Gennari Luigi Pietro di Florindo e Salvalai Santa, nato il 25 giugno 1899, a Goito (Mantova). Bracciante, comunista. Attivista molto stimato nella zona di Porto Mantovano dove milita nel Partito socialista e poi nel Partito comunista, emigra in Francia clandestinamente nell’agosto 1921, attraversando il confine a Bordighera con una guida. Si stabilisce nel dipartimento della Meuse, dove lavora come manovale. Viene raggiunto dalla moglie Cavazzoni Marta che però muore di parto il 18 marzo 1924. A seguito del lutto si trasferisce a Parigi, lavorando sempre nel settore delle costruzioni. Il 19 gennaio 1926 viene espulso dalla Francia e si stabilisce in Lussemburgo a Esch-sur-Alzette, dove lavora in miniera e viene espulso sempre per attività politica il 15 maggio 1928. Dopo una breve permanenza a Saarbrucken (Germania), viene scoperto di nuovo in Francia a Metz e il 25 settembre 1930 raggiunge il Belgio, stabilendosi a Tertre e poi a Seraing, lavorando come cementista. Si fa notare come uno dei principali diffusori del giornale "Il Riscatto” e per l’opera in favore del Soccorso Rosso. Arrestato a Bruxelles il 19 novembre 1931, riceve un decreto di espulsione, ma resta ugualmente in Belgio, fino a quando scoperto nuovamente dalla polizia deve uscirne nel dicembre 1933. Passa quindi clandestinamente in Francia a Parigi, dove risiede nel quartiere Citè de Trevise, fino al 29 settembre 1936 quando raggiunge la Spagna in treno partendo da Perpignano. Arruolato ad Albacete nel battaglione Garibaldi al momento della sua costituzione, 2. Compagnia, come addetto la carro armeria e munizionamento. Partecipa a combattimenti di Cerro Rojo, Pozuelo, Boadilla, Mirabueno, Majadahonda, Arganda e Guadalajara; poi è sergente addetto al trasporto munizioni della brigata Garibaldi. In Italia viene inserito nel Bollettino delle Ricerche e nella Rubrica di Frontiera per il provvedimento dell’arresto. Smobilitato nel settembre del 1938, allo scioglimento delle Brigata il 7 febbraio 1939 rientra in Francia ed è internato a Argelès, Gurs e Vernet. Dopo la resa della Francia ai tedeschi, la Commissione Italiana per l’Armistizio con la Francia (CIAF), chiede la consegna di Gennari, ancora detenuto al Vernet. Tradotto in Italia l’11 gennaio 1942, viene arrestato a Mentone e tradotto alle carceri di Mantova. è condannato a cinque anni di confino, destinazione Ventotene. Liberato nell’agosto 1943, alla caduta del fascismo. Dai documenti dell'ANPI di Mantova, Gennari dichiara d'aver costituito un nucleo delle SAP di cui era comandante nel 1944-45, nella zona di Porto Mantovano. Il gruppo era autonomo e dedicato alla ricerca di armi e sabotaggio. Muore a Mantova il 21 gennaio 1959.