Tralci Leone di Alessandro e Lubian Orsola, nato il 28 giugno 1901 a Roncade (Treviso). Ferroviere, anarchico. Alla sua nascita la sua famiglia si trasferisce a Verona. Antifascista fin dal dopoguerra è assunto come operaio addetto ai depositi delle locomotive di Verona Porta Nuova. Prende parte agli scioperi del 1920 e1922. Il 1° maggio 1931 viene licenziato dalle ferrovie per motivi politici, con la scusa dello scarso rendimento, indisciplina e atteggiamento violento verso i colleghi. A dicembre 1931espatria in Francia, con una lettera di presentazione per Filippo Turati dell’ex deputato socialdemocratico Mario Todeschini. A Parigi conosce e frequenta gli oppositori della Concentrazione Antifascista, alternando le letture politiche la lavori precari che gli consentono di tirare avanti. Sorvegliato dalla polizia in Francia, decide di passare in Spagna. Nel febbraio 1936 è a Barcellona, e qui si lega agli elementi anarchici, iscrivendosi alla FAI (Federacion Anarquista Iberica), finendo incarcerato per attività sovversiva. Allo scoppio dell'insurrezione franchista il 19 luglio 1936, si trova quindi in carcere e viene liberato da un gruppo di anarchici. Si arruola nella Colonna Joaquin Maurìn del POUM (Partido Obrero de Unificaciòn Marxista), piccolo partito comunista antistalinista, che parte da Barcellona il 24 settembre 1936 per il fronte d'Aragona e poi nella Colonna Durruti. Il 23 gennaio 1937, rientra in Francia attraversando i Pirenei, dove frequenta ambienti di GL e rimane fino alla metà del 1939, quando viene espulso il 2 maggio 1939, non avendo accattato il reclutamento nell’esercito francese. Non obbedendo all’ordine viene arrestato il 21 maggio e condannato a sei mesi di carcere per infrazione al decreto. A pena scontata viene mandato al campo di Saint-Clou a Parigi e poi in quello di Vernet d’Ariege. Nel febbraio 1940 chiede al console italiano di Tolosa di poter rientrare in Italia. Rimpatriato nel 1940 a seguito degli accodi di armistizio tra Francia ed Italia, viene arrestato a San Remo e tradotto nelle carceri di Treviso e successivamente agli Scalzi di Verona. Nell’interrogatorio ammette di essere andato in Spagna, ma solo per lavoro e poi costretto a entrare nelle milizie. Non viene creduto ed il 26 agosto 1940 gli viene comunicata la condanna della Commissione Provinciale a cinque anni di confino da trascorrere a Ventotene. Nell’agosto 1943 viene trasferito alla caduta del fascismo non viene liberato e con altri anarchici è trasferito a Renicci d’Anghiari (Arezzo). Liberato dopo l’8 settembre, alla fine della guerra rientra a Verona dove chiede il reintegro nelle Ferrovie. Ricoverato all’Ospedale di San Giovanni Lupatoto e poi in quello di Borgo Trento, dopo alcuni mesi di degenza muore il 15 novembre 1970.

Annotazioni: Scheda biografica integrata con informazioni raccolte da Francesca Pierobon per il volume Scegliersi la parte. Antifascisti trevigiani volontari nella guerra civile spagnola (1936-1939) , Il Poligrafo 2022.