Totis Luigi di Giobatta e Modesti Marianna, nato il 22 luglio 1910 a Martignacco (Udine). Di famiglia operaia, entra nel 1922 in contatto con attivisti comunisti nel laboratorio del fabbro Monticolo, presso cui fa l'apprendista, a Martignacco. Attivo sin da bambino nella rete di distribuzione della propaganda, è preso di mira dai fascisti che nel 1924 lo cercano per ucciderlo. Nel 1925, a quindici anni appena riesce ad aver i documenti, emigra in Francia, ad Hayange (Mosella) per raggiungere il padre e i fratelli. Nel marzo del '26 si iscrive alla Gioventù Comunista Francese nei Gruppi di Lingua Italiana. Svolge un grande lavoro di propaganda assieme al fratello maggiore Fioravanti, già attivista comunista in Italia. Nel 1930 è arrestato ed espulso dalla Francia. Si sposta in Belgio, dove continua a lavorare con le organizzazioni comuniste; in contatto, fra gli altri, con Domenico Ribanelli, Marco Sfiligoi, Stanislao Vilhar. Fra il 1931 e il 1933 è arrestato diverse volte ed espulso anche dal Belgio e poi dal Lussemburgo, ma ritorna sempre a Bruxelles, dove vive clandestinamente. In totale subisce ben 6 espulsioni dai diversi paesi. È fra i ricercati dall'OVRA. Nel 1933, per iniziativa del Partito e tramite la mediazione dell’avvocato Leigen del Soccorso Rosso, è inviato in Unione Sovietica. Qui si stabilisce a Mosca, lavorando in una fabbrica di cuscinetti a sfera e studiando ingegneria. E in contatto con i maggiori esponenti della emigrazione antifascista italiana in URSS. Allo scoppio della guerra civile di Spagna fa subito domanda di arruolamento nelle Brigate Internazionali, Verso la metà del '37 lascia gli studi e la moglie, Roganova Zoia, che sta aspettando un bambino, e parte per la Spagna il 5 novembre 1937. Appena entrato in Polonia è arrestato per accertamenti. Rilasciato a Varsavia giunge a Vienna, da dove si porta a Parigi. Con l’autorizzazione del Partito per 40 giorni gira la zona della Mosella, riuscendo a reclutare 7-8 ulteriori volontari e fondi per la repubblica spagnola. Richiamato da Antonio Roasio, passa la frontiera spagnola e giunge ad Albacete, dove frequenta la scuola per mitraglieri e poi a Quintanar de la Republica, dove si ferma un paio di mesi questa volta per istruire altri mitraglieri. È’ poi assegnato alla Brigata Garibaldi, come mitragliere. Partecipa in febbraio del 1938 alla azione in Estremadura. In seguito, per la sua conoscenza delle lingue, è spostato alla sezione telefonisti. Partecipa alla battaglia e ritirata di Caspe in marzo-aprile. In settembre prende parte alla offensiva dell'Ebro, rimanendo ferito al basso polmone sinistro il 20 settembre, durante i grandi combattimenti sulla Sierra de Caballs, mentre tenta di riattivare le linee telefoniche. Portato dapprima a Reus, è poi all'ospedale di Matarò. Appena rimesso, raggiunge la Brigata Garibaldi in fase di smobilitazione a Torellò. Rientra in Francia con i resti delle Brigate Internazionali nel febbraio 1939. È internato a Saint Cyprien e poi a Gurs, in precarie condizioni di salute. Verso la metà del 1940 evade dal campo assieme a Marco Sfiligoi, su indicazione delle organizzazioni comuniste del campo, per prendere contatti col P.C.F. Nel febbraio '41 i due tentano di raggiungere Parigi ma finiscono incarcerati dai tedeschi a Bourges, per aver attraversato senza autorizzazione la linea di demarcazione tra Francia tedesca e «libera». Riescono in ogni modo ad arrivare a Parigi in novembre, e Totis è inviato in Polonia, a Lublino, per organizzare sabotaggi contro i nazisti. Nel '42 rientra in Francia a relazionare sul lavoro svolto in Polonia. In seguito si porta a Bois des Senonches, dove organizza assieme ad altri compagni la fornitura di armi e munizioni ai partigiani della zona di Parigi. In seguito è a Conche, in Normandia, dove è responsabile di un reparto partigiano fino alla liberazione della Normandia. Rientrato clandestinamente in Italia alla fine di marzo '45, partecipa alla liberazione della Val di Susa e di Torino. Alla dipendenza della Questura di Torino, è poi responsabile della milizia popolare di Bardonecchia, Ulsio e Cesana. Dopo lo scioglimento della milizia, rientra a Udine dove presta per molti anni la sua attività presso la Federazione del PCI di Udine. Trasferito a Bergamo nel 1971. Fa parte del comitato di sezione del PCI di Borgo Santa Caterina (Bergamo). Muore a Bergamo nel 1985.