Spinelli Lorenzo di Giuseppe e Pezzoli Teresa, nasce a Farfengo di Borgo S.Giacomo (Brescia) il 20 luglio del 1905. Comunista. Frequenta fino alla III classe elementare. Contadino, sin da giovane è visto intrattenersi con "compagnie di sovversivi" a Ovanengo di Orzinuovi (Brescia) dove risiede con la famiglia dal 1918. Iscritto al PCd'I, di cui è un attivo militante, è oggetto di intimidazione da parte dei fascisti, per cui decide di emigrare anche se minorenne e così, nel febbraio del 1924, attraversa il confine francese. Dopo aver lavorato per brevissimo tempo in una miniera di ferro di Auboué (Meurthe-et-Moselle). Nel luglio successivo raggiunge il Belgio e qui s'impiega in una fornace. Risiede prima a Châtelet, nel bacino carbonifero di Charleroi, per poi spostarsi in altre imprese minerarie della zona. Militante del Partito comunista belga, svolge propaganda politica tra i connazionali. Giunto in Spagna l ' 11 novembre del 1936, si arruola nel Battaglione Garibaldi prendendo parte ai vari combattimenti nella difesa di Madrid. Il 21 novembre 1936 rimane ferito a Casa de Campo. Dopo un periodo di degenza in ospedale, è assegnato ai servizi ausiliari ad Albacete. Guarito e rientrato in reparto rimane nuovamente ferito nel marzo del 1937, combattendo a Guadalajara. Successivamente inquadrato, dall'aprile del 1937, nella seconda compagnia del 2. Battaglione della XII Brigata Garibaldi. Nuovamente ferito a Caspe ad una gamba nel marzo 1938. Rientrato in Belgio il 15 novembre risiede prima a Châtelet, quindi a Aiseau e infine a Bouffioulx, Qui, secondo la polizia, "sembra si occupi attivamente di propaganda comunista". Iscritto nel Bollettino delle Ricerche e nella Rubrica di Frontiera per il provvedimento d'arresto, ritorna a lavorare in una miniera di Châtelineau (Charleroi). Tra il 1940 e '42. si assenta per brevi periodi recandosi in Germania, tanto che nel settembre del 1941 il Consolato italiano lo segnala a Colonia per "ragioni di lavoro”. Dopo l'occupazione tedesca del Belgio, nell' ottobre del 1942, un suo compagno di lavoro, Cleto Alpi, lo recluta nelle file della Resistenza nazionale. Impiegato in una miniera di Pont-de-Loup, fa parte della sezione di partigiani armati del "Front de l'Indépendance", di ispirazione comunista; si distingue nella distribuzione della stampa clandestina, per aver operato con un gruppo combattente contro i soldati tedeschi ed i collaborazionisti belgi, e per aver portato a termine azioni di sabotaggio. Famosa quella al ponte di Venterre a Charleroi, passaggio ferroviario strategico, che i tedeschi usavano per trasportare il carbone belga in Germania. Nel 1943 il Consolato italiano di Charleroi segnala come il Nostro continui a svolgere "anche nell'attuale momento, occulta propaganda ostile al Regime” tanto da suggerire l'opportunità di chiedere alla polizia germanica un suo rimpatrio coatto. Nel dopoguerra lavora nelle miniere di Catèlinau (Charleroi) e, insieme a tanti altri italiani esuli antifascisti, subirà, da parte del governo belga, discriminazioni e ingiustizie. Infatti all’atto della domanda di riconoscimento per aver militato nella Resistenza Belga, non verrà riconosciuto tra i Partigiani Armati. Nel 1950, dopo 20 anni di lavoro in miniera, viene assegnata a Spinelli, per malattia contratta sul lavoro, la pensione d’invalidità del regime speciale degli operai minatori. Inizia così (come per tanti altri minatori) il calvario dei ricoveri e del sanatorio. In quello di La Bruyères (Marcinelle) morirà il 30 novembre 1963. Il 9 maggio 2008, il Governo Belga, tramite il “Front de l’Independance”, che cura la memoria della Guerra di Liberazione del Paese attribuirà a Giuseppe Bettini e Lorenzo Spinelli – a “parziale ammenda” dei torti subiti – una Medaglia al Valore, per il loro impegno nella Resistenza Belga. Il 25 aprile 2008 il Comune di Borgo San Giacomo (Brescia), ha scritto il nome di Lorenzo Spinelli accanto a quello dei Partigiani di Borgo San Giacomo, sulla lapide affissa alla facciata del Palazzo Municipale e gli ha assegnato un attestato di benemerenza mentre il comune di Orzinuovi (suo paese d’origine), in segno di riconoscenza per il suo impegno nella difesa degli ideali di democrazia, giustizia e libertà, gli ha intitolato una via del paese.

Annotazioni: Scheda biografica redatta sulla base di quella di Roberto Cucchini per il volume I soldati della buona ventura: militanti antifascisti bresciani nella guerra civile spagnola (1936-1939) 2. ed. riveduta e aggiornata. - Rudiano (Bs): GAM, 2011 [ISBN] 978-88-89044-56-8 sulla base delle seguenti fonti: ACS, Mi, DGPS, cpc, b. 4916. fasc. 137547: AICVAS. La Spagna nel nostro cuore, cit., p, 443; G. Petrillo (a cura). K1-B45 Lombardi e ticinesi per libertà della Spagna, cit.. pp. 161-2: A.a.V.v. Antifascisti nel Casellario politico centrale, cit., ad nomen; Archivio AICVAS. Milano, scheda ad nomen; AFIG. Roma e integrata da informazioni fornite da Andrea Andrico.