Sellan Egidio di Giuseppe e Milan Luigia, nato il 10 settembre 1904 a S.Vito al Tagliamento (Pordenone). Operaio, comunista. La numerosa famiglia Sellan (i figli sono sette, tutti nati a San Vito al Tagliamento) si trasferisce a Monfalcone nel 1919, dove vivono in disagiate condizioni economiche in una casa diroccata dalla guerra ed il padre, uno dei primi socialisti della città, ed un fratello trovano lavoro nel cantiere navale di Monfalcone. Egidio Sellan, lavora inizialmente in un negozio di rappresentanze di vetri. Successivamente è operaio alche lui nei cantieri navali come aiuto-tubista. Attivo nella rete comunista clandestina, prende anche parte alle riunioni coi compagni allo scopo di ricostituire la disciolta sezione giovanile comunista. Il 7 ottobre 1928 è arrestato dopo una riunione segreta con alcuni compagni e sottoposto a procedimento per cospirazione, insieme ad altri 8 imputati residenti a Trieste, in Istria e nel Goriziano, “per avere, in Monfalcone in epoca anteriore e sino al 7 ottobre 1927, concertato fra loro e con altri, appartenendo a segreta associazione comunista, di commettere fatti diretti a suscitare la guerra civile e la insurrezione armata contro i poteri dello Stato”. Rinviati una prima volta a giudizio in maggio, con sentenza n. 108 della Commissione Istruttoria, il 9 agosto vengono assolti dalla stessa, con un diverso giudice relatore, per mancanza di indizi. Nel frattempo i nove sono stati in carcere dal 7 ottobre 1927 al 23 agosto 1928. All'inizio degli anni Trenta espatria in Francia dalla frontiera di Ventimiglia col compagno di fede Giovanni Silvestri e si stabilisce inizialmente a Grasse sulla Costa Azzurra. Dopo aver lavorato successivamente nella miniera de la Grand Combe a Mimes (Parigi), viene espulso il 27 febbraio 1929 e si porta in Belgio a Bruxelles, dove lavora come vetraio. Il 24 febbraio 1930 viene espulso anche dal Belgio e nei mesi successivi viene segnalata la sua presenza nei grandi cantieri per la deviazione del Reno nell’area a cavallo fra la Francia e la città svizzera di Basilea. Nella primavera 1932 è segnalato come clandestino a Parigi dove si stabilisce nel 14° Arrondisement, proseguendo la sua attività nell'emigrazione antifascista. Nel novembre 1936 passa in Spagna ed è dapprima nella formazione Picelli e poi nella 3. compagnia del battaglione Garibaldi con il grado di sergente. Partecipa alle operazioni militari su tutti i fronti, tra cui Boadilla, Mirabueno, Majadahonda, Arganda, dove non esita ad uscire dalle trincee per salvare un compagno ferito e per questo ottiene la medaglia al valore. Combatte poi a Guadalajara affronta i carri armati nemici con le bombe a mano, Morata de Tajuña e Casa de Campo. Alla costituzione della brigata omonima è inquadrato nel 3. battaglione e promosso tenente. Si unisce in quei mesi ad una ragazza i cui genitori erano morti durante i bombardamenti franchisti a Madrid. Cade il 16 giugno 1937 durante l'attacco a Huesca. Il 7 agosto 1937 il giornale della Brigata Garibaldi "Il Garibaldino", pubblica nel numero 7 la notizia del riconoscimento della medaglia al valore.