Starnini Giordano Bruno Nolano di Cesare e Rosati Domenica, nato il 23 dicembre 1907 a Valentano allora provincia di Roma, oggi Viterbo. Calzolaio, socialista. L'omaggio del padre Cesare (classe 1878) al celebre filosofo di Nola, causa alla famiglia Starnini, iscritta all'Associazione Velentanese del Libero Pensiero, tensioni con il clero del piccolo paese di Valentano. Il fratello nato nel 1910 era stato chiamato Garibaldo Ferrer, come omaggio all’Eroe dei due mondi ed a Francisco Ferrer, filosofo e pedagogo anarchico spagnolo, fucilato nel 1909 come istigatore della Settimana Tragica di Barcellona, e la sorella, nata nel 1909, aveva ricevuto il nome di Anita Libera. Al momento del battesimo il parroco rifiuta di riportare un nome così inviso al clero cattolico e indicherà il bambino nel registro ecclesiastico con un più accettabile, dal suo punto di vista, Brunone. Ottenuto il passaporto nel 1924, emigra in Francia intorno al 1925, dove già risiede parte della famiglia e si stabilisce con lo zio Oreste a Troyes (Aube) e lavora come calzolaio. Lo zio socialista parteciperà in seguito alla Resistenza francese guadagnando un Medaglia d’Oro al valore. Il rapporto con lo zio è così forte che questi finirà per adottarlo come figlio. In Francia Starnini aderisce all’ideale socialista e partecipa attivamente prima agli incontri della Concentrazione Antifascista e successivamente a quelli del Patto d’Unità d’Azione, come testimoniano vari documenti redatti dall’OVRA. Nel novembre 1931 Starnini capeggia una manifestazione contro il Console italiano, in occasione dell'inaugurazione della "Casa degli italiani" al grido di “Assassino! Viva Matteotti! Abbasso il fascismo!”. Per questa protesta viene recluso e condannato all’espulsione dalla Francia, e viene per questo arrestato ed espulso in Belgio dove mantiene i contatti con il Partito Socialista. Rientra successivamente in terra francese dove diffonde il giornale “L’Avanti” e milita nel LIDU (Lega Italiana dei Diritti dell’Uomo) che dal 1923 si era trasferita a Parigi visto l’ambiente ostile creato in Italia dal Fascismo. Grazie allo zio Oreste Donati (1881-1964), membro di spicco del PSI e della LIDU, ottiene un documento provvisorio di residenza e si stabilisce a Vizille (Isère). Lasciata la bottega a Troyes, Giordano va a vivere clandestinamente a Parigi per circa un anno, lavorando a Grenoble come calzolaio nella bottega di Canzio Zoldi, anch‘egli socialista e divenendo segretario della Sezione del Partito Socialista Italiano. Con la vittoria alle elezioni del Fronte Popolare nell’aprile del 1936, ottiene il permesso di ritornare a Troyes dove lavorerà nel pastificio dello zio, fabbrica che darà impiego a molti immigrati italiani antifascisti. Partecipa alla riunione di Grenoble dell’8 settembre 1934 per la costituzione del Fronte Unico antifascista e, l’anno dopo, nella stessa città all’assemblea dei quadri del PSI. Scoppiata la guerra civile in Spagna nel luglio 1936, decide arruolarsi con i volontari internazionali. Parte il 16 gennaio 1937 e da Perpignano il 20 gennaio è in Spagna ad Albacete, sede delle Brigate Internazionali. Dopo un breve addestramento a Mahora è inserito nella 3. Compagnia italiana del Battaglione Dimitrov nella XV Brigata internazionale. La Brigata è mandata al fronte a febbraio e partecipa alla durissima battaglia del Jarama (6-27 febbraio), nel corso difesa di Madrid, subendo con enormi perdite. Starnini sopravvissuto alle fasi più sanguinose della battaglia, cade il 5 aprile 1937 colpito da una pallottola, mentre è di guardia ad un ponte a Morata de Tajuña. E’ probabile che si tratti del ponte che collega Morata de Tajuña a San Martin de la Vega. Sarà Pietro Nenni a scrivere alla famiglia per comunicare la perdita di Giordano. La notizia della morte del giovane giunge ai coniugi Donati la notte del 14 aprile, ed essi si affrettano a comunicare la tragica notizia alla famiglia in Italia: “Mio carissimo fratello, col cuore straziato mi affretto a comunicarti la dolorosa notizia che Giordano, il nostro Giordano che noi amavamo come il nostro figlio, è caduto da eroe colpito da una palla nemica sul fronte del Jarama. Ricevo la comunicazione da Parigi, dove l‘hanno ricevuta per telefono soltanto questa notte. È morto il 5 corrente mentre era di sentinella in un punto avanzato. Non ho avuto altri dettagli, Mathilde ed io piangiamo da questa mattina e non possiamo abituarci all‘idea che non lo vedremo più. Dà la notizia a Cesare e alla famiglia con un po‘ di precauzione. Ti scriverò in seguito appena avrò ricevuto altre comunicazioni. Saluta Cesare e tutti con affetto e tu ricevi un abbraccio da Mathilde e da me. Tuo Oreste “ Viene seppellito nel cimitero di Morata de Tajuña, ma alla fine della guerra civile, le tombe dei volontari internazionali saranno distrutte dai franchisti ed i resti gettati in fosse comuni. Il suo necrologio viene pubblicato sul “Nuovo Avanti” del 17 aprile 1937: “E’ caduto il 5 aprile colpita da una pallottola nemica mentre montava di sentinella su un ponte del Jarama. Anche lui faceva parte della Compagnia Italiana del battaglione Dimitroff. Stanini era il Segretario Amminstratore della nostra Sezione di Grenoble. Abbiamo ancora sott’occhio le sue lettere: ”Non ho fatto il servizio militare, ma sono giovane, in buona salute ed ho conoscenze di chimica. Con un mese di istruzione militare posso diventare un buon soldato come gli altri volontari. Fatemi partire” Il suo grande desiderio venne esaudito. Lo vedemmo alla sede del Partito, più contento del solito, perché il giovane Starnini aveva sempre il sorriso sulle labbra. Un sorriso di adolescente. Anche questa è una perdita che addolora; ma onora il Partito. Che il compagno Oreste Donati, parente del giovane eroe, trovi per la famiglia lontana parole di conforto. Ai compagni della Sezione di Grenoble e della Federazione del Centro Francia, la solidarietà affettuosa di tutto il Partito.” Il 4 settembre 1937 un nuovo necrologio appare su “La depechè” di Tolosa: “Morto sul fronte della libertà. Giordano Starnini, membro del Partito Socialista, è caduto gloriosamente sul fronte di Madrid il 5 aprile. Coinvolto fin dall'inizio delle ostilità, questo giovane compagno ha dato la sua vita affinché la Spagna non subisse gli orrori del fascismo, come nel suo Paese natale. È caduto in difesa della libertà del popolo spagnolo. È caduto in difesa della democrazia mondiale, affinché il suo Paese d'adozione non avesse più un confine da sorvegliare, per la pace”. In un articolo uscito sul “Nuovo Avanti” il primo maggio 1937 lo zio Oreste Donati, responsabile della comunicazione tra il PSI in Francia e i compagni rimasti nella zona di Roma e nel Lazio, omaggia il nipote, morto in Spagna meno di un mese prima, condividendo l'annuncio con il quale il nipote aveva reso pubblica la sua imminente partenza per la guerra di Spagna: "Mi considero solo, all‘infuori di voi – ci disse – sono giovane, ho buon appetito e buona salute. Se avrò la fortuna di tornare potrò esserne fiero per tutta la vita. Se, invece, dovessi rimanere laggiù, voi sarete fieri di me, che avrò dato la mia gioventù per la grande causa della Libertà, per la liberazione dei popoli dal fascismo, per la realizzazione del Socialismo[...]. E del resto – soggiunse per terminare – son certo che in fondo mi approvate e questo mi basta". L‘atto di morte viene registrato all‘anagrafe del Comune di Valentano solo nel giugno del 1967. Il Comune del suo paese di origine nel 1981 gli ha dedicato una via del paese. In precedenza nello stesso paese gli viene intitolata la Sezione del Partito Socialista, così come portava il suo nome la sede della LIDU di Grenoble. Nel 2004 è stata posta una targa commemorativa dei caduti internazionali nel cimitero di Morata de Tajuña presso la fossa comune dove riposa Giordano Starnini.