Sette Agostino di Stefano e Veronese Ermenegilda, nato il 5 novembre 1902, Montagnana (Padova). Muratore, anarchico. Il padre era un vecchio socialista che prima dell’avvento del fascismo aveva ricoperto alcune cariche politiche nell’amministrazione cittadina. Stimato carpentiere aveva collaborato alla realizzazione di numerose opere architettoniche in varie città italiane ed estere, ma per le sue idee politiche era schedato e veniva arrestato preventivamente in occasione di visite di personaggi politici. Il figlio Agostino dopo il servizio militare in artiglieria si reca a lavorare per qualche tempo in Lombardia come muratore, entrando in contatto con un ambiente lavorativo e sindacale più evoluto. Ritorna a Montagnana nell’agosto 1924 e si fa notare lodando in pubblico l’organizzazione operaia in Lombardia e per questo subisce un agguato da parte di due fascisti che lo seguono sulla via di casa assalendolo davanti alla chiesetta della Madonna di Fuori per tentare di gettarlo nel fiume Degora. Sette ha invece la meglio, scaraventando gli assalitori nel fiume, ma a questo punto temendo una vendetta, decide di fuggire immediatamente all’estero. Raggiunto il Belgio si stabilisce a Peronnez-Lez-Binche, dove la polizia italiana lo sorveglia classificandolo inizialmente come socialista e successivamente frequentatore dei circoli anarchici. Nel 1925 si trasferisce a Parigi dove si trattiene per circa 3 mesi. Espulso dalla Francia torna in Belgio a Seraing, dove vive fino all’aprile 1927, per spostarsi poi a Marcinelle. In Belgio lavora allo scarico delle barche che navigano lungo il fiume Sambre e frequenta un anarchico italiano di nome Malaspina, già ricercato per un attentato contro la casa del fascio di Juan-les-Pins e successivamente per l’omicidio di due fascisti a Seraing. Rientrato in Francia a Parigi, dove si teme l’infiltrazione di spie della polizia nelle organizzazioni antifasciste, la sua fede anarchica viene garantita dallo stesso Camillo Berneri. Nell’agosto 1927 il Ministero dell’Interno segnala l’esistenza a Parigi di un gruppo anarchico denominato “Il Monito”, raccolto intorno all’omonimo giornale fondato dall’anarchico individualista Raffaele Schiavina, che sta organizzando un attentato contro Mussolini, di viene indicato come esecutore materiale Agostino Sette. L’attentato dovrebbe avvenire nel settembre 1927, in occasione di qualche festa a Roma. Il progetto non ha seguito e nel settembre 1927 Agostino Sette è espulso dalla Francia e passa in Svizzera nel Canton Ticino dove continua a frequentare gli ambienti sovversivi italiani. Strettamente sorvegliato cambia la propria identità assumendo quella di Arturo Moretti nato a Legnano, ma non riesce a far perdere le proprie tracce agli agenti dell’OVRA che lo sospettano sempre di pianificare attentati con la complicità di anarchici milanesi. Nell’ottobre 1927 ritorna in Belgio a Sourenne, ma poi passa in Austria dalla frontiera di Sankt Margrethen nel Cantone di San Gallo. Dopo una breve sosta a Vienna giunge a Innsbruck dove all’albergo Sole incontra un attivista anarchico del movimento di liberazione del Tirolo e. secondo la polizia, progetta di rientrare in Italia per attentare contro personalità del regime. Rientrato in Belgio è notato alla fine di dicembre a Bruxelles. Nel 1928 fa perdere le sue tracce e nel giugno 1929 è rintracciato in Lussemburgo a Differdange. Nel 1930 è di nuovo in Belgio mantenendo una doppia residenza a Liegi ed a Bruxelles, dove vive rivendendo posate e coltellerie acquistate in Germania. Poi riesce a fa perdere le sue tracce per quattro anni, fino a che nell’inverno 1935 ricompare a Marsiglia, frequentando gli anarchici con il nuovo nome di Gino Andriani. Tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo 1936 Sette passa in Spagna, stabilendosi a Barcellona in Calle Galileo e trovando lavoro come cameriere presso i ristoranti “Español” e “Los Caracoles”. Frequenta gli ambienti anarchici, il sindacato dei lavoratori dell’alimentazione e la LIDU (Lega Internazionale per i Diritti dell’Uomo). In Italia viene iscritto nel maggio 1936 nel Bollettino delle Ricerche e nella Rubrica di Frontiera per il provvedimento di arresto. Al momento dell’insurrezione dei militari contro la Repubblica, iniziato il 18 luglio 1936, Sette partecipa alla difesa della città di Barcellona da parte delle milizie operaie e sindacali. Sarebbe stato armato con un fucile ricevuto direttamente dalle mani del celebre dirigente anarchico Garcia Oliver, che in seguito diventerà Ministro della Giustizia nel governo della Repubblica. Dopo aver combattuto in diverse zone della città, a Poble Noi, Barceloneta, Paralelo, Plaza de Espana, Plaza de Catalunya e caserma di Atarazanas, i militari sono sconfitti e la città rimane in mano alle milizie. Nei giorni seguenti vengono formate colonne di miliziani che partono da Barcellona nel tentativo di riconquistare i territori in Aragona dove la rivolta militare ha avuto successo. Sette si unisce al Gruppo Internazionale della Colonna “Durruti” che lascia Barcellona il 24 luglio 1936 diretta a Saragozza caduta in mano a fascisti e viene inizialmente assegnato alla VI Batteria di Artiglieria. Giunto a Pina de Ebro, la colonna è costretta a fermarsi per lo scarso armamento pesante e Sette chiede di lasciare la batteria, assegnazione a suo dire troppo tranquilla, per unirsi ad un gruppo di volontari internazionali. Cade il 31 luglio 1936 a Siètamo, data dubbia in quanto la colonna non si trovava in quella zona (secondo altre fonti a Pina de Ebro), colpito alla testa da una pallottola esplosiva, mentre avanza balzando da una trincea all’altra. E’ ritenuto il primo volontario italiano a cadere in difesa della Repubblica spagnola. La notizia della sua morte trova ampio risalto nella stampa anarchica italiana all’estero, dall’ ”Almanacco Libertario” di Ginevra, a “Guerra di Classe” di Barcellona fino a “L’Adunata dei refrattari” di New York.

Annotazioni: Sulla scheda del CPC viene indicata come data di nascita il 1908 (si vedano fonti archivistiche). Scheda biografica basata sulla conferenza di Ugo De Grandis tenuta il 26 marzo 2010 a Montagnana (Padova) nel programma della Università Popolare di educazione e formazione permanente organizzata da AUSER Padova