Tessaro Antonio di Antonio e Canova Maria, nato il 4 ottobre 1911 a Marano Vicentino (Vicenza). Impiegato, comunista. Il padre nato nel 1873 ed originario di Centrale di Zugliano, emigra negli Stati Uniti per sfuggire alla miseria. Al rientro in Italia, dopo aver fatto un po’ di fortuna, sposa il 22 dicembre 1897 Maria Canova, proveniente da una famiglia di agricoltori. I due avviano una bottega di merceria ed hanno due figli, Maria nel 1908 e Antonio nel 1911. Il padre muore il 5 marzo 1922 e mentre la sorella rimane con la madre, Antonio è mandato al Collegio Vescovile “Graziani” di Bassano del Grappa e frequenta l’Istituto Tecnico commerciale. Uscito dal collegio aiuta la sorella che aveva preso in gestione la Trattoria “Al Passeggio” in via Vittorio Veneto a Marano. Chiamato alla leva, essendo unico figlio maschio di madre vedova, viene esentato. Intellettualmente assai dotato, a 20 anni conosce otto lingue, dopo un brillante iter scolastico, si avvicina all’ideologia comunista e sin dal 1932 è attivo nella organizzazione del Partito Comunista d’Italia di Schio, trovando un compagno ed un amico in Oscar Casetto. Seguendo le indicazioni del Partito viene convinto nel 1934 ad infiltrarsi nelle strutture del regime e diviene Segretario del comune di Isola Vicentina (Vicenza). Il 9 maggio 1935 trasferisce la residenza a Isola Vicentina, tornando nei fine settimana a casa per vedere la madre e la sorella. Il 23 settembre 1935, malgrado l’esonero è chiamato alle armi nell’8. Reggimento di Artiglieria-Divisione Fanteria in vista dell’attacco all’Abissinia, ma i rapidi successi in Africa rendono possibile il suo congedo il 30 gennaio del 1936. Ripreso il lavoro in Comune il primo marzo 1936 è nominato dirigente del Fascio locale. Sfruttando la sua posizione ed il passaporto, si reca spesso in Francia per mantenere i contatti con i compagni di partito in esilio e trasportare stampa clandestina. Senza farsi scoprire aiuta anche gli indigenti del paese concedendo buoni per il ritiro di generi alimentari e avvisa le persone che rischiano l’arresto. Riesce anche a sottrarre al Comune di Isola Vicentina un ciclostile che mette a disposizione dei compagni e con il quale viene estesa e migliorata l’attività di propaganda clandestina, con la riproduzione del materiale ricevuto dalla Francia. L’azione più importante di quelle messe da lui a segno, si colloca nel 1937 quando con uno stratagemma si introduce nella caserma di Carabinieri di Marano Vicentino (Vicenza), accompagnato dall’amico Oscar Casetto ed alcune donnine allegre che distraggono i Carabinieri, e ne asporta le annate 1930-1937 della Rubrica di Frontiera, che fà avere ai compagni Alessandro Cogollo e Giovanbattista Cavaliere tramite Oscar Casetto, consentendo al Partito di conoscere l’elenco dei ricercati. Partecipa anche all'organizzazione che cura gli espatri clandestini in Svizzera. Quando si accorge che il cerchio della polizia si stringe intorno a lui, il 26 maggio 1937 si allontana senza fornire spiegazioni, espatriando in Francia a Parigi. Li prende contatto con il Centro Estero del PCd’I con il quale aveva operato come corriere dell’organizzazione italiana. Prima di partire da Schio ha l’accortezza di eliminare dalla sua abitazione ogni riferimento che possa compromettere i compagni e la sua famiglia, La perquisizione successiva alla sua fuga dà un esito del tutto negativo. La famiglia che era all’oscuro delle sue intenzioni, ha notizie di lui solo da una cartolina mandata da Nizza con poche spiegazioni. Il 28 e 29 novembre 1937, la rete comunista di Schio viene scoperta dalla polizia, e tutti, sono deferiti a gennaio al Tribunale Speciale. Tessaro è dichiarato latitante e successivamente stralciato dal processo perché irreperibile. Viene comunque inserito nel Bollettino delle Ricerche e nella Rubrica di Frontiera per il provvedimento di arresto. Deciso ad andare in Spagna come volontario, Tessaro lascia Parigi il giorno 11 giugno 1937. Fermato dai doganieri francesi, gli vengono sequestrati alcuni effetti personali. Riesce comunque a raggiungere la Spagna il 17 giugno del 1937 dove, è arruolato nella 3. compagnia del 2. battaglione della brigata Garibaldi. Il 30 settembre 1937 sul numero 14 de “Il Garibaldino”, organo del Battaglione Garibaldi, è pubblicata una sua lettera dal titolo “Il non intervento fascista”, in cui descrive l’incontro avuto nel comune di Isola Vicentina con il comandante di un sommergibile italiano che gli aveva raccontato, le su missioni di affondamento di navi favorevoli alla Repubblica spagnola, a riprova dell’ipocrisia del preteso non intervento italiano. Afferma inoltre di aver bocciato finchè è rimasto in Italia, tutte le domande di arruolamento di volontari nel contingente mussoliniano. L’articolo è firmato “Tessaro Antonio Volontario della libertà, ex Camicia Nera, oggi nella 3. Compagnia del 2. Battaglione della Brigata Garibaldi”. Ferito a Farlete nell'ottobre 1937, una volta ripresosi dalla ferita è nominato commissario politico di compagnia della 3. Compagnia, 2. Battaglione. Ferrer Visentini conferma di averlo incontrato nel febbraio 1938 a Quintanar del la Repùblica (Albacete) dove era di stanza il Battaglione di Addestramento della Brigata Garibaldi. Torna al fronte nel corso dell’ultima offensiva repubblicana sull’Ebro, quando la Brigata Garibaldi entra in linea nella notte tra il 2 ed il 3 settembre 1938. Tessaro cade il 10 settembre 1938 sulla Sierra de Caballs colpito in pieno da una raffica di mitragliatrice ed a causa dei bombardamenti il suo corpo non verrà recuperato. La notizia della sua morte rimane ignota in Italia anche ai familiari, fino a quando è portata da Giuseppe Ponti di Zanè (Vicenza), anche lui volontario in Spagna e rientrato dopo la Liberazione, che l’aveva appresa da Giuseppe Ponti, volontario di Schio, anche lui nel campo di Vernet. Antony McLean poeta e volontario inglese che conobbe Tessaro ad Albacete, gli ha dedicato una poesia: “Per Antonio Tessaro di Padova [sic], scomparso in Aragona, 1938. Dove Giambettino mescolò i suoi colori ardenti e l’aspro Mantegna dallo stile severo dipinse il Cristo risorto che sorriso non osa, Madonne romane e santi metallici là, là vi dico, da quella pianura veneta il padovano Antonio, incapace di astuzie allegro con animo ottimista di fronte ad ogni contrarietà, anonimo e gioioso venne in Spagna. Chi avrebbe mai supposto che in quella vena spensierata giacesse nascosto così profondo l’acciaio segreto del Mantegna come fanciulle gravide custodiscono la loro nuova gioia appagate dalla speranza e non spaventate dal dolore? Caduto in Spagna il tuo seme produce ricca messe laddove i partigiani fioriscono nei campi italiani”. (in “Poems from Spain” edited by Jim Jump, Lawrence Wishart, 2009, pag. 87). Nel 1999 il comune di Marano Vicentino gli dedicato una via ad Antonio Tessaro.