Vischioni Felice di Pietro e Malaguti Barbara, nasce a Desenzano del Garda (Brescia) il 17 aprile del 1898. È segnalato come comunista. Ottenuta la licenzia di scuola tecnica, viene chiamato alle armi il 21 aprile del 1917. Presta il servizio militare sino al 20 settembre del 1920 nel 30 Reggimento del Genio telegrafisti, senza operare in zona di guerra. A Desenzano, una volta terminata la leva, frequenta "compagnie di sovversivi", presso la sede della locale cooperativa socialista. Fornito di una "discreta cultura", oltre che di viva intelligenza e "di carattere riservato, [è] ritenuto capace di provocare disordini", in quanto - come rileva la nota prefettizia - possiede "doti propagandistiche ed organizzative" che gli verrebbero dal padre, attivo militante comunista. Occupato presso le ferrovie come sottocaposezione nella stazione di San Mattino della Battaglia, partecipa attivamente alle agitazioni che coinvolgono nel primo dopoguerra anche la sua categoria. Un' informativa della Questura lo dà erroneamente come uno dei maggiori esponenti del Partito comunista di Desenzano. In verità. nel 1921 ricopre già la carica di vicesegretario della sezione locale del PSI. Per aver partecipato allo sciopero generale antifascista dell'agosto del 1922. è prima retrocesso di grado e l'anno seguente licenziato (“esonerato") in quanto "sovversivo pericoloso". Costretto ad emigrare "per motivi di lavoro", il 9 settembre del 1924 si trasferisce in Francia con tutta la famiglia. Risiede a Sartrouxille (Seine-et-Oise) centro della regione parigina. Nel dicembre del 1927 la polizia segnala il suo tentativo di far giungere a dei conoscenti, in Italia, alcune testate antifasciste («Il Becco Giallo» e «La Libertà»). Per questo motivo è iscritto nella rubrica di frontiera. Nel frattempo, per vivere, si adatta a fare i lavori più diversi: dal manovale al dattilografo, fino allo spazzino. ln quel periodo conosce Marie Louise che nel 1927 diventerà sua moglie. Attento al dibattito che si sviluppa nel partito in esilio. interviene sulle colonne dell’«Avanti!», mentre nel 1929 è eletto segretario della sezione del PSI di Sartrouville continuando a frequentare anche quella parigina. Intanto è diventato socio d’affari di Mario Delai. compagno di fede e suo conterraneo, nella cui ditta svolge funzioni amministrative. Nel 1930 aderisce alla componente massimalista del partito guidata da Angelica Balabnoff che si oppone progetto di riunificazione tra i riformisti di Turati ed i «fusionisti» di Nenni. Nella nuova formazione. il Nostro riveste incarichi di particolare responsabilità. soprattutto per quanto concerne la gestione dell’«Avanti!». Tra il 17 e 18 aprile del 1933, partecipa invitato ai lavori del XII congresso del PSI-IOS che si tengono a Marsiglia. Nel giugno seguente invece. interviene quale rappresentante del gruppo di Sartrouville alla IV conferenza delle sezioni all'estero del PSI massimalista. Il 25 febbraio del 1934, come amministratore dell'«Avanti!». legge la relazione ufficiale al Congresso della federazione parigina del partito». A dicembre poi, interviene al convegno di Saint-Ouen sullo Stato economico dell'organizzazione. Il 23 gennaio del 1935 segnalato tra i partecipanti ad un banchetto organizzato dalla Lega degli ex combattenti pacifisti, a cui intervengono, tra gli altri, anche Di Vittorio, Nenni. Mario Angeloni e Cianca. mentre il 7 novembre, sempre a Parigi. è presente alla manifestazione organizzata per salutare la Balabanoff in partenza per gli Stati Uniti. Tra gli 80 invitati. è notata la presenza anche di alcuni antifascisti bresciani tra cui il repubblicano Bonacina. anarchico Mombelli ed i socialisti Delai e Bianchi. Già alla fine di luglio del 1936, a pochi giorni dall'alzamiento di Franco, il Nostro è tra i primi a partire alla volta della Spagna e a costituire il primo nucleo della sezione italiana di Carlo Rosselli e Camillo Berneri aggregata alla Colonna libertaria Ascaso. Una volta formata l’unità col primo scaglione di volontari, egli. affiancando Angeloni, fa valere le sue competenze militari nell‘organizzazione e ed addestrare il reparto. svolgendo anche la funzione di furiere. Partita per il fronte aragonese il 19 agosto” […] dopo varie peripezie. ordini e contrordini […], la formazione di Angeloni, Berneri e Rosselli, a cui il Nostro è stretto da fraterna amicizia, si vede assegnare una posizione tra le città di Almudévar e Huesca. cittadina «occupata dalle truppe ribelli. Nei primi giorni esce spesso di pattuglia con gli anarchici Fantozzi e Vindice Rabitti. Il 28 partecipa alla battaglia di monte Pelato in cui morirà Angeloni. Dopo tale combattimento, la situazione torna relativamente calma. Ai primi di ottobre, il Nostro è dato ancora sul fronte aragonese, ma stanco e soprattutto avvilito per la perdita del comandante. Ammalatosi gravemente. rientra in Francia dove. secondo notizie non confermate dovrebbe acquistare una partita di fucili Mauser e reclutare nuovi volontari per il fronte. È certa. invece, la sua presenza alla riunione del 16 gennaio, indetta a Parigi da Rosselli allo scopo di reclutare combattenti italiani, il Battaglione Matteotti. Ma il progetto avrà vita breve. Nel frattempo tutti i suoi movimenti, come quelli dei familiari rimasti in Italia, sono sottoposti a stretta sorveglianza. Il suo impegno rimane lato, anche se progressivamente si allontana dal partito massimalista. Il distacco definitivo, probabilmente, avviene nei primi mesi del 1938: alla fine di questo stesso anno è segnalato come militante del PSI a Sartrouville dove svolge una "notevole attività politica”. Come membro della locale sezione della LIDU. poi, è particolarmente coinvolto nella campagna a favore della revoca delle espulsioni degli antifascisti colpiti da tale provvedimento. Rientrato in Italia nel maggio del 1945, è eletto membro dell'Assemblea costituente cosi come. sino allo stesso mese del '48, fa parte della segreteria della Camera del lavoro di Brescia. Consigliere in Comune e in Provincia per alcuni mandati come rappresentante del PSI , a metà degli anni Sessanta aderirà al PSIUP. Muore a Desenzano novembre del 1992,

Annotazioni: Scheda biografica redatta da Roberto Cucchini per il volume I soldati della buona ventura: militanti antifascisti bresciani nella guerra civile spagnola (1936-1939) 2. ed. riveduta e aggiornata. - Rudiano (Bs): GAM, 2011 [ISBN] 978-88-89044-56-8 sulla base delle seguenti fonti: ACS. Mi. DGPS, cpc. b. 5439. fasc. 8191. ACS. Mi,DPP, pacco 1441, n.. 13:;AICVAS. La Spagna nel nostro cuore cit., pp.492-31; D. Morelli. Antifascisti bresciani nel Casellario politico cit., n. 27, 1996, ad nomen; A.a. V.v. , Antifascisti nel Casellario politico centrale, cit., n, 19. ad nomen; Archivio AICVAS. Milano, scheda ad nomen