Vivian Romeo di Alessandro e Fiorotti Giuseppina, nato il 18 marzo del 1905 a Pallanza (Novara, ora Verbania), comunista. Di professione carpentiere. Fratello di Alfredo Vivian, veneziano, caduto nella Resistenza italiana. Romeo espatria in Jugoslavia e successivamente in Romania (data e modalità non note) ma da entrambi i paesi viene espulso per motivi politici. Dopo un soggiorno in Unione Sovietica (organizzato dal Partito) e una breve permanenza moscovita emigra infine in Francia intorno al 1935. Non abbiamo particolari notizie sul periodo francese. Parte volontario per la Spagna repubblicana nell’estate del 1936; a settembre si arruola nella Centuria italiana Gastone Sozzi, formata da una ottantina di volontari italiani, una manciata di polacchi e di francesi. Con loro partecipa ai pochi combattimenti a sud-ovest di Madrid (Santa Olalla, Pelahustán, Real Cenicientos e Chapinería. Dopo aver subito sensibili perdite nel corso dell’ultimo scontro, a fine ottobre i pochi superstiti della Centuria entrano a far parte della 4. Compagnia del Battaglione italiano Garibaldi. Trasferiti d’urgenza da Albacete (Murcia) sul fronte di Madrid sotto attacco Vivian é ferito il 21 novembre a Casa de Campo (Madrid), un grande parco alla periferia della capitale, teatro di durissimi scontri con i mercenari marocchini ed i legionari del Tercio de Extranjeros. Rientrato al suo reparto dopo quasi quattro mesi di convalescenza, nel marzo 1937, durante la vittoriosa battaglia di Guadalajara. A maggio confluisce con altri nella 12. Brigata Internazionale Garibaldi e a metà giugno combatte a Huesca (Aragon) in una offensiva sanguinosa. A metà luglio, a Ovest di Madrid combatte la battaglia di Brunete (o del Guadarrama) e in autunno quelle di Farlete e Fuentes de Ebro (Aragona). A metà febbraio del 1938 combatte in Extremadura. Un mese dopo (e fino alla metà di aprile) partecipa ai combattimenti difensivi, difficili e convulsi, nella zona di Caspe (Aragona), nel tentativo di contenere la violentissima offensiva fascista diretta in direzione di Valencia (obiettivo fallito) e del Mediterraneo (raggiunto invece il 15 aprile). A seguire, la drammatica ritirata delle Brigate Internazionali, quasi circondate ed in gravi difficoltà, verso il basso corso dell’Ebro. Nell’estate-autunno del 1938 si combatte la conclusiva battaglia dell’Ebro. Lungo il suo declinare si susseguono il ritiro dai fronti dei volontari internazionali, la loro smobilitazione ed infine la “despedida” (l’affettuoso e commosso commiato dalle popolazioni catalane) e l’accantonamento dei volontari in alcuni centri di raccolta, nella attesa di poter lasciare la Spagna. Ne esce il 5 febbraio del 1939 nei primi e meno convulsi giorni della retirada. Viene internato in Francia nei Campi di Argelès-sur-Mer (Pirenei Orientali) e di Gurs (Basses Pyrénées) prima di venire successivamente rimpatriato, detenuto, poi assegnato a 5 anni di confino sull’isola pontina di Ventotene. Liberato presumibilmente nell’estate del 1943, riesce a sopravvivere alla guerra ed alla occupazione nazista del paese. Dopo la Liberazione si stabilisce a Venezia, dove prosegue l’attività politica nelle file del PCI. E’ deceduto a Venezia il 6 maggio del 1980.

Annotazioni: Biografia di Gianpaolo Giordana aggiornata ad aprile 2017. realizzata sulle seguenti fonti consultate: Archivio INSMLI – Milano (Fondo Archivio Aicvas), Archivio INSMLI – Milano (Fondo Aicvas, busta 56, fascicolo 209, Archivio Istituto Storico Regionale Parri – Bologna. I documenti di Romeo talvolta sono sottoscritti con il nome di Alberto.