Ziveri Anacleto di Guglielmo e Guareschi Ernesta nato il 13 luglio 1906 a Milano. Operaio elettricista, comunista. La famiglia Ziveri, dopo la nascita di Anacleto, si trasferisce nel comune di Quarto, provincia di Genova. Impara il mestiere di tipografo e, quando nel 1921 aderisce alla Federazione Giovanile Comunista, perde il posto di lavoro. Il Primo Maggio del 1926 mentre distribuisce volantini che pubblicizzano la festa è fermato dalla polizia politica. Dopo un breve arresto è mandato dinanzi alla locale Corte d’Appello con l’accusa di distribuzione di volantini sovversivi, detenzione di armi e bandiere rosse, che lo condanna a mesi due e 15 giorni di detenzione. Anacleto si sottrae a questa sentenza espatriando clandestinamente nel febbraio del 1927: s’imbarca su un piroscafo francese, che lo sbarca a Marsiglia, vi si ferma per quasi un anno, lavora da scaricatore di porto e carbonaio. Nello stesso periodo conosce e sposa Giuseppina Chiesa, con la quale ha quattro figlie. Nel 1928 subisce una condanna in contumacia, da parte dello Stato italiano, per renitenza alla leva. Nel 1931 è a Parigi e l’anno seguente è a La Seyne, vicino a Tolone, dove lavora nel cantiere navale. Resta in quella località fino alla fine di gennaio del 1937, quando raggiunge la Spagna per combattere nelle file repubblicane. Ad Albacete è inquadrato nella 15. Brigata Internazionale Battaglione “Dimitrov”, Compagnia italiana, comandante Carlo Penchienati, commissario politico Anilo Giorgi. Il 12 febbraio 1937 nel primo scontro a cui partecipa, sul fronte del Jarama a Morata de Tajuña, resta gravemente ferito alla testa, con perdita parziale della mandibola, al braccio destro e alla gamba destra. Dopo una lunga degenza in vari ospedali spagnoli, il 15 settembre 1937 ritorna in Francia a la Seyne, dove riprende l’attività politica, che l’anno successivo gli causa un decreto di espulsione. Non ottempera a questo provvedimento e resta in Francia. Nel marzo del 1940 è arrestato e rinchiuso nel carcere di Tolone, per scontare la pena di sei mesi per aver contravvenuto al decreto di espulsione. Nel settembre del 1940 a Mentone è consegnato alle autorità militari italiane, inviato a Gaeta per scontare la pena per il pregresso reato di renitenza alla leva. Nel novembre del 1941 è inviato a Genova e deferito alla Commissione Provinciale per l’assegnazione al Confino di Polizia che gli assegna tre anni da scontarsi nell’isola di Ventotene, che raggiunge il 12 gennaio 1942. Il 23 agosto del 1943, rimesso in libertà, rientra a Genova e, dopo l’8 settembre, nonostante le gravi menomazioni fisiche, partecipa alla lotta di liberazione inquadrato nella 3ª Divisione Garibaldina “Cichero” operante sull’appennino ligure. Alla fine della guerra ritorna a Quarto di Genova, gli è riconosciuta la pensione di guerra. Muore il 3 agosto del 1954. Il Consiglio Regionale Lombardo il 7 novembre del 1976 conferisce ad Anacleto Ziveri la Medaglia d’Oro alla memoria in occasione del quarantesimo anniversario della Guerra Civile Spagnola.