Scalcon Vittorio di Matteo e Minuzzo Elisabetta nato il 20 febbraio 1908 ad Annone Veneto (Venezia). Muratore, comunista. Emigrato in Francia il 20 febbraio 1928, ma rientrato a luglio per adempiere alla chiamata di leva. Successivamente torna in Francia e risiede a Vitry-sur-Seine (Valle della Marna), tre anni dopo viene segnalato dall'OVRA quale presunto responsabile di scontri con marinai fascisti a Marsiglia, uno dei quali rimane ucciso e un altro ferito. Nel settembre 1933 partecipa al congreaao della CGL come rappresentante degli edili di Mardiglia. Condannato ad un anno di prigione ed espulso dalla Francia, continua a viverci clandestinamente fino all'agosto 1936, data della sua partenza per la Spagna. Mentre il Partito Comunista d’Italia è ancora incerto sulla partecipazione di volontari. Scalcon parte con un gruppo di compagni abitanti nel sud di Parigi e in Svizzera, tra cui Pietro Pavanin, Pietro Guerini, Angelo Dabala, Augusto Pezzetta, Bernardo Falco e Giuseppe Bonardi. Giunti a Barcellona, sono radunati in un primo tempo nella caserma Carlos Marx; quindi, il 5 settembre partono alla volta di Madrid dove entrano a far parte della centuria Gastone Sozzi (dal nome di un comunista ucciso dalla polizia in prigione a Perugia nel 1928), formatasi il 3 settembre 1936 nella caserma Carlos Marx di Barcellona ed incorporata nella Colonna catalana Llibertat, organizzata da PSUC (Partito Socialista Unificato della Catalogna) e UGT (Uniòn General de Trabajadores). La Centuria, formata da una ottantina di volontari italiani più alcuni volontari stranieri, comandata dal romano Angelo Antonini e Francesco Leone come commissario politico, è impegnata ad Ovest di Madrid, a Pelahustan, Real Cenicientos e Chapinería. Ferito alla fine di Settembre 1936 in diverse parti del corpo, allo scioglimento della Centuria, passa in seguito col grado di sergente al Battaglione Garibaldi con il quale opera a Mirabueno, Villanueva de la Cañada e Guadalajara. Poi passa in forza nel 4. gruppo artiglieria antiaerea "Presle" e "Paul Vaillant Couturier" e combatte a Brunete e Villanueva del Pardillo. Viene ferito da schegge di bombe a mano. A seguito del ritiro dei volontari internazionali, deciso dal governo repubblicano nel settembre 1938, è avviato ad un campo di smobilitazione. Rientrato in Francia al crollo del fronte catalano, nel febbraio 1938, è arrestato, detenuto in Francia, deportato successivamente in Germania ed infine rimpatriato. Arrestato alla frontiera italiana è deferito alla Commissione Provinciale e assegnato a Ventotene per cinque anni. Viene liberato alla caduta del fascismo il 21 agosto 1943. Nel 1983 abitava ancora in Francia a Boutugny-sur-Essone.