del Jarama (7-22 febbraio del 1937). È promosso sergente per il buon comportamento tenuto sul campo. A marzo del 1937 viene ferito combattendo nella battaglia di Guadalajara (8-23 marzo) contro le 4 Divisioni di Camicie Nere italiane del Ctv (Corpo truppe volontarie), inviate da Mussolini. Dopo le prime cure nelle retrovie, viene inviato in Francia in licenza di convalescenza. Al momento del rientro in Spagna la cosa si rivela più complicata del previsto: il 12 maggio é infatti fermato alla frontiera franco-ispana dalla polizia francese, che lo sorprende mentre cerca di rientrare illegalmente in Spagna: processato a Cerét (Pirenei Orientali) dal Tribunal de première instance é condannato ad una ventina di giorni di prigione, scontati nel carcere di Perpignano. Non appena in libertà, raggiunge Parigi in compagnia di un giovane compagno di detenzione, per organizzare con maggior accortezza e (questa volta con successo) il passaggio verso la Spagna. Rientrato in formazione, poco tempo dopo s’ammala di una grave forma di tubercolosi: riconosciuto come grande invalido, non può tuttavia ritornare in Francia a causa del processo e della condanna testé ri-cordata, che lo rendono indesiderabile. Dopo il ritiro dai fronti e la smobilitazione dei volontari internazionali, costretto come tanti altri alla inattività del Campo di smobilitazione di Torelló (Catalogna settentrionale) cerca in ogni modo di passare la frontiera, ma ci riesce soltanto nel gennaio del 1939, nei momenti convulsi che precedono la “retirada”. Rientrato in famiglia a Meudon, le sue condizioni di salute si aggravano ulteriormente. Tempo dopo, a 2. Guerra Mondiale avanzata ed in piena occupazione nazista, Celestino Martinotti viene ricoverato nel Sanatorio di Chateau de Nazelles (Indre-et-Loire), dove muore il 23 aprile del 1943.
Annotazioni: Biografia di Gianpaolo Giordana aggiornata ad aprile 2017, realizzata sulle seguenti fonti consultate: Archivio INSMLI – Milano (Fondo Archivio Aicvas), Archivio Istituto Storico Regionale “Parri” – Bologna, Archivio Centrale dello Stato – Roma (Casellario Politico Centrale, Busta 3108, fascicolo 72795), Archivio di Stato Civile – Comune di Asti, Archives BDIC – Nanterre (MFM 880/…, Brigades Internationales), In: “Antifascisti piemontesi e valdostani nella guerra di Spagna”, a cura di Anello Poma. Torino, Aicvas – Centro Studi Piero Gobetti, 1975.
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