Gherardi Roberto Gaspare di Luigi e Calamosca Maria, nato il 4 dicembre 1899 a Castel Guelfo (Bologna). Artigiano calzolaio, comunista. Abitante ad Imola, sposa il 26 dicembre 1925Vittoria Guadagnini, nata il 1° marzo 1903 a Imola, La coppia ha un figlio, Giuliano, nato il 26 luglio 1926. Antifascista attivo dal primo dopoguerra, entra nel Partito comunista dalla sua costituzione nel 1921. Espatria in Francia nel febbraio 1923 per ragioni di lavoro e rientra in Italia dopo pochi mesi. Arrestato il 30 settembre 1926 in seguito alla scoperta dell'organizzazione comunista di Imola, il Tribunale speciale lo processa insieme a numerosi antifascisti (sentenza istruttoria n. 122 del 13 giugno 1927) e il 27 luglio 1927 lo condanna a quattro anni e nove mesi di detenzione e a 3.000 lire di multa (sentenza n. 30). Sconta la pena nel carcere di Avellino fino al 16 dicembre 1928, quando viene liberato con condono condizionale in seguito a decreto di grazia del 13 dicembre. Il 26 dicembre 1929 sposa a Imola Vittoria Guadagnini, con la quale ha avuto il figlio Giuliano, nato il 16 luglio 1926. Nel luglio 1931 espatria clandestinamente in Francia, a Parigi, ragione per cui la Pretura di Imola lo condanna in contumacia a tre mesi di arresto e a 2.000 lire di ammenda (sentenza del 16 dicembre 1931). Nel novembre 1931 si reca in Unione Sovietica, dove trova lavoro in una fabbrica di calzature e frequenta un corso politico. Nel 1934 lo raggiungono a Mosca la moglie e il figlio. Nel settembre 1937 dall'Urss si reca in Spagna, alla base delle Brigate Internazionali, sotto il nome di Giovanni Peri. Lo Stato Maggiore lo invia alla scuola di lingua spagnola a Valencia e dopo un mese è impiegato come interprete. Assegnato al Gruppo Artiglieria internazionale con il grado di tenente, combatte sul fronte di Teruel. Tornato in Francia il 7 febbraio 1939, è internato nei campi di Saint-Cyprien, Gurs e Vernet d'Ariège, dove svolge attività politica per il Partito comunista, tenendo anche lezioni sulla storia del Partito bolscevico. Fa richiesta al Partito di potere emigrare in Unione Sovientica, ma la Commissione di valutazione nega il permesso fornendo un duro giudizio: “Nostra opinione è che Peri (Gherardi) in Italia si è condotto almeno senza scrupolo. Il che non è bene per un comunista. Però tutta questa faccenda può nascondere del marcio più grave. Ed è per questo che chiediamo l’inchiesta e per queste stesse ragioni ci siamo rifiutati energicamente di permettergli di tornare nell’URSS”. La moglie Vittoria si reca in Francia nell'aprile 1939 per chiedere la liberazione del marito, ma il 30 ottobre 1939 le viene negato il permesso di soggiorno. Tuttavia, le è concesso un permesso di soggiorno, rinnovabile mensilmente, valido fino al 26 giugno 1942. Abita al 5, rue Auguste-Métivier, a Parigi, XX arrondissement (Senna), fino al 10 marzo 1941; al 6, rue des Epinettes, XVII arrondissement, (11 marzo, 20 dicembre 1941); al 2, impasse Grimaud, XIX arrondissement. Vive cucendo e pulendo case per italiani. Nonostante i suoi sforzi e la sua combattività, non riesce a far liberare suo marito né da Gurs né da Le Vernet per cui rientra in Italia. Tradotto a Ventimiglia il 3 dicembre 1941 è consegnato alla polizia italiana e recluso nel carcere di Bologna. Il 31 gennaio 1942 la Commissione provinciale di Bologna lo condanna al confino a Ventotene per quattro anni in quanto combattente antifranchista in Spagna. Liberato nell'agosto 1943, risiede a Imola, dove viene arrestato più volte. Rilasciato, diventa partigiano e vicecommissario politico della 36. brigata Garibaldi "Bianconcini", conosciuto con gli pseudonimi di “Colonnello” e “Vecchio”. Cade in combattimento a Purocielo, frazione di Brisighella (Ravenna), l'11 ottobre 1944. Decorato con medaglia d'argento al valore militare alla memoria. è ricordato nel Sacrario di Piazza Nettuno a Bologna.

Revisore: Elena Scarfi

Revisore: Elena Scarfi

Revisore: Elena Scarfi