Storini Mario Michele di Carlo e Albertario Maria, nato il 26 marzo 1898 a Bornasco (Pavia). Autista, comunista. Frequenta le scuole elementari fino alla sesta classe. Presta servizio militare come autista nel 33. Autoparco e al termine si stabilisce a Milano, continuando a lavorare come autista. Iscritto al Partito Comunista sin dalla fondazione, si distingue per la sua attività che viene notata dalla polizia. Quando il Partito comunista d'Italia viene dichiarato fuorilegge dal regime, opera con l'organizzazione clandestina guidata da Guido Bernini. Riparato in Svizzera per sfuggire al mandato di cattura e successivamente in Francia dove lavora per il centro estero del PCd’I. Rientra in Italia con il falso nome di Mario Soldera e svolge mansioni clandestine, ma viene arrestato a Bologna il 18 febbraio 1931, dove tentava di riorganizzare il partito, con una valigia a doppio fondo contenente materiale di propaganda. Denunciato al Tribunale Speciale per il reato di ricostituzione del partito comunista, viene condannato il 22 marzo 1932 a dieci anni di carcere che inizia a scontare a Civitavecchia. Amnistiato nel marzo 1933 e tornato a Milano, lavora come autista presso la rappresentanza commerciale dell’Unione Sovietica, Il 2 ottobre 1935 è arrestato nuovamente e condannato dalla Commissione Provinciale di Milano a cinque anni di confino a Ventotene, ridotti a due anni in appello. Liberato nel luglio 1937 torna a Milano. Il 3 novembre 1937 riesce ad espatriare clandestinamente con il compagno di partito Francesco Turri con l’intenzione di recarsi in Spagna. Dopo qualche giorno di prigione in Svizzera a Bellinzona, riesce a raggiugere Parigi, portandosi nel marzo 1938 in Spagna ad Albacete. Qui viene inquadrato nella brigata Garibaldi, nel reparto trasporti del 1. battaglione, restando al fronte sino alla smobilitazione. In Italia viene iscritto nel Bollettino delle Ricerche e nella Rubrica di Frontiera per il provvedimento dell’arresto. Rientra in Francia nel gennaio 1939 con i resti delle Brigate Internazionali ed è rinchiuso nei campi di internamento di Argeles-sur-Mer e Gurs. Incorporato nelle compagnie di lavoro straniere, al crollo della Francia fugge e ripara a Saint-Pons-de-Thomières (Herault). Il 15 settembre 1941 il suo nome risulta in una lista della polizia di Vichy che riporta naturalizzati francesi a cui le autorità hanno tolto la nazionalità. Questo fa pensare che con ogni probabilità sia stato attivo nella Resistenza francese. Dopo la Liberazione rientra a Milano dove muore il data imprecisata.