Ghillani Odoardo di Beniamino e Ollari Eugenia, nato il 18 luglio 1899 a Calestano (Pr). Tipografo, anarchico. Emigrato fin da bambino con la famiglia in Svizzera e poi in Germania, fa ritorno in Italia poche volte, in particolare nel periodo della Grande guerra per assolvere al servizio militare in fanteria. Alla fine del conflitto si iscrive alla Lega dei braccianti di Calestano e milita negli Arditi del Popolo. Nel 1921 è in carcere a Venezia, poi decide di espatriare rifugiandosi in Cecoslovacchia. Successivamente è segnalato in vari paesi europei: Germania, Svizzera e Francia. In Francia nel 1923 viene espulso per ragioni politiche, ma non lascia il paese e nel 1926 viene arrestato per il mancato rispetto del decreto. Uscito dal carcere sceglie di restare ancora nella capitale francese sotto il nome falso di “Odoardo Gandolfi” e lavora come imbianchino. Compie viaggi in Belgio ipotizzando un possibile trasferimento. Nuovamente arrestato e incarcerato per tre mesi nel 1928, sempre per la medesima ragione. si trasferisce a Barcellona, dove partecipa alla fase politica che precede l’avvento della Repubblica. La sua abitazione diventa luogo di incontro di molti antifascisti e di anarchici che giungono in Spagna. Ma anche in Spagna finisce nel mirino della polizia. Viene arrestato perché svolge un'intensa attività sovversiva come organizzatore di un locale centro anarchico. Nel capoluogo catalano è inoltre accusato di aver partecipato a un attentato rivolto contro il padiglione italiano durante l'esposizione universale del 1929 e, in seguito, di aver aderito ai moti rivoluzionari del 1931. Rimesso in libertà rimane a Barcellona fino a un nuovo arresto, per le sue idee politiche e come supposto complice del tentativo di evasione dei due anarchici Burlando e Baffoni. In seguito viene però accusato dai compagni d'essere un confidente della polizia, accusa dalla quale si difende con decisione. Espulso nel 1932 rientra in Spagna alla fine del 1936 per partecipare alla guerra civile, arruolandosi nella Colonna Ascaso. La sua permanenza è breve. Nuovi sospetti che gravano su di lui e sulla sua lealtà lo costringono ad abbandonare la Spagna e a rifugiarsi nuovamente in Francia, stabilendosi prima a Tolosa e quindi in alcune altre città della regione Lot-et-Garonne, sotto il nome falso di “Giovanni Casanova”, prima di trasferirsi definitivamente a Bordeaux dove rimane fino al 1938. Allo scoppio della guerra e con l’aggressione dell’Italia alla Francia, viene rinchiuso nel campo di concentramento di Vernet-d’Ariège dove rimane fino al rimpatrio avvenuto nel maggio 1941. Arrestato alla frontiera di Mentone, viene portato a Parma e deferito alla Commissione Provinciale che lo assegna al confino per 5 anni a Ventotene. Liberato nel 1943 alla caduta del fascismo, rientra a Calestano, dove lavora come interprete per il comando tedesco, con il consenso dei partigiani. Nuovamente arrestato il 13 ottobre e in conseguenza dei suoi precedenti, è rinchiuso nel carcere di Parma e in dicembre assegnato al campo di concentramento di Scipione di Salsomaggiore (Parma) dove rimane fino al marzo 1945. Nel luglio 1944 viene prelevato da militari tedeschi per essere inviato in Germania come lavoratore, ma le sue condizioni di salute non lo permettono e quindi viene rispedito nel campo di concentramento parmense. In ottobre i partigiani liberano i prigionieri dal campo che viene di fatto chiuso dalle autorità fasciste. Di Ghillani si perdono le tracce, probabilmente raggiunge nuovamente Calestano e collabora con il locale Comitato di Liberazione nazionale. Muore a Parma il 28 ottobre 1980.

Annotazioni: Scheda integrata con informazioni contenute nel volume Scheda Biografica tratta dal volume Vincenti per tutta la vita : antifascisti parmensi nella guerra di Spagna / Marco Severo. - Pisa : BFS, 2017. - 223 p. : ill. ; 21 cm.. - (Cultura storica ; 53). - [ISBN] 978-88-89413-82-1. - [BNI] 2017-11058.