Bartoli Alberto di Camillo e Mussini Fiorita, nato l’11 novembre 1901 a San Pellegrino frazione di Reggio Emilia. Contadino, muratore, comunista. Ardito del Popolo al comando di Camillo Montanari e Guido Picelli. Nel 1920 è condannato a 15 giorni di carcere per incendio. Nel 1924 deve espatriare in Francia per sfuggire alle persecuzioni fasciste, stabilendosi ad Argenteuil (Val-d’Oise) dal fratello Gino e lavorando presso una fabbrica di ruote. Militante comunista nel 1928 rientra brevemente in Italia e l’anno dopo ritorna in Francia 1929 da dove viene espulso, e si porta in Svizzera a Zurigo, dove sconta un mese di carcere per mancanza di documenti, ma dopo un anno rientra clandestinamente in Francia. Nell’estate 1936 parte da Parigi per la Spagna ed il 28 agosto 1936 è nella centuria “Gastone Sozzi” nella Colonna “Libertad” dove combatte a Pelahustàn e Chapinerìa sul fronte di Aragona. Il 19 ottobre 1936 è incorporato nel battaglione e brigata Garibaldi e partecipa a tutte le battaglie, tra cui Casa de Campo, Puerta de Hierro, Morata de Tajuña, Mirabueno, Guadalajara. Il 25 aprile 1937 è ferito a Morata de Tajuña al braccio sinistro ed è ricoverato a Mucia e Benicàssim fino al 3 maggio 1937. Rientra nella Brigata nell’agosto 1937. Rientrato in Francia il 20 agosto del 1938 per una licenza di 13 giorni con altri 24 volontari garibaldini, non rientra più in Spagna per la decisione del governo repubblicano di ritirare le Brigate Internazionali. Allo scoppio della guerra mondiale si arruola nell'esercito francese e viene arruolato nella Legione Straniera e destinato in Algeria e poi in Marocco, ma nel 1940 alla resa della Francia è smobilitato ed internato nel giugno 1940 in un campo di lavoro in Africa. Il 2 giugno 1942, trasferito in Francia chiede il rimpatrio e viene estradato in Italia. Arrestato al confine italiano di Mentone il 22 agosto 1942, è tradotto nelle carceri di Reggio Emilia. Deferito alla Commissione Provinciale il 25 settembre 1942 è assegnato a 5 anni di confino a Ventotene. Liberato nell’agosto del 1943, In seguito è partigiano col nome di battaglia di “Moro” nella 145ª Brigata Garibaldi, operante sull’Appennino, dal 4 settembre 1944 al 24 aprile 1945. Nel dopoguerra si stabilisce a Reggio Emilia. Nel 1977 risultava ancora vivente.