Vella Randolfo di Giuseppe e Paladino Concetta, nato il 20 aprile 1893 a Grotte (Agrigento). Fotografo, anarchico. Da ragazzo si trasferisce a Regalbuto, in provincia di Enna e poi a Palermo. Giovane intelligente, lavora come fotografo ambulante. Si trasferisce in Emilia a Castel San Giovanni (Piacenza), dove il 10 settembre 1914 viene segnalato dalla polizia quale sovversivo e denunciato per attentato alla sicurezza dello stato, avendo preso parte ai moti rivoluzionari di Ancona. Schedato come socialista antimilitarista nel 1916 di sposta a Milano. Arruolato svolge il servizio militare a Messina e poi a Verona nel 4. Reggimento artiglieria, presso la caserma Principe Eugenio. Insofferente alla vita militare si allontana senza permesso. Rintracciato a Bergamo, dopo un ricovero nel manicomio della città, viene riformato e si trasferisce a Gualtieri (Reggio Emilia) a sostituire come fotografo il fratello richiamato alle armi. Il 16 febbraio 1919 partecipa ad una manifestazione a Milano in cui si chiede l’amnistia per i disertori ed il ritiro delle truppe italiane dalla Russia. Trasferitosi a Bergamo nel gennaio 1920 apre uno studio di rappresentanza commerciale, svolgendo al contempo notevole attività politica. Accusato di complicità con Filippo Bruni ed altri anarchici nell’attentato compiuto nella galleria Vittorio Emanuele di Milano, viene assolto. Collaboratore del periodico anarchico “Umanità Nova” viene accusato di complicità nell’attentato anarchico al teatro Diana di Milano, ma è prosciolto. Richiede allora il passaporto per motivi di lavoro per Francia, Inghilterra e Canada. Partito però il 21 luglio 1921 per gli Stati Uniti, viene arrestato ad Ellis Island (New York) e rimandato in Italia a Milano. Proposto il 4 marzo 1927 per una ammonizione, se la cava con una diffida. Qualche tempo dopo è segnalata la sua presenza in Svizzera a Bellinzona, dove aveva aperto un negozio di cornici frequentato da oppositori al fascismo e fonda con i fratelli Antonio e Diego la rivista “Vogliamo!”. Nel 1930 si distingue per l’attività politica che svolge a Ginevra e ha un’aspra polemica con gli stalinisti di “Falce e Martello” che querela per diffamazione. Inizia la collaborazione con il giornale anarchico stampato a New York “Adunata dei Refrattari”. E’ in costante corrispondenza epistolare con Elena Melli, compagna dell’anarchico Errico Malatesta e si informa dello stato di salute del grande anarchico, elogiando la compagna per la forza con cui segue l’evoluzione della malattia, accennando il desiderio di scrivere una biografia, chiedendo alla donna informazioni inedite. Quando un telegramma della Melli gli annuncia la morte di Malatesta, Vella ne ricorda i 50 anni di lotta e di esempio di vita anarchica. Quando la Melli segnala la difficoltà per garantire le 7000 lire necessarie per la tomba di Malatesta, Vella si offre di fara da tramite tra compagni anarchici, chiedendo sovvenzioni anche a quelli di New York. A seguito di difficoltà economiche nel 1933 Vella lascia la Svizzera con la moglie Giuseppina Pedalino per stabilirsi a Grenoble e poi a Cannes dove intende iniziare un commercio di generi alimentari. In Francia partecipa al Congresso anarchico dei profughi italiani a Puteaux. La vita di Vella è tutt’altro che facile e si sfoga in una lettera a Elena Melli: «Vorrei che la mia situazione fosse ben diversa per poterti venire in aiuto; ma disgraziatamente mi trovo in un baratro dal quale non so, non posso sollevarmi. Spero di arrampicarmi, e ricasco sempre con le gambe spezzate. Non me ne riesce nemmeno una; e tante volte mi stringo forte le tempie dove continuamente martellano le preoccupazioni spaventevoli». Il 1° aprile 1936 partecipa al Congresso della LIDU, dove si esprime contro il fascismo ed a favore del Fronte Popolare. Il 2 luglio 1936 è segnalato dalla polizia, assieme ad Aldo Garosci, come aderenti al movimento “Giustizia e Libertà”. Il 30 luglio, scrive al fratello Attilio, residente a Milano. I due non si sentono da molti mesi, Randolfo non parla apertamente dell’imminente partenza per la Spagna, si sincera solo della salute dei nipoti e prega il fratello di portare i suoi saluti al resto della famiglia. Molto probabilmente la decisione era stata ormai presa ma il Vella preferisce evitare pensieri ai congiunti. Una ventina di giorni dopo, il 23 agosto, sempre, questa volta con Edel Squadrani, invia una cartolina illustrata ad Elena Melli da Perpignan, ultimo paese francese prima della frontiera catalana. I due comunicano il loro imminente passaggio in Spagna: «In questa sosta ci ricordiamo di te e ti mandiamo i nostri affettuosi saluti. Domani ti scriveremo da un’altra nazione». Una volta in Spagna si arruola con Sezione Italiana di Carlo Rosselli e Camillo Berneri, aggregata alla Colonna Ascaso della CNT. Nel novembre 1936 partecipa alla battaglia di Almudévar. Nel dicembre dello stesso anno è in Spagna e, secondo una testimonianza di Umberto Marzocchi, è utilizzato, date le sue capacità e in accordo con la Federaciòn de Campesinos ed il governo di Madrid e quello della Generalitat, tramite la CNT, in mansioni relative all'acquisto di armi e di altri materiali necessari alla guerra. Rientrato in Francia nel 1938 si stabilisce ad Annemasse. Iscritto nel Bollettino delle Ricerche e nella Rubrica di Frontiera. Rimpatria nel maggio 1940, stabilendosi a Verona. Nel dopoguerra collabora con “Umanità Nova” e “Il Libertario”. E’ tra i fondatori dell’Unione Veronese Antifascisti Militanti (UVAM), fornendo assistenza agli antifascisti reduci dal carcere, dal confino e dai campi di concentramento. Muore a Verona il 13 novembre