Zanon Luigi di Giovanni e Grimm Dorotea, di nazionalità tedesca, nato il 15 febbraio 1911 a Barcellona (Spagna). Rappresentante commerciale, Anarchico, trozkista. Di famiglia originaria di Padova. Svolge le classi elementari e medie alle scuole italiana a Barcellona, poi torna in Italia nel 1927 per studiare all’Istituto Tecnico, da cui è espulso per le sue idee sovversive. Rientrato in Spagna nel 1930 comincia ad interessarsi di politica orientandosi verso le idee anarchiche. Nel 1937 si iscrive POUM (Partido Obrero de Unificaciòn Marxista), di orientamento antistalinista anche se non aderente alla IV Internazionale trotskista, In Italia viene schedato dal Ministero dell'Interno quale: "terribile anarchico terrorista ... affiliato al POUM aderente alla IV Internazionale. Allo scoppio della guerra civile entra a far parte della milizia del POUM prima come interprete del comitato straniero e poi come collaboratore de "La Batalla" e delle Ediciones Marxistas e aderisce alla Sezione Bolscevico-Leninista trotzkista. Il 13 febbraio 1938 viene arrestato a Barcellona dalle autorità repubblicane perché implicato nell'omicidio avvenuto il 10 febbraio del capitano spagnolo Leon Narwicz, un polacco delle brigate internazionali arruolato dal Servizio di Informazione Militare infiltrato nel POUM, che con le sue informazioni aveva contribuito all’arresto di Andreu Nin e di Kurt Landau. La spia era stata giustiziata da un gruppo d’azione del POUM. Zanon viene portato nella prigione segreta del SIM in Plaza Berenguer e duramente interrogato dal gruppo comandato da Juliàn Grimau (che sarà fucilato da Franco nel 1963) fino ad estorcergli una falsa confessione in cui ammette di aver ricevuto una lettera dalla Quarta Internazionale a Parigi che incarica la Sezione Bolscevico-Leninista di Spagna di attentare alla vita del primo ministro Juan Negrìn e di Indalecio Prieto. Imputato di alto tradimento e complotto, il processo non ha luogo per la caduta di Barcellona il 26 gennaio 1939 sotto l'offensiva dei franchisti. Zanon messo in libertà prima dell'arrivo dei nemici, riesce ad imbarcarsi giungendo a Genova dove viene arrestato dalla polizia italiana. Interrogato non nasconde il suo credo politico, ed afferma di essere rimasto a Barcellona "per seguire gli avvenimenti" e per collaborare come giornalista a vari periodici. Non viene creduto e il 28 giugno 1940 la Commissione Provinciale di Padova per l'assegnazione al confino lo condanna a cinque anni da trascorrere a Ventotene e Renicci d'Anghiari (Arezzo) per aver partecipato alla guerra di Spagna nelle file antifranchiste. Risulta liberato nell'agosto 1943. Non vi sono ulteriori notizie.