Storai Ettore di Agostino e Chiara Pieralli, nato l'8 novembre 1892 a Vernio (Firenze) o Montepiano (Firenze). Bracciante, comunista. Durante la prima guerra mondiale è sottufficiale dei bersaglieri e gli viene assegnata una medaglia di bronzo. Nel dopoguerra prima dell’avvento del fascismo è Ardito del popolo, Espatria in Francia l'8 ottobre 1921 con passaporto regolare per motivi di lavoro. Segnalato a Campolong-Cherant nel 1929, nel 1931 è rintracciato in Corsica dove risulta risiedere dal 1927 o 1928 senza essersi fatto notare come antifascista attivo. I parenti lo dichiarano morto in seguito a ferita d'arma da fuoco riportata in una partita di caccia al cinghiale, ma il Consolato d'Italia in Corsica riferisce si trova a Ponte di Castirla, impiegato come carrettiere. Nel 1933 è a Francaldo di Bastia, impiegato come falegname. Radiato nel 1935 dal novero dei sovversivi, gli viene rilasciato un nuovo passaporto. Il 30 maggio 1937 parte da Bastia sul piroscafo "Città di Barcellona" diretto in Spagna. La nave viene attaccata alle 14 del giorno 30 maggio dal sommergibile Sanjurjo all’altezza di Malgrat del Mar e affondata. Dei 280 passeggeri 50 muoiono affogati, mentre gli altri vengono salvato dai pescatori che hanno assistito alla tragedia dalla costa. Storai è tra i sopravvissuti e riesce a raggiungere Albacete nel luglio arruolandosi nel Battaglione Garibaldi, in seguito nella Brigata Garibaldi col grado di capitano come porta ordini del comando (3° Battaglione). Combatte a Teruel e sull'Ebro nel corso dell’ultima grande offensiva della Repubblica nell’estate del 1938. In Italia è iscritto in Rubrica di frontiera e nel Bollettino delle ricerche per il provvedimento di arresto. Dopo la decisione del governo repubblicano di ritirare i volontari stranieri nel settembre 1938, Storai viene smobilitato nell'ottobre e passa in Francia attraverso i Pirenei il 6 febbraio 1939. Viene internato a S. Cyprien, poi nel maggio è trasferito a Gurs e, in seguito allo scoppio delle ostilità con l'Italia, nel giugno 1940 è ad Argeles. Concluso l'armistizio, viene trasferito a Mont S. Louis (secondo alcune fonti è internato al Vernet). Rimpatriato dalla Commissione d'armistizio con la Francia (CIAF) è tradotto in Italia. E arrestato a Mentone il 10 aprile 1941. Deferito alla Commissione provinciale il 5 giugno 1941 è assegnato a 5 anni confino a Ventotene per 5 anni, destinazione che raggiunge il giorno 14 stringendo relazioni con gli altri comunisti sull’isola. Il 25 settembre 1941 vengono avviate dal Ministero della Guerra le pratiche di revoca della medaglia ricevuta. Le sue condizioni di salute di aggravano per una malaria che provoca frequenti svenimenti, per cui viene proposto di commutare il confino in ammonizione. Il 27 novembre 1942 viene riaccompagnato a Montepiano. Durante la guerra di Liberazione partecipa alla Resistenza come partigiano combattente nella 22 Brigata Garibaldi “Lancillotto Corsi”..

Annotazioni: Scheda biografica che include dati raccolti di Ilaria Cansella e Francesco Cecchetti per la banca dati ISGREC sui volontari antifascisti toscani in guerra di Spagna (Vedi Bibliografia)